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15 marzo 2012

Hana al-Shalabi continua il suo sciopero della fame

Un comunicato congiunto della Ong palestinese in difesa dei diritti dei prigionieri politici, Addameer, e della sezione israeliana dei Medici per i Diritti Umani hanno informato rispetto al pessimo stato di salute della prigioniera politica palestinese Hana al-Shalabi.  Soffre di “artrofia muscolare avanzata, eccessiva perdita di peso, una riduzione significativa di zucchero nel sangue, forti capogiri e gravi dolori muscolari su petto e schiena soprattutto”, la sua famiglia, le associazioni per i diritti umani e le Ong stanno cercando di fare pressione: una soluzione deve esser trovata. Hana è in sciopero della fame dal 16 febbraio, beve solo acqua.

La sua storia è quella di una normale residente (da 30 anni) nella città di Burquin, nord della Cisgiordania, quando il 18 ottobre 2011 viene arrestata ed accusata di omicidio. Insieme ad altri mille prigionieri palestinesi fu liberata a seguito dell’accordo tra il governo israeliano ed Hamas (che prevedeva appunto la liberazione di 1.027 prigionieri politici palestinesi in cambio del soldato israeliano Gilad Shalit). Rimase in cella per oltre due anni ma poi il 16 febbraio, appena pochi mesi dopo il suo rilascio, fu arrestata un’altra volta. Non è la sola ad aver subito questo particolare trattamento: molti altri palestinesi sono dovuti rientrare in carcere dopo che sono stati lasciati liberi a seguito dello scambio, come confermano anche alcune Ong. Hana ha subito percosse, la sua famiglia è stata picchiata e hanno dovuto subire numerosi maltrattamenti dalle forze israeliane. Dopo essere stata portata al Salem Detention Center, la prigioniera è stata sottoposta ad ulteriori percosse, umiliazioni e violenze. Durante il suo primo sciopero della fame, nella prima detenzione, è stata portata inguistificatamente in isolamento oltre ad aver ancora subito maltrattamenti dalle forze israeliane.

Hana al-Shalabi è ancora, come per più di trecento palestinesi, in “detenzione amministrativa”: uno strumento giuridico che consente ai tribunali militari israeliani nei territori occupati di imprigionare una persona sulla base di prove segrete che né il prigioniero né il suo avvocato possono sapere. Continuerà il suo sciopero della fame.