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18 aprile 2012

Una “normale operazione di rimpatrio”, il racconto del testimone a E – il mensile
di Mario Di Vito

“Una normale operazione di rimpatrio”. Così Francesco Sperandeo si è sentito rispondere alle sue rimostranze sui due passeggeri tunisini ‘rimpatriati’ in Italia su un aereo di linea Alitalia, impacchettati con manette e nastro adesivo intorno alla bocca. Una foto, postata questa mattina su Facebook, che in poche ore sta facendo il giro del web, suscitando lo sdegno di gran parte della comunità virtuale. “Eravamo sul volo Roma-Tunisi delle 9:20 di Alitalia”, racconta Sperandeo, che viaggiava insieme al regista Vincenzo Terracciano, con cui sta girando un film. “Ci hanno fatto sedere davanti perché dicevano che c’erano dei problemi. Abbiamo visto questi due tunisini accompagnati da quattro poliziotti in borghese. Stavano lì, ammanettati e con questo nastro adesivo da pacchi marrone, avvolto con più giri intorno al loro viso. Abbiamo fatto le nostre rimostranze, ma ci hanno risposto che si trattava di una normale operazione di rimpatrio”.

Un’operazione talmente normale che gli altri passeggeri non hanno avuto assolutamente nulla a che ridire. “Soltanto io e il mio compagno di viaggio abbiamo protestato per questa situazione disumana. I due tunisini viaggiavano con tutti gli altri passeggeri, che c’hanno addirittura invitato a sederci… Avevano fretta e dicevano che noi stavamo ritardando le operazioni di volo”. Andando a dare un’occhiata ai vari regolamenti che si applicano nelle “normali operazioni di rimpatrio”, però, da nessuna parte si accenna all’uso del nastro adesivo come bavaglio, a fermare una mascherina da ospedale piazzata sulla bocca. Ufficialmente nessuno – anche tra le forze dell’ordine – ha mai sentito parlare di una cosa del genere.

I due ‘rimpatriati’ erano accompagnati da quattro persone che si sono presentate a Sperandeo come uomini della polizia di Stato. Anche le hostess hanno invitato i due a sedersi e a darsi una calmata, che bisognava partire e non c’era troppo tempo da perdere in chiacchiere. Scene di ordinario orrore, talmente ordinario che può andare in scena un mercoledì qualsiasi, su un volo di linea. Come se niente fosse.

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