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18/10/2012

Studio israeliano: i gazawi non siano denutriti, ma sottopeso

InfoPal. Non li facciamo morire di fame, ma li teniamo sottopeso. Questa è la logica dietro il blocco israeliano di Gaza. Una logica contraria a ogni principio legale internazionale, e degno di regimi del passato, noti per la loro crudeltà e discriminazione razziale. Ma Israele è Israele, e può fare ciò che vuole, attirando, sì, qualche critica, ma che non sia troppo dura, perché altrimenti scatta il marchio del medioevo contemporaneo: l’accusa di anti-semitismo. E con questo, la maggioranza tace.

Mercoledì 17 ottobre, l’agenzia palestinese Ma’an ha riportato la notizia della diffusione di un ormai vecchio rapporto israeliano, “Il consumo alimentare nella Striscia di Gaza – Le linee rosse”, che stima l’apporto calorico quotidiano richiesto nel territorio a 2.279 calorie per persona.

Israele ha calcolato il numero di calorie di cui i palestinesi hanno bisogno, scrive Ma’an, per evitare la malnutrizione nella situazione di blocco alla Striscia di Gaza, secondo quanto ha affermato lo studio che la Corte Suprema ha fatto divulgare al governo israeliano.

E riporta le dichiarazioni rilasciate da un dirigente del ministero della Difesa israeliano, Guy Inbar, mercoledì, dopo che il documento era stato pubblicato da Gisha, un gruppo israeliano per la difesa dei diritti umani, che aveva fatto pressioni per riceverlo: “E’ parte di una ricerca emersa in due discussioni e che noi non abbiamo mai usato”.

Il rilascio del documento, datato a gennaio 2008, spiega l’agenzia, getta nuova luce sul modo di pensare che ha contribuito a plasmare il blocco che Israele potenziò nel 2007, dopo che la Striscia di Gaza passò sotto il controllo di Hamas (che aveva vinto regolari elezioni nel gennaio 2006, ndr).

I palestinesi hanno descritto le restrizioni, che hanno sollevato le critiche internazionali e che furono alleggerite nel 2010, come “una punizione collettiva” alla loro economia.
Il documento afferma che “per mantenere il fabbisogno base giornaliero” nell’area, Israele dovrebbe lasciar entrare 106 camion di cibo e altri beni essenziali ogni giorno. Gisha ha detto che prima del blocco entravano a Gaza circa 400 camion giornalieri.

Ma’an scrive che la settimana scorsa Israele ha consegnato 935 carichi di generi di prima necessità e materiali da costruzione al territorio gazawi.

Il calcolo delle calorie era basato su un modello formulato dal ministro della Salute israeliano e in linea con la media dei consumi giornalieri israeliani. Secondo il servizio nazionale sanitario britannico, l’uomo medio ha bisogno di 2.500 calorie per mantenere il proprio peso e una donna 2.000.

Wikileaks ha pubblicato file diplomatici che mostrano che Israele aveva detto ai propri ufficiali, nel 2008, che avrebbe tenuto l’economica di Gaza “sull’orlo del collasso” evitando però una crisi umanitaria.

Per aggirare il blocco, i palestinesi hanno introdotto tonnellate di beni attraverso i tunnel della sopravvivenza, sotto il confine tra la Striscia e l’Egitto.