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giovedì 11 ottobre 2012 11:39

Tribunale Russell: "USA complici di Israele"

La corte privata, nata per la guerra in Vietnam, accusa Washington di fornire sostegno economico e militare e impunità alle violazioni contro il popolo palestinese

Roma, 11 ottobre 2012, Nena News - Da New York si alza la voce del Tribunale Russell sulla Palestina: gli Stati Uniti sono colpevoli di complicità con le violazioni dei diritti umani e i crimini commessi da Israele contro il popolo palestinese. La speciale corte, nata durante la guerra in Vietnam nel 1967, è un corpo privato creato dal filosofo inglese Bertrand Russell e dal francese Jean Paul Sartre e volto a investigare la politica estera americana e l'intervento armato in Vietnam. Dal 2008 - anno dell'Operazione Piombo Fuso contro la Striscia di Gaza - si occupa di Palestina e il suo ultimo atto è giunto nella conferenza stampa di lunedì a New York: dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, Washington è responsabile di complicità nella violenta repressione israeliana contro la Palestina. "Il Tribunale ritiene che il progetto di espansione coloniale israeliana in atto, le sue politiche razziali, così come il militarismo violento non sarebbero possibili senza il sostegno economico, militare e diplomatico degli Stati Uniti - si legge nella bozza del rapporto della corte - Si è creata una situazione per cui Israele ha ottenuto uno status di immunità e impunità per la sua totale mancanza di rispetto delle norme e gli standard del diritto internazionale, con l'aiuto degli Stati Uniti". In particolare, secondo il Tribunale, Washington permette a Tel Aviv di lavorare per rimanere uno Stato esclusivamente ebraico "a spese dei diritti umani del popolo palestinese" e in violazione della legge internazionale, in primis della Convenzione di Ginevra e della giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia. 

Durante la conferenza stampa, la corte ha inoltre imputato a Israele e Stati Uniti la mancata presenza alla quarta sessione del Tribunale, nonostante i numerosi inviti ricevuti. Nell'ultimo rapporto si elencano le violazioni israeliane, a partire dalla negazione del diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione e del diritto al ritorno dei profughi palestinesi (garantito dalla risoluzione Onu 194 del 1948), la sistematica violazione delle centinaia di risoluzioni delle Nazioni Unite in merito ai Territori Occupati e del diritto del popolo palestinese a usufruire delle proprie risorse naturale e delle terre.

A cui si aggiungono la costruzione del Muro di Separazione (considerato illegale dalla Corte Internazionale), la creazione di colonie in territorio palestinese, l'espulsione continua di residenti palestinesi dal proprio territorio, la demolizione sistematica di case palestinesi, maltrattamenti e torture nei carceri israeliani e l'utilizzo della detenzione amministrativa contro i prigionieri politici palestinesi. Nena News