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30/11/2012

Un giorno memorabile: la Palestina è uno Stato

Pchr. In questo giorno memorabile, il Centro palestinese per i Diritti Umani (Pchr) ribadisce il suo sostegno alle aspirazioni palestinesi di ottenere uno Stato.

L’ammissione della Palestina, come stato osservatore non membro alle Nazioni Unite, è un passo importante nella lotta del popolo palestinese per ottenere il diritto all’autodeterminazione e la sovranità sul proprio territorio nazionale. La leadership palestinese ha presentato la richiesta di diventare uno Stato non membro, dopo l’ostruzionismo politico praticato dagli Usa, che ha impedito il riconoscimento della Palestina come uno Stato membro del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Per decenni, l’assenza dello stato di diritto internazionale ha rappresentato il più grande ostacolo all’affermazione del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione. Anni di occupazione e colonizzazione sono passati nonostante numerose risoluzioni adottate dal Consiglio di sicurezza e dall’Assemblea Generale dell’Onu, risoluzioni che imponevano il ritiro delle forze israeliane, lo  smantellamento degli insediamenti, la fine della politica di annessione di Gerusalemme Est e la revoca dell’assedio imposto sulla  Striscia di Gaza. Alla luce di questi fatti sul terreno, la Palestina resterà uno Stato virtuale. Tuttavia, il nuovo status rappresenterebbe un passo in avanti per la Palestina, sia politicamente che giuridicamente.

Oltre all’indipendenza, l’aver ottenuto il nuovo status è un passo fondamentale nella lotta per la giustizia e l’attribuzione di responsabilità per le violazioni israeliane del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, che sono state commesse nel territorio palestinese nel corso di decenni di occupazione. Questo successo permetterà allo  Stato della Palestina e ai suoi cittadini di accedere alla Corte penale e alle altre sedi giuridiche internazionali.

Tuttavia, nel tentativo di privare le vittime palestinesi della giustizia e riaffermare Israele, come Stato al di sopra della legge, diversi paesi hanno esercitato forti pressioni sulla leadership palestinese, persuadendola dal rivolgersi alla giurisdizione internazionale, in cambio di un voto favorevole all’Onu. Questi tentativi di privare i cittadini palestinesi di accedere alla Corte penale internazionale rappresentano un grave esempio di come agli interessi politici venga data la priorità rispetto alla giustizia e allo stato di diritto. E’ inaccettabile, negare al popolo palestinese il diritto di accedere alla giustizia, in cambio di un riconoscimento come Stato non membro osservatore alle Nazioni Unite. Il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese è stato da tempo riconosciuto dall’Onu, e la richiesta di ottenere il nuovo status rappresenta un legittimo sforzo per realizzare questo diritto.

Il popolo della Striscia di Gaza è appena uscito da un’altra offensiva militare israeliana che ha provocato più di 167 morti, tra cui 14 donne e 35 bambini. Più di un migliaio di feriti, di cui un scioccante 97% rappresentato da civili. Questa ultima operazione militare, con i suoi attacchi indiscriminati e sproporzionati, non ha sorpreso il popolo di Gaza. Il fatto che questa aggressione sia potuta accadere è una conseguenza diretta della impunità di cui gode Israele da decenni e che le permette di commettere crimini di guerra e violazioni del diritto umanitario. Durante questi anni di impunità, il popolo palestinese è stato sottoposto a sfollamenti di massa, espropriazioni, isolamento totale e numerose offensive militari su larga scala, caratterizzate da attacchi sistematici contro i civili, le loro proprietà e le infrastrutture pubbliche.

In questo contesto, il Pchr ribadisce il suo sostegno al ricorso per ottenere il riconoscimento dello Stato palestinese, e rinnova la sua richiesta di concedere alla Palestina la possibilità di accedere alla Corte penale internazionale, come ultima istanza per ottenere giustizia e perseguire i colpevoli.