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7/5/2012

Detenuti in sciopero della fame: inasprimento delle violazioni israeliane

Ramallah – InfoPal. A conclusione della riunione che periodicamente vede insieme le fazioni della resistenza palestinese, è stato dichiarato: “Non resteremo a guardare l’inasprimento delle pratiche israeliane contro i prigionieri palestinesi, oggi al 20° di sciopero della fame. Tutto ciò avrà le sue conseguenze”.

E mentre dallo Shin Bet, i servizi d’Intelligence nazionali di Israele, viene diffusa la notizia secondo cui esisterebbe un principio di contrattazione con il Movimento dei detenuti in sciopero, da più parti, in campo palestinese, negano che questo stia avvenendo. 

Da Gaza, il ministro dei Prigionieri, ‘Atallah Abu as-Sabah ammonisce sulla veridicità delle dichiarazioni israeliane, e dice: “E’ pura progaganda per offuscare gli eventi. Nessuna delle richieste dei nostri detenuti in sciopero è stata accolta, neppure ascoltata ancora”.

E infatti, questo è quanto affermano anche dall’Alto comando nazionale del Movimento in sciopero: “La sola autorità deputata a contrattare è l’Alto comando e per una maggiore trasparenza mettiamo a disposizione i nomi dei membri del Movimento che potranno decidere, nell’eventualità di un incontro con l’amministrazione carceraria israeliana: Mohanad Sharim, Mahmoud Sharita, Jamal al-Hour, di Hamas, ‘Alaa’Abu Jazar e ‘Abdel Rahim Abu Houla, di Fatah, Zayed Basisi del Jihad Islamico, ‘Ahed Galma del Fronte popolare (FplP) e Wajdi Juda del Fronte democratico (FdlP). Sono tutti in sciopero della fame.

Di fronte alla mendacità di tali comunicazioni, altre realtà per i prigionieri si appellano al mondo e alla comunità internazionale. Ahrar chiede ai media di tenere alta l’allerta sui detenuti, mentre la Società per i prigionieri chiede alle Nazioni Unite di avviare una commissione d’indagine all’interno delle prigioni, guidata dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (Icrc).

“Qualora decidesse di continuare con questo silenzio, delle pratiche razziste di cui Israele è il diretto responsabile, sarà chiamata a risponderne anche la comunità internazionale. Per gravità legale e umana, le notizie che giungono dalle carceri dell’occupazione non hanno precedenti”.

E’ di oggi un’altra pratica israeliana contro i detenuti, alcuni dei quali, estremamente deboli dopo 20 giorni di sciopero, sarebbero stati trasferiti in celle adiacenti alle sezioni nelle quali sono tenuti i cani da guardia.

“Abbaiano in continuazione, privando del sonno i detenuti in sciopero, e tale privazione costituisce una forma di tortura per definizione”, commenta Ahmed al-Baitawi, riceratore della Fondazione Tadamon.

Aggiornamenti dalle prigioni. Mohammed Jamal an-Natsha, deputato palestinese in prigione, in sciopero della fame e in precario stato di salute invia oggi un appello perché qualcuno dall’esterno riesca a entrare in cella per visitarlo.

Solidarietà con i detenuti. Dodici ex detenuti, tra i quali anche la palestinese ‘Abir ‘Odeh, hanno proclamato ieri lo sciopero della fame dalla tenda sit-in ad al-Bireh (Ramallah).

A Kuala Lumpur, il Centro Palestina per la cultura-Malesia, ha annunciato ieri, in conferenza stampa, una serie di iniziative nazionali per la causa dei detenuti palestinesi in sciopero: attività d’informazione, altre manifestazioni di solidarietà e marce cittadine.