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7 – 8 novembre 2012

Traduzione tratta da diverse fonti (ndr)

Cinque tibetani, inclusa una givane mafre e tre monaci adolescenti, si sono immolati mercoledì 7 novembre in segno di protesta contro l’occupazione cinese. Nella più numerosa immolazione in un solo giorno, innescando dimostrazioni di massa nell’area di Rebkong. I tre monaci del Monastero di Ngoshul; Dorje 15 anni, Samdrup 16 anni e Dorje Kyab 16 anni si sono immolati di fronte alla stazione di polizia nella città di Ngaba, intorno alle 3:00 del pomeriggio, chiedendo libertà per il Tibet e il ritorno del Dalai Lama. Dorje è spirato sul posto, mentre gli altri due sono stati portati all’ospedale dalle forze di sicurezza. Attualmente severe misure di restrizione, vengono attuate da un gran numero di forze di sicurezza che impediscono la libertà di circolazione per i tibetani, anche il Monastero di Ngoshul è stato sottoposto ad un dura regime di sorveglianza. Diverse fonti confermano.

La giovane madre di 23 anni, si è immolata nel Gemar Market, contea di Rebkong. In seguito all’immolazione molte migliaia di tibetani si sono radunati nell’area del mercato, un centro con molti negozi e una scuola, gridando slogan per il Tibet libero. Diverse fonti confermano.

Il quinto martire si è immolato nella cittadina di Bekar, contea di Driru. Un monaco tibetano residente nell’India meridionale racconta: - Ho saputo dell’immolazione alle 8 di sera quando stava avvenendo, mentre ero al telefono … c’era una grande commozione e grida dei tibetani sulla scena. Le forze di sicurezza sono arrivate immediatamente, ma altri dettagli come il nome del martire rimangono ancora sconosciuti.

Sophie Richardson, direttore della sezzione di Human Rights Watch in Cina, descrive le immolazioni come: - uno straordinario atto di disperazione … continuano perché non ci sono risposte sensate da parte del governo centrale, che avrebbe il potere di cambiare la situazione per il meglio … il numero e gli scopi delle immolazioni suggeriscono una dichiarazione molto profonda di espressione e disperazione che il governo cinese farebbe bene a prendere in considerazione. –

Il Parlamento tibetano in esilio sollecita il nuovo governo di Xi Jiping dal desistere dall’attuale politica di evasione e di falsificazione, non accettando l’esistenza di un problema tibetano … e chiede di ravvivare i contatti per risolvere l’annosa questione.

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