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13 giugno 2012

Israele, Mavi Marmara: rapporto accusa Netanyahu

“Il processo decisionale è stato viziato, le discussioni sono state affrettate e superficiali, il Consiglio di Sicurezza Nazionale è stato tenuto all’oscuro e gli scenari di estrema violenza che avevamo prospettato sono stati ignorati”. Queste sono solo alcune delle dure critiche che si possono ritrovare nel rapporto sullo scontro, avvenuto nel maggio 2010, tra la flottiglia turca che portava aiuti a Gaza e l’esercito israeliano.Il rapporto è stato stilato dallo State Comptroller, l’autorità di controllo della Knesset (il parlamento israeliano) che vigila sull’operato del governo. La relazione di Micha Lindenstrauss, pubblicato questa mattina, è lunga 153 pagine e si occupa sia del comportamento del governo nell’incidente con la flottiglia turca, ma anche dell’applicazione del National Security Council Law e dell’apparato israeliano di propaganda nazionale.

Il rapporto accusa il primo ministro Benjamin Netanyahu di essere “direttamente responsabile dell’incidente”. La decisione del primo ministro, infatti “è stata presa senza un adeguato coordinamento, senza documentazione e senza una congrua preparazione”, nonostante il governo fosse stato avvisato dagli alti ufficiali dell’Esercito e dai funzionari dell’intelligence del fatto che la flottiglia turca, trasportante aiuti umanitari ed altre merci, tra cui un carico di 10mila tonnellate di calcestruzzo, avrebbe tentato di violare il blocco di Gaza.

Secondo il Comptroller, quindi, Netanyahu era ben consapevole dell’incidente che si sarebbe verificato nel momento in cui le forze navali israeliane avrebbero intercettato la Mavi Marmara nelle acque internazionali del Mediterraneo, ed era anche consapevole delle vittime che avrebbe provocato lo scontro.

Il 6 maggio 2010, tre settimane e mezzo prima dell’incidente, il ministro della Difesa Barak aveva indetto una riunione per discutere la preparazione all’arrivo della flottiglia. In quell’occasione il capo di Stato Maggiore, Gabi Ashkenazi, aveva avvertito della possibilità che gli attivisti palestinesi potessero attaccare le navi dell’Esercito israeliano. “E ‘importante che il governo si renda conto di quello che ci aspetta”, aveva detto Ashkenazi in quella circostanza

Una settimana dopo, in un’altra riunione indetta sempre da Barak, il ministro aveva ribadito il suo timore che i passeggeri potessero sparare contro i soldati dell’Esercito israeliano.

Cinque giorni prima dell’arrivo della flottiglia si era tenuto, infine, un ultimo meeting. Anche in quel caso, Ashkenazi aveva avvertito i ministri presenti che un golpe militare della Mavi Marmara avrebbe sicuramente portato ad uno scontro violento.

Nonostante ciò, Netanyahu ha reagito alla pubblicazione del report affermando: “non ho ricevuto alcuna informazione sul pericolo rappresentato dalla flottiglia. Non mi è mai stato detto che l’Esercito non era adeguatamente preparato ad affrontarla”, ha aggiunto il primo ministro.

Una dichiarazione quanto meno insolita, dal momento che, secondo la relazione del Comptroller, la Presidenza del Consiglio dei Ministri più volte sarebbe stata messa in guardia sulla concreta possibilità dell’incidente.