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martedì 30 ottobre 2012 10:23

In Sudan il braccio di ferro Iran-Israele
di Emma Mancini

Dopo il raid aereo israeliano a Khartoum, l'Iran invia nel Paese navi da guerra. L'attacco progettato due anni fa quando si scoprì il trattato di difesa tra Sudan e Iran.

Roma, 30 ottobre 2012, Nena News - Dopo il raid israeliano contro l'industria militare Yarmouk di Khartoum, giunge chiara e diretta la risposta dell'Iran: Teheran vuole spaventare Tel Aviv e ha inviato ieri a Port Sudan una fregata, una nave da guerra, un elicottero Kharg e un cacciatorpediniere. L'aviazione israeliana aveva centrato la scorsa settimana una fabbrica d'armi a Sud della capitale sudanese. Da tempo Israele ritiene il Sudan responsabile di offrire sostegno logistico e militare ai militanti palestinesi di Hamas e l'industria Yarmouk di produrre gli armamenti in questione. Il Sudan, dopo aver apertamente accusato Israele dell'aggressione e aver promesso di non abbandonare i fratelli palestinesi, ha sporto denuncia alle Nazioni Unite. Oggi sono stato resi noti dalla stampa i dettagli del raid aereo: otto F-15 con a bordo quattro bombe da una tonnellata sono decollati martedì sera alle 10 da una base militare a Sud di Israele, hanno volato lungo il mar Rosso (evitando accuratamente il sistema difensivo egiziano), sono entrati in Sudan da Est e hanno centrato la fabbrica dove, secondo fonti rimaste anonime, stava lavorando un team di ingegneri iraniani. Due le vittime accertate. Israele non ha né smentito né confermato la notizia, ma diverse fonti affermano che il governo di Tel Aviv è convinto che la Yarmouk produca armi dirette in Iran e a Gaza: "Quella è stata una prova di forza - ha detto una delle fonti anonime - ma non è che un esempio della nostra capacità e di quello che gli iraniani devono aspettarsi per la prossima primavera". Secondo il New York Times, l'attacco sarebbe stato progettato due anni fa, quando agenti del Mossad scoprirono un documento che provava l'accordo di difesa bilaterale tra Sudan e Iran, firmato nel 2008. Ieri è intervenuto di nuovo il governo di Khartoum: il Ministero degli Esteri in una dichiarazione scritta nega qualsiasi tipo di coinvolgimento dell'Iran nell'attività dell'industria Yarmouk: "Il Ministero conferma quello che tutti sanno: l'Iran non ha bisogno di costruire armi in Sudan, né per sé né per i propri alleati. Intendiamo negare ogni relazione tra l'industria militare sudanese e partner stranieri". Intanto proseguono le indagini sul drone iraniano che il 6 ottobre avrebbe volato indisturbato sopra il cielo israeliano per centinaia di chilometri, prima di essere intercettato e abbattuto: ieri Esmail Kowsari, presidente della Commissione Difesa del parlamento di Teheran, ha rivelato che il drone - prodotto in Iran e assemblato in Libano - avrebbe scattato fotografie di "basi sensibili e aree militari". Per adesso nessuna novità dall'inchiesta in corso, seppure ufficiali dell'esercito ritengano impossibile che il drone iraniano possa aver avuto a bordo una macchina fotografica. Nena News

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