The Epoch Times
7 novembre 2012

Prima del Congresso del Partito, cinque auto immolazioni tibetane
di Jack Phillips

In quello che è stato il più drammatico incidente di questo tipo, tre giovani monaci tibetani, una giovane madre e un altro Tibetano si sono dati fuoco per protestare contro il dominio cinese, alla vigilia del 18° Congresso Nazionale del Partito Comunista.

I tre monaci, di 15 e 16 anni, si sono dati fuoco a Ngaba, provincia del Sichuan, nelle vicinanze del monastero Ngoshul, dove, secondo il gruppo di difesa Free Tibet, diverse auto immolazioni, nei mesi recenti, hanno avuto luogo. Solo il monaco quindicenne di nome Dorjee è morto, mentre la posizione dei due monaci sopravvissuti è attualmente sconosciuta.

I leader tibetani in esilio hanno chiesto la fine delle auto immolazioni. Sia loro che i gruppi per i diritti umani sostengono che i Tibetani siano portati a compiere tali gesti per la disperazione provocata dalle politiche repressive del regime cinese.

Le autorità cinesi locali hanno aumentato la sicurezza in quell’area, come di norma al verificarsi di incidenti simili.

“I tre si sono auto immolati la sera, dinanzi alla stazione di polizia Ngatoe Gomang”, secondo quanto il monaco esiliato Lobsang Yeshi ha riferito a Radio Free Asia. Ha inoltre affermato che i monaci sopravvissuti, Samdrub e Dorje Kyab, sono stati portati ad un ospedale locale.

È la prima volta che tre Tibetani si sono auto immolati nello stesso luogo ed è la prima volta che cinque incidenti di auto immolazione hanno avuto luogo lo stesso giorno. Ad ora, sono circa 68 le auto immolazioni di Tibetani a partire dal 2009 e molti di loro erano giovani monaci.

Probabilmente i Tibetani hanno scelto consapevolmente di incendiarsi prima dell’inizio del 18° Congresso Nazionale del Partito, anticipato ad oggi. Il Congresso durerà una settimana e vedrà un cambio della leadership ai più alti vertici del Partito Comunista Cinese. Nei giorni recenti, in alcune aree tibetane il regime cinese ha tagliato le telecomunicazioni e le linee elettriche, ha dispiegato le forze di sicurezza e condannato monaci e altri Tibetani a lunghe pene detentive, secondo dei gruppi tibetani.

Anche una madre tibetana di 23 anni, identificata come Tamdrin Tso della prefettura Malho nella provincia del Qinghai, si è incendiata morendo sul posto, secondo RFA.

“Negli ultimi 15 giorni, Tamdrin Tso ha tenuto delle preghiere per gli altri manifestanti che si sono auto immolati in Tibet e oggi si è data fuoco lei stessa”, ha detto Dorje Wangchuk dell’Istituto Norbulingka a Dharamsala, India, che ha citato fonti interne alle aree tibetane.

Nel quinto incidente, un Tibetano si è dato fuoco nella contea Driru, prefettura di Nagchu, della Regione Autonoma del Tibet, secondo l’emittente.

“C’era molta commozione e vi erano urla sul posto, da parte dei Tibetani. Le forze di sicurezza cinesi sono arrivate immediatamente, ma i dettagli, come il nome della persona auto immolata, rimangono sconosciuti”, secondo un monaco tibetano non identificato.

Navi Pillay, Alto Commissario per i Diritti Umani presso le Nazioni Unite, in un intervento sulle auto immolazioni, si è appellato alle autorità cinesi perché rispondano alle lamentele dei Tibetani.

“Posso comprendere le sensazioni di frustrazione e disperazione dei tibetani, che li hanno portati a ricorrere a questi mezzi estremi”, ha detto Pillay lo scorso venerdì. “Ma ci sono altri modi per esprimere questi sentimenti”.

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