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giovedì 27 giugno 2013

Scrittori israeliani contro la Firing Zone 918

Ventiquattro autori, guidati da David Grossman, firmano una petizione contro l'espulsione forzata di otto villaggi palestinesi a Sud di Hebron. E fanno visita alle comunità.

Roma, 27 giugno 2013, Nena News - A difendere i villaggi palestinesi delle Colline a Sud di Hebron scendono in campo anche gli scrittori israeliani: 24 noti autori hanno firmato una petizione in cui chiedono di fermare l'espulsione forzata delle comunità palestinesi intrappolate nella cosiddetta Firing Zone 918 (leggi la storia).

Gli scrittori israeliani sono parte di un gruppo più ampio, ribattezzatosi "Help Save the Palestinian Villages in the South Hebron Hills". Tra loro anche David Grossman: "Non possiamo portare la pace oggi - si legge nella petizione - Ma almeno possiamo mostrare cosa accade e condannare questo oltraggio locale. In un contesto di occupazione e di cinismo, ognuno di noi ha l'obbligo morale di provare ad alleviare le sofferenze, di fare qualcosa contro il gigante dell'occupazione e la sua mano crudele".

Non solo: martedì quattro di loro (Sayed Kashua, Alona Kimhi, Eyal Megged e Zeruya Shalev) hanno fatto visita insieme a attivisti e giornalisti a tre dei villaggi minacciati di espulsione dal governo israeliano che considera le comunità "illegalmente residenti". "Penso che la società israeliana sia stanca - ha detto Zeruya Shalev - Ma ogni tanto deve svegliarsi". "La nostra idea dell'occupazione è divenuta nel tempo astratta e virtuale - ha aggiunto Alona Kimhi - So che nessuno parla di occupazione oggi, non è più parte del lessico israeliano, ma esiste. Faccio visita a questo luogo per dire alla gente di Israele che tutto ciò viene fatto a nome nostro".

Il 15 luglio prossimo la Corte Suprema israeliana si pronuncerà sul piano di sgombero forzato di otto dei dodici villaggi, unilateralmente finiti all'interno dei confini della Firing Zone, zona militare per le esercitazioni dell'IDF creata negli anni Settanta. Da allora è cominciata una battaglia tra i dodici villaggi (Tuba, al-Mufaqarah, Isfey, Maghayir al Abeed, al-Majaz, at-Tabban, al-Fakheit, Halaweh, Mirkez, Jinba, Kharoubeh e Sarura) e Tel Aviv. Petizioni, campagne mediatiche, marce di protesta per fermare le espulsioni di comunità pastorali e contadine che vivono nelle colline da generazioni.

Sono oltre mille le persone a rischio di trasferimento forzato. I quattro scrittori firmatari hanno fatto visita ad alcuni villaggi, si sono seduti con i residenti e parlato con loro, conosciuto le loro storie: "Credo che questo fare qualche differenza", ha commentato Lecker, uno degli avvocati israeliani che segue il caso, annunciando la presenza degli scrittori in tribunale il prossimo 15 luglio. "Penso che la loro partecipazione all'udienza sarà ancora più ampia - ha detto uno dei leader del villaggio di Jinba, Othman Jibril - Qui non abbiamo medici e avvocati. Siamo contadini e pastori. Viviamo della terra". Nena News

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