Nahla Shalaby giornalista e scrittrice libanese

Il problema del conflitto tra islamismo e laicità è secondario in Palestina ed è secondario anche in Libano, non significa che non esista ma solo che è secondario. E penso che sia secondario anche in Tunisia e in Egitto, voglio dire che sono state fatte delle rivoluzioni meravigliose, dove le società civili si sono sbarazzate di regimi molto oppressivi e corrotti che avevano schiavizzato le loro popolazioni. Quindi hanno ereditato tutti i problemi legati a questi regimi, non è perché li hanno fatti cadere politicamente che questi problemi sono scomparsi, siamo all’inizio di un processo che chiamiamo processo transitorio.

Ma in effetti quando riflettiamo e identifichiamo le problematiche su cui affrontare delle discussioni e dei compromessi, ritorniamo rapidamente ad una battaglia attorno al potere, mentre il potere è un fattore secondario anche se siamo obbligati a trattare con la questione del potere. Alla questione del potere dovremmo sovrapporre la ricerca del modo in cui si esce dagli scenari della gestione catastrofica di queste società con problemi economici, sociali eccetera … invece, abbiamo ridotto tutta la discussione alla dimensione del potere.

Abbiamo fatto anche un secondo errore, che può minacciare l’avvenire della rivoluzione, che è il conflitto intorno all’identità, è vero che noi siamo, al plurale, molteplici identità intellettuali, ideologiche, e altre. Ovviamente le società mono ideologiche non esistono e chi dice che esistono è un fascista. Invece di discutere sui programmi e sulle decisioni da prendere, per esempio come ci confrontiamo con la famiglia, mi verrebbe da dire donando alle famiglie più povere cento dollari al mese ma togliendo tutte le altre sovvenzioni statali, questa sarebbe la nuova proposta, discutiamo del fatto che voi siete islamisti e noi laici o di sinistra e le nostre identità sono contraddittorie. Mentre l’Islam come la sinistra sono ideologie multiple e ci sono dei neoliberisti anche tra coloro che si dicono di sinistra, così come ci sono persone per bene nell’Islam.

E per ritornare alla discussione intorno ai programmi e alle scelte è questa discussione che è mancata, non perché non debba esistere, ma perché ci sono forze che spingono sul tema di chi detiene il potere. Una demagogia islamologa che non ha senso, posso dire per esempio che in Tunisia il partito islamico di maggioranza è partecipato da neoliberisti così come da socialisti, in effetti è nell’interesse delle forze controrivoluzionarie, le più reazionarie, di strumentalizzare il partito attorno al problema dell’identità anziché occuparsi del che fare per i tunisini e la Tunisia.

Penso che il conflitto sull’identità sia reale, esiste anche nel cuore di questi due popoli, ma costruire la politica intorno a questo conflitto sia un errore strategico e tattico che minaccia l’avvenire della rivoluzione.

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