Fonte: http://www.dci-palestine.org/documents/israeli-soldiers-break-silence-abuse
http://www.palestinarossa.it/
31 agosto 2012

Soldati Israeliani Rompono Il Silenzio Sugli Abusi
By Defence for Children International
 Palestine Section
Traduzione a cura di Luca Utopia

Testimonianze di 30 ex soldati e comandanti ritraggono una cultura di violenza e abusi diffusa tra le forze di difesa israeliane (IDF)  nei confronti dei minori Palestinesi, secondo un rapporto pubblicato ieri ai media internazionali e approfonditi in un articolo di questo fine settimana nel giornale più venduto in israele; Yedioth Ahronoth.

Il dibattito sul trattamento dei bambini Palestinesi è cresciuto da quando 60 dei più prestigiosi esperti nel settore infantile, accademici e psicologi hanno scritto al primo ministro Benjamin Netanyahu protestando contro i violenti arresti e contro un certo tipo di investigazioni che ignorano la legge.

Questo nuovo rapporto è di Breaking the Silence, un’organizzazione  di ex soldati composta nel 2004 e che ha raccolto ad oggi più di 850 testimonianze di ex soldati, soldati e comandanti sugli abusi che hanno commesso o di cui sono stati testimoni.

In risposta al reportage, l’esercito israeliano (IDF) ha detto al “The Weekend Australian”:

“Breaking the Silence è stato invitato a rivelarci le testimonianze e le affermazioni raccolte in materia di attività dell’IDF, prima che esse vengano pubblicate, in ordine di poterle verificare.”

“Per una questione politica, l’organizzazione sceglie di non fornire all’IDF e ad altri rilevanti organi competenti, il materiale necessario per investigare.

Dalla raccolta di testimonianze per lunghi periodi di tempo e dal rifiuto di fornirci maggiori informazioni , (Breaking the Silence) dimostra le sue vere intenzioni; l’organizzazione mira a fare pubblicità negativa all’esercito e ai suoi soldati.”

In risposta, Yehuda Shaul di Breaking the Silence, ha detto:

“Più di 70 degli ex soldati, soldati o comandanti hanno deciso di rivelarsi pubblicamente con nome e identità; e io sono uno di loro. Se l’esercito israeliano fosse stato interessato a indagare le nostre rivendicazioni, probabilmente l’avrebbe già fatto e saremmo già stati convocati per gli interrogatori.”

Il rapporto ha coinciso con una serie di violenze contro i Palestinesi.

la polizia israeliana ha descritto come un “linciaggio” l’incidente avvenuto a Gerusalemme questa settimana in cui decine di persone hanno visto una folla di giovani ebrei colpire un 17enne Palestinese che aveva perso conoscenza.

I media israeliani hanno detto che il gruppo girava per la città cantando: “Morte agli arabi” fino al momento in cui si sono scatenati sull’adolescente.

“Stavano cercando un arabo, per poterlo ferire.”, ha detto la polizia.

In casi separati sei Palestinesi, COMPRESO UN BAMBINO DI 5 ANNI, sono stati bruciati ma non uccisi, quando un gruppo probabilmente di ebrei coloni, hanno lanciato esplosivi al loro autobus.

Il Dipartimento di Difesa delle Nazioni Unite definisce TERRORISMO gli attacchi dei coloni ebrei.

Anche questa settimana sono stati ripresi in un video dei soldati israeliani picchiare giornalisti Palestinesi chiaramente contrassegnati dal logo tipico dei giornalisti, “PRESS”.

L’Associazione Estera della stampa ha scritto all’IDF: “I soldati dimostrano, attaccando i nostri colleghi, di comportarsi come un branco di teppisti.”

L’IDF sta investigando.

Il nuovo rapporto è costituito da testimonianze di soldati che hanno servito in Cisgiordania e anche al di fuori e nella Striscia di Gaza; dal 2005 allo scorso anno.

Nonostante una sentenza della Corte Suprema abbia condannato l'uso di bambini come "scudi umani", ex soldati hanno detto che questa pratica continua.

Il reportage afferma che le testimonianze “servono come testimonianza della predisposizione del sistema militare verso un’aumento dell’immoralità”.

Un ex soldato ha detto che il suo comandante ha picchiato un ragazzo Palestinese "a sangue"  così forte che ha rotto il suo manganello. "Quel ragazzo era ridotto ad un tale disastro, fatto a pezzi," ha detto.

Ha detto che il comandante, di fronte ai genitori del ragazzo, poi ha messo una canna di fucile nella bocca del ragazzo dicendo: "Chiunque si avvicina, lo uccido non mi infastidite."

Un altro ex soldato ha detto che quando i soldati erano annoiati avrebbero provocato una sommossa. "Andavamo fino alle finestre di una moschea, rompevamo i vetri, gettavamo una granata stordente che faceva un gran “boom”, così facendo avremo ottenuto come risposta una sommossa", ha detto.

“Nel migliore dei casi, nel bel mezzo della preghiera, che li infastidisce di più.”

Un ex soldato della Brigata Kfir ha detto che un soldato avrebbe messo i bambini contro un muro e avrebbe colpito loro “tra le gambe”. Ha fatto cantare l'inno nazionale israeliano “e se non cantavano a ritmo, avrebbero ricevuto un colpo con il bastone nelle loro ginocchia.”

Un ex membro della marina detto che ogni mattina colpi sarebbero stati sparati ai bambini a Gaza, “al punto che il fuoco è stato puntato alle loro gambe, alle gambe dei ragazzi che si trovavano sulla spiaggia o che guidavano una canoa in acqua." Un comandante ha detto di aver gettato una granata stordente verso un bambino di sette anni, per farlo scappare.