eilmensile.it - 17 febbraio 2012 - Migliaia di palestinesi sono scesi in piazza, questa mattina nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, per manifestare in favore di Khader Adnan, esponente della Jihad islamica, da due mesi in sciopero della fame, per protestare contro la sua detenzione in Israele. Al grido di “siamo tutti Khader Adnan” la folla ha sfilato per le strade. Tra loro diversi esponenti politici. Adnan, 33 anni, rifiuta il cibo dal mese di dicembre, quando è stato arrestato in Cisgiordania e messo in  ‘detenzione amministrativa’, come Israele definisce l’arresto immediato per motivi di sicurezza, senza un atto d’accusa formale né un processo.

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16/2/2012

Khader Adnan scrive al popolo palestinese

Cara nazione palestinese,

porgo un saluto anzitutto al nostro amato popolo e un pensiero va alla nostra religione, un saluto a tutte le genti libere nel mondo.

Ringrazio Iddio per le vostre preghiere e io stesso prego affinché queste mie parole possano giungere a voi, generosi e determinati nell’affermare la libertà dei vostri prigionieri.
A noi, al nostro popolo, Iddio ha riservato il suo messaggero perché il bene possa scendere su di noi.

Oggi il nostro popolo è impegnato nella giusta causa di tutti noi, e lo fa insieme al mondo libero. E’ un’azione per la liberazione dei nostri prigionieri dalle carceri dell’occupazione, in cerca della libertà, dell’orgoglio e della dignità propri, convinti che tutto ciò ci verrà presto restituito.

La nazione, il popolo e il mondo libero sono uniti conto l’occupazione, le sue prigioni, gli abusi e i maltrattamenti su un intero popolo nelle prigioni.
L’occupazione tenta di erodore la nostra dignità e questo sciopero dimostra oggi il volto della disumanità dell’occupazione.

Ho deciso di avviare questo sciopero di fronte ai maltrattamenti subiti dalla mia persona, e dalla mia famiglia per mano dell’Intelligence e dei militari, contro arresto e detenzione – cominciati da Jalama – e contro l’immoralità di indagini e perquisizioni.

E’ stata però la detenzione amministrativa a farmi prendere la decisione di andare avanti. Io respingo questa detenzione perché pronunciata dall’occupazione. Non abbiamo nessun debito con l’occupante, ma c’è qualcuno forse che crede che un giorno un lupo possa trasformarsi in agnello?

Troppi fratelli e sorelle vengono arrestati ogni giorno nella Cisgiordania occupata, nessuna distinzione tra giovani e anziani, incursioni nella notte con attacchi e terrore.
Anche quando non c’è motivo di tensione, l’occupante viene nelle nostre case, lo fa per umiliarci, per porci sotto pressione e negare dignità e senso di sicurezza alle nostre famiglie.

Al mio popolo dico oggi che con questo noi prigionieri palestinesi dell’occupazione non vogliamo segnare nessun record.
Anche io pensavo di essere al sicuro della mia casa quando sono arrivati, hanno maltrattato la mia bambina e la mia famiglia, esattamente come accade nei confronti di decine di famiglie palestinesi nel cuore della notte.

Se anche tutte le istituzioni dell’occupazione dovessero ignorare le mie richieste, allora sarò più determinato di tutti a proseguire con lo sciopero.

Da oltre 29 giorni, altri prigioneri stanno scioperando in solidarietà alla mia iniziativa. Alcuni sono stati trasferiti in ospedale perché molto deboli, ma non intendono fermarsi e seguo anche le vicende degli scioperi fuori da questo ospedale, quegli nelle università, nei circoli religiosi e nelle scuole.

Tutto questo sta provocando il panico nell’occupante, ma anche nel mondo arabo e nel resto del mondo.
Non è forse questo un segno della vittoria del nostro sciopero? Non è forse evidente che la dignità ci verrà restituita? Personalmente credo che a questa vittoria siamo stati destinati.

Infine, un saluto da questo letto dell’ospedale di Safad, araba e islamica. Da qui respiro l’aria della Palestina, della Siria e del Libano.

Il mio affetto e le mie preghiere vanno a tutti i prigionieri palestinesi.

Il vostro caro Khader ‘Adnan