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27 ottobre 2012

Una catena di immolazioni ha percorso ieri, venerdì 26 ottobre, il Tibet occupato.

Achok Lhamo Tseten di 24 anni, di Achok Yultso un villaggio vicino a Labrang nella provincia di Sangchu, è morto venerdì 26. Stava pranzando con gli amici al ristorante, quando è uscito lentamente, poi improvvisamente, tra le grida della folla, è corso nella strada avvolto dalle fiamme. Così racconta un testimone oculare. Gridando slogans per la libertà del Tibet e il ritorno del Dalai lama, prima di soccombere alle fiamme stringendo le mani e continuando a gridare fino all’ultimo respiro. Il corpo è stato protetto dai tibetani presenti che hanno impedito alla polizia di avvicinarsi, poi lo hanno coperto con un abito giallo e lo hanno portato alla sua casa. Mentre i residenti dei dintorni arrivavano ad Amchok con ogni mezzo per manifestare il loro rispetto al sacrificio del giovane.

Poco meno di sei ore più tardi, verso le otto di sera, Tsepak Kyab di 21 anni si è immolato nella strada della cittadina di Sangchok, sempre nella provincia di Sangchu, egli si è dato alle fiamme gridando slogans per il ritorno del Dalai Lama e per la liberazione di tutti i prigionieri politici, incluso il Panchen Lama. Nessun cinese era presente a causa dell’ora serale, ma quando la polizia eè giunta sul posto i tibetani presenti hanno impedito che portassero via il corpo, che in seguito è stato portato alla sua casa, dove sono state recitate le preghiere di rito.

Infine nel sito del Governo tibetano in esilio si legge che altri due tibetani si sono immolati nella contea di Driru, prefettura di Nangchu, dove Gudrup, uno scrittore di 43 si immolò lo scorso mese. Più tardi la sezione tibetaane di Voice of America, informa che i due si sono immolati vicino al monastero di Palkar. Uno di loro si chiamava Tsebup ed è spirato sul posto, ma al momento non si hanno notizie della sorte dell’altro. Alcune fonti denunciano la restrizione delle vie di comunicazione con l’esterno.