The Epoch Times
24 ottobre 2012

Tibet in fiamme, il governo in esilio chiede di agire
di Alex Johnston

Un uomo tibetano si è dato fuoco mercoledì, portando a otto i tibetani che si sono dati fuoco nel mese scorso in segno di protesta contro la repressione per mano delle autorità comuniste cinesi. I leader tibetani in esilio hanno fatto appello alla comunità internazionale per fare qualcosa al riguardo.

Una serie di spiacevoli immagini pubblicate sul sito International Campaign for Tibet mostrano Rinchen Dorje correre tra le fiamme vicino al monastero di Labrang nella Provincia del Gansu, prima di cadere: è poi morto per le ferite riportate. È il secondo incidente di questo tipo all’esterno del monastero in due giorni.

I soldati cinesi sono in una situazione di stallo con gli abitanti della città che cercavano di proteggere il suo corpo per portarlo all’interno del monastero. Dorje aveva sui cinquanta anni e vendeva pane nel monastero.

Il Governo tibetano in esilio, che aveva recentemente chiesto ai tibetani che vivono in Cina di non auto-immolarsi, ha commentato che la repressione cinese sta portando la gente a darsi fuoco. Il Parlamento tibetano ha espresso “profonda tristezza” nei confronti delle auto-immolazioni.

A partire dal febbraio 2009, 58 tibetani si sono dati alle fiamme: la maggior parte è morto per le ferite, ma il tasso delle auto-immolazioni è aumentato.

In una dichiarazione, il Governo in esilio ha detto che vi è una “repressione sistematica della loro libertà di religione e dei diritti umani, la distruzione della lingua tibetana, della cultura e dell’ambiente; oltre all’assimilazione della nazionalità tibetana tramite un massiccio afflusso cinese in Tibet”.

Il regime comunista cinese, si legge nel comunicato, è “l’unico responsabile per le continue auto-immolazioni dei tibetani in Tibet, in quanto si rifiuta di affrontare le cause sottostanti del problema, intensificando invece le misure volte a sopprimere il popolo tibetano”.

Il Governo in esilio ha anche inviato un avvertimento al regime cinese, affermando che se non fa un allentamento del giro di vite sulle aree tibetane, allora la situazione non potrà che peggiorare ulteriormente.

Gli altri governi, ha continuato, dovrebbero fare pressione sulle autorità cinesi per portare a cambiamenti significativi.

Fonti locali hanno riferito al Tibet Post International che il corpo di Dorje è stato preso dai tibetani che vivono nella zona della sua città natale.

L’incidente ha portato anche all’invio di un gruppo di forze di sicurezza armate da parte dei funzionari cinesi a Sayue, nei pressi del monastero, secondo il Post. Le forze armate hanno anche tagliato internet e le linee di telecomunicazione nella zona dopo l’auto-immolazione, un fenomeno già successo negli incidenti precedenti.

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