http://www.palestinarossa.it
20 luglio 2012

Salviamo i prigionieri palestinesi in sciopero della fame
Addameer, Al Haq, PHR

Addameer, Al Haq e Physicians for Human Rights – Israel (PHR) reiterano la loro profonda preoccupazione per le vite dei prigionieri palestinesi attualmente in sciopero della fame nelle carceri israeliane, in particolare per Akram Rikhawi, malato e al 99esimo giorno di sciopero.

Secondo la moglie di Akram, che ha parlato con i legali che lo hanno incontrato, la sua salute continua a deteriorare. Akram è ora incapace di muovere la gamba sinistra e la mano sinistra e può spostarsi solo in sedia a rotelle. Due giorni fa, Akram ha tentato di alzarsi in piedi ed è subito caduto a terra battendo la testa. È stato portato all’ospedale di Assaf Harofeh e poi di nuovo ritrasferito nella clinica del carcere di Ramle. Attualmente consuma acqua, sale e vitamine. Akram, che soffre di diabete, asma e osteoporosi, rimane in sciopero della fame, per chiedere il suo immediato rilascio a causa delle sue condizioni di salute.

Il detenuto amministrativo Samer Al-Barq è al suo 59esimo giorno di sciopero della fame, una protesta seguita a un precedente sciopero di 30 giorni. Israele continua a rifiutare di rilasciarlo. L’avvocato di PHR, Mohammad Mahagni, lo ha visitato nell’ospedale della prigione di Ramle questa mattina. Samer ha raccontato che la sua salute sta gravemente peggiorando. Tre settimane fa la velocità del suo cuore è calata a 35 battiti al minuto, uno stato fisico allarmante. Era stato trasferito all’ospedale di Assaf Harofeh per una sola notte, durante la quale era legato al letto dalle manette. Samer ha poi raccontato che l’Israeli Prison Service lo minaccia di nutrimento forzato se non termina subito lo sciopero. Samer soffre di vertigini, perdita di peso, brividi involontari e freddo alle gambe, sintomi che indicano un danneggiamento del sistema nervoso.

Hassan Safadi è al 29esimo giorno di sciopero della fame, dopo averne compiuto un altro lungo 71 giorni contro la sua detenzione amministrativa. Secondo la famiglia di Hassan, la scorsa settimana ha smesso di bere acqua per due giorni e è stato condotto all’ospedale di Assaf Harofeh a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute. Ora è di nuovo nella prigione di Ramle, in isolamento, in attesa dell’udienza del 25 luglio. L’udienza potrebbe stabilire se rinnovare o meno l’ordine di detenzione amministrativa, dato che Hassan era uno dei prigionieri parte dell’accordo con Israele per porre fine allo sciopero della fame di massa dei prigionieri palestinesi.

Se la detenzione amministrativa è concessa dalla legge umanitaria internazionale, può essere utilizzata solo in circostanze eccezionali perché viola i diritti umani basilari, compreso quello ad un giusto processo. Infatti, il diniego ad avere un processo equo costituisce una grave violazione della IV Convenzione di Ginevra. Inoltre, il Parlamento Europeo ha fatto appello ad Israele nel settembre 2008 perché “garantisca che gli standard minimi della detenzione siano rispettati, porti tutti i prigionieri di fronte ad un tribunale per porre fine all’uso degli ordini di detenzione amministrativa”. Il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha più volte affermato che le detenzioni amministrative prolungate espongono i prigionieri al rischio di “torture, maltrattamenti e altre violazioni dei diritti umani”.

Un quarto prigioniero, Ayman Sharawna, è giunto oggi al 19esimo giorno di sciopero della fame. Ayman era stato rilasciato nell’accordo Shalit dello scorso ottobre per essere poi riarrestato il 31 gennaio. Nessuna accusa è stata mossa nei suoi confronti. Ayman è attualmente in isolamento nel carcere di Rimon.

Un avvocato di Addameer ha presentato richiesta per fare visita agli scioperanti nel carcere di Ramle, richiesta rifiutata fino a lunedì 23 luglio. A tutti i prigionieri in sciopero è ad oggi vietato l’accesso a medici indipendenti. Domani due appelli saranno presentati da PHT alla Corte Distrettuale, in merito alle visite mediche per Akram e Samer. Alla luce del deterioramento delle loro condizioni, Addameer, Al Haq e PHR chiedono alla comunità internazionale di intervenire immediatamente a loro favore e di chiedere:

-                visite libere da parte di medici indipendenti agli scioperanti;  

-                l’immediato trasferimento di Akram Rikhawi e Samer Al-Barq in ospedali pubblici e il trasferimento di tutti i prigionieri che rifiutano il cibo da oltre 40 giorni;  

-                il non utilizzo delle manette negli ospedali;  

-                l’autorizzazione a visite familiari quando i prigionieri sono ancora lucidi;  

-                che tutte le informazioni in merito alle loro condizioni di salute siano fornite ai familiari, una responsabilità dell’ospedale e dello staff medico secondo gli standard di etica medica;  

-                che ad Akram sia garantito il rilascio su basi umanitarie;  

-                che Hassan Safadi e Samer Al-Barq, insieme a tutti gli altri detenuti amministrativi, siano immediatamente rilasciati senza condizioni;  

-                che il Parlamento Europeo invii subito una missione di inchiesta che includa i membri del Sottocomitato per i Diritti Umani affinché si investighi sulla detenzione dei palestinesi nelle carceri israeliane.