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11 giugno 2012

Israele, detenuto palestinese in sciopero della fame rischia la vita

Anche l”Onu si è mossa, 11 giugno, per chiedere a Israele la liberazione immediata di Mahmoud Sarsak, un calciatore della nazionale palestinese. Con oggi sono 84 giorni che il giocatore non mangia, per protesta contro una detenzione avvenuta senza processo e senza accuse precise.

Sarsak è stato arrestato nel giugno del 2009. Dalla Striscia di Gaza, dove è cresciuto, cercava di raggiungere la Cisgiordania e la sua Nazionale per una partita a cui doveva prendere parte. È stato bloccato dalle forze di sicurezza israeliane e da quel momento nessuno dei suoi famigliari ha più visto il giovane.

“Non lo abbiamo mai incontrato”, racconta sua madre, “Abbiamo sue notizie solo tramite l’avvocato. Era innamorato dello sport. Se gli dicevamo per esempio di andare al mercato, lui rispondeva di no, voleva andare alla partita o agli allenamenti. Tutta la sua vita è sui campi da calcio”.

Ora la vita del giovane calciatore sembra essere in pericolo. Dopo quasi tre mesi di sciopero della fame, infatti, Sarsak, sente il suo corpo che smette progressivamente di collaborare. Lo scorso venerdì 8 giugno, nella Striscia di Gaza, si è pregato per la sua vita.

“Siamo preoccupati perché in caso di emergenza, eventualità molto probabile durante uno sciopero della fame così lungo, non saranno in grado di fornire le cure adeguate”, ha dichiarato Anat Litvin, dell’organizzazione israeliana Medici per i diritti umani.

Attivisti di tutto il mondo si sono mossi per chiedere alla comunità internazionale di intervenire a favore della liberazione del calciatore palestinese. Secondo fonti vicine a Sarsak, il giovane sarebbe addirittura su un letto di morte, e potrebbe soccombere da un momento all’altro a causa del suo fermo rifiuto a prendere cibo.

Le proteste, le manifestazioni e tutte le petizioni online a favore della liberazione del giovane venticinquenne sembrano però avere poco effetto sulle autorità israeliane. Il suo legale, Mohammed Jabarin, ha dichiarato che il termine per il suo arresto è stabilito al 22 agosto prossimo. Ma non ci sono garanzie che le autorità israeliane non lo rinnovino di altri 6 mesi, come hanno sempre fatto nel corso di questi 3 anni.