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giovedì 21 giugno 2012 14:29

Empty Stomachs: la battaglia continua
di Luca Salerno

Dopo la vittoria di Mahmoud Sarsak, la battaglia non si ferma. Addameer e Physician for Human Rights chiedono la liberazione di Akram Rikhawi, al 71° giorno di sciopero della fame.

Betlemme, 21 Giugno 2012 - In una nota congiunta l'associazione palestinese Addameer e quella israeliana Physician for Human Rights si dicono molto preoccupate per le condizioni di Akram Rikhawi e chiedono alla comunità internazionale di non abbassare la guardia dopo la vittoria della battaglia di Mahmoud Al Sarsak. 

Rikhawi, attualmente nella clinica della prigione di Ramleh, è molto debole e dopo 71 giorni di sciopero è arrivato a pesare solo 49 kg. Come affermato dall'avvocato di Addameer, Mona Neddaf, dal 16 giugno, dopo che la corte israeliana ha respinto un appello di PHR-I per il suo trasferimento in un ospedale civile, il prigioniero palestinese ha deciso di rifiutare qualsiasi vitamina o integratore, ed ora anche bere acqua per lui è diventato molto difficile (riesce a consumarne solo 1 litro al giorno). La preoccupazione è molto alta dato che il detenuto soffre di diabete ed asma.
Rikhawi, che deve scontare una pena di 9 anni, ha iniziato il suo sciopero il 12 Aprile 2012 chiedendo che la corte israeliana tenga in considerazione le sue condizioni di salute nel decidere sulla possibilità di un rilascio anticipato. I prigionieri palestinesi hanno infatti il diritto di chiedere una riduzione della pena nel caso in cui ne abbiano già scontato i due terzi.

Rikhawi divide la stanza dell'ospedale di Ramleh con un altro prigioniero in sciopero della fame Samer Al-Barq. Samer ha iniziato lo sciopero della fame 32 giorni fa per protesta contro la sua detenzione amministrativa.

Entrambi affermano di subire continue pressioni da parte degli israeliani perché pongano fine allo sciopero della fame.

Solo pochi giorni fa, il 18 giugno, è arrivato l'annuncio dell'accordo per la scarcerazione di Mahmoud Al Sarsak il 10 Luglio, dopo 93 giorni di sciopero della fame. Il giovane giocatore, 25 anni originario della Striscia di Gaza, aveva attirato l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale, in particolare del mondo del calcio. Oltre alle pressioni della FIFA su Israele, sono giunti appelli da singoli giocatori e esponenti dello sport mondiale a favore della liberazione di Sarsak, detenuto senza alcuna accusa ufficiale né un processo.

Ora la speranza è che la comunità internazionale non dimentichi gli altri detenuti palestinesi in sciopero della fame. Nena News