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venerdì 16 novembre 2012 19:22

A Gaza tutti contro Abu Mazen

C'è un obiettivo evidente in questa guerra: affossare il piano di Abu Mazen per il riconoscimento all'Onu. E Hamas cerca partner.

Questa guerra voluta, cercata con insistenza, con determinazione, aiuta Hamas a consolidare nuovi rapporti, in particolare con l'Egitto e il Qatar. Il sangue palestinese va benissimo per chi vuole assurgere al ruolo di leader arabo, e Hamas ne presenta non poco ai suoi nuovi interlocutori.

Con la stessa logica di Hezbollah, il fascino della sconfitta conseguita però dimostrando "coraggio" e capacità militari impensate, come colpire fino a Tel Aviv, Hamas si impone nello scenario arabo, per affossare il progetto di Abu Mazen. 

Il leader palestinese intende chiedere il 29 novembre il riconoscimento dello Stato Palestinese all'Onu, con uno statuto simile a quello della Città del Vaticano, osservatore permamente. 

Per fare questo, una prospettiva che il governo israeliano in carica vede come il fumo negli occhi, il leader palestinese aveva lanciato la sua offensiva di pace, incentrata su un'intervista al secondo canale israeliano che poneva la storica rinuncia al diritto al ritorno. 

Il ministro degli esteri israeliano, Avigdor Liberman, aveva allo studio piani molto duri per "ostacolare" questo progetto. Abu Mazen lo conferma ancora, ma questa guerra, che ha violato la soglia psicologica acettabile per qualsiasi israeliano, sembra voler porre la parola "The End" sul progetto del leader palestinese.