SitoAurora
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21 marzo 2013

Cargill, Kissinger e l’armamento di Saddam Hussein
di Dean Henderson
Traduzione di Alessandro Lattanzio

Gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali non erano interessati alla questione del duplice uso nel rifornire l’Iraq, durante gli anni ’80. Dal 1985 al 1990, 771 licenze per l’esportazione dagli USA all’Iraq per prodotti a duplice uso, furono approvate, mentre gli appaltatori della difesa degli Stati Uniti, non contenti dei soldi degli ayatollah, armavano l’Iraq, mentre la CIA forniva intelligence a Saddam. Quando nel 1987 Hussein gassò i curdi del PUK sostenuti dal Mossad, il presidente Reagan si oppose alle sanzioni all’Iraq. Invece, l’agente del Mossad Gerald Bull e la sua Space Research Corporation aiutavano gli iracheni a sviluppare tre “supercannoni”, nome in codice Babylon. La Space Research era controllata dalla famiglia canadese Bronfman, gli “uomini whisky” della Pure Drug Company, la cui Eagle Star Insurance era intrecciata con le banche Silver Triangle Canadian. Bronfman sposò un membro della famiglia Rothschild e lanciò la carriera del  boss mafioso di Detroit ed insider della United Brands Max Fischer e del mafioso Jacobs Buffalo, che opportunamente possedeva le concessioni per le piattaforme di perforazione petrolifera del Golfo del Messico. La polizia di Montreal individuò Mitchell Bronfman quale boss della criminalità organizzata. [1]
Gerald Bull spacciava armi della CIA in Sud Africa, dove la Space Research forniva armi e consiglieri ai terroristi dell’UNITA in Angola e della RENAMO in Mozambico, sotto la direzione del capo della stazione CIA in Angola James Potts. [2] Bull fu introdotto presso gli iracheni dal trafficante di armi di origine armena Sarkis Soghanalian, uomo della CIA che aveva fornito agli iracheni gli elicotteri della Bell. [3] Quando il viceprimo ministro belga André Cools scoprì un memo che svelava il programma di Bull e i suoi legami con la CIA e il Mossad, sia Cools che Bull vennero assassinati. La BCCI aiutò Bull a contrabbandare propellente per le superarmi dal Belgio all’Iraq e sul prestito da 72 milioni di dollari della Bank of America per la finanziatrice della Space Research, la Banca Nazionale del Lavoro (BNL). La BNL aveva i suoi uffici negli Stati Uniti presso il lussuoso Peachtree Center di Atlanta. Nel 1983-1989 la BNL si occupò di finanziare gli sforzi di approvvigionamento in armi di Saddam Hussein, in tandem con la Banca centrale irachena e la Rafidain Bank of Iraq, che aveva conti presso Bank of America, Bank of New York, Chase Manhattan e Hanover Manufacturers Trust. La stanza di compensazione della BNL in tutte le operazioni fu la Morgan Guaranty Trust. Quando Saddam non poté saldare i prestiti, le multinazionali statunitensi furono beneficiate di un saldo completo, mentre i contribuenti statunitensi sborsarono 347 milioni dollari. [4]
La BNL era la più grande banca d’Italia. La sua sede si trova di fronte all’ambasciata statunitense a Roma. La Bank of America, fondatrice della BCCI, era prima conosciuta come Bank of Italy ed era controllata dalla famiglia Rothschild. Un rapporto del Senato italiano aveva dichiarato che la BNL aveva gestito da Roma il programma iracheno degli appalti per gli armamenti e che la BNL di Atlanta era stata lanciata da “alcuni circoli politico-militar-industriali statunitensi“. La BNL era per il 96%, di proprietà del governo italiano. Spesso trasferiva fondi dall’Iraq alla BCCI, dove gli ufficiali dell’intelligence sauditi riciclavano i soldi della droga per conto del Cartello di Medellin.

Kissinger Associates
Il Consiglio di Consulenza per la Politica Internazionale della BNL comprendeva Henry Kissinger e il suo capo David Rockefeller, attuale presidente del Gruppo Rockefeller. [5] Kissinger riceveva  10.000 dollari in ogni seduta svoltesi nel 1985-1991. Nel 1984 venne fondata l’US/Iraqi Business Forum di Houston, su spinta della Kissinger Associates, una società di consulenza privata co-fondata dall’insider di CFR/TC Henry Kissinger, che nel 1989 venne nominato consigliere per l’Intelligence estera di Bush, e dall’ex ministro degli Esteri britannico Lord Carrington, ex segretario generale della NATO e presidente sia del Royal Institute of International Affairs (RIIA) che del Gruppo Bilderberg. Carrington è nel consiglio della Hollinger Corporation, presieduta dal sionista Conrad Black, proprietario del Jerusalem Post e del Daily Telegraph di Londra. Black, uno dei cittadini più ricchi del Canada, gestisce il suo impero finanziario da Toronto. Possiede il Toronto Globe & Mail e frequenta la famiglia Bronfman al Toronto Jockey Club. [6] Black, membro del RIIA e insider del Bilderberg, è stato condannato nel 2007 per frode e ostruzione alla giustizia.
La BNL fu cliente della Kissinger Associates nel 1986-1988, così come la Banca nazionale della Georgia, che l’agente della BCCI Ghaith Pharaon soffiò di sotto a Bert Lance. Kissinger è un buon amico di Pharaon e un grande amico del padre, consigliere della Casa dei Saud. Diversi clienti della Kissinger Associates finanziarono i progetti iracheni della BNL, tra cui Midland Bank (ora HSBC), Chase Manhattan, Fiat, Asea Braun Boveri, Lummis Crest, Volvo e Hewlett Packard. Il presidente Bush padre fece entrare due direttori della Kissinger Associates nel suo gabinetto; il sottosegretario di Stato Lawrence Eagleburger e Brent Scowcroft della NSA. Entrambi avevano lavorato per conto della BNL, garantendo a Saddam i finanziamenti delle tasse dei cittadini, in modo da poter assegnare contratti ai membri dell’US/Iraqi Business Forum. [7] Il rubicondo Eagleburger, da tempo vice di Kissinger, è stato ambasciatore degli Stati Uniti in Jugoslavia nel 1977-1981. È stato presidente della Kissinger Associates nel 1984-89. Era nei comitati d’amministrazione dei sostenitori nazisti di Pinochet ITT, Alcatel, Bethlehem Rebar, Mutual of New York, Josephson Internarional e Best Mart. Nel 1993 entrò a far parte del consiglio delle Dresser Industries, una sussidiaria della Halliburton, dove Dick Cheney comandava. Prescott S. Bush Jr. (fratello di George Sr.) era un dirigente delle Dresser. [8] Scowcroft nel 1982 entrò nella Kissinger Associates in qualità di vice-presidente. Possedeva azioni di molte delle multinazionali aderenti all’US/Iraqi Business Forum tra cui ITT, Westinghouse, GM, AT&T e Hewlett Packard. A queste cinque società furono concesse 100 delle 800 licenze di esportazione che il governo degli Stati Uniti aveva approvato per le vendite all’Iraq. [9] Scowcroft è stato consulente della Lockheed, ora il più grande appaltatore della difesa del mondo, dopo la fusione con la Martin Marietta, creando la Lockheed Martin.
Scowcroft e Eagleburger guidarono la carica nella Casa Bianca di Bush per vendere armi in Iraq e in qualsiasi altro Paese che potesse comprare. Sotto la pressione dell’Associazione delle industrie aerospaziali e degli amministratori delegati di Lockheed Martin, United Technologies, LTV, Raytheon, Grumman e ITT Defense, fecero pressioni per cambiare il nome dell’Ufficio Controllo munizioni del Dipartimento di Stato a Centro per il Commercio della Difesa. Le ambasciate statunitensi in tutto il mondo furono invitate ad operare come venditori per gli appaltatori della difesa degli Stati Uniti. United Technologies, LTV e Raytheon annunciarono subito 10 miliardi dollari per la modernizzazione militare della Turchia, complimentandosi con il personale dell’ambasciata d’Istanbul.
Il capo economista e direttore della Kissinger Associates era Allen Stoga, che era anche capo economista presso la banca preferita della CIA, la First Chicago. Presidente di First Chicago era Robert Abboud, poi della First City Bank di Houston, e presidente dell’US/Iraqi Business Forum. Il porto di Houston, Texas, dove la mafia del petrolio aveva appena soddisfatte le proprie voglie saccheggiando la cassa depositi e prestiti, ora riforniva le necessità di Saddam Hussein, tra cui il 20% del raccolto di riso degli Stati Uniti. Abboud era anche presidente della Kuwait Petroleum di proprietà dell’Occidental. Nell’autunno del 1989 Stoga s’incontrò più volte con i funzionari della BCCI, che un anno prima a Tampa erano stati incriminati con l’accusa di riciclaggio di denaro. Nel 1984 Abboud e i suoi compari della First Chicago, John Drick e Gaylord Freeman, firmarono una lettera agli autori/ricercatori del Priorato di Sion, Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln. La lettera portava il logo del Priorato di Sion e un rilievo contenente le lettere ‘R’ e ‘C’, probabilmente un simbolo dei Rosacroce. La lettera era firmata da Pierre Plantard, sedicente discendente della dinastia Merovingia e Gran Maestro del Priorato. Furono avvertiti di azioni legali nei confronti di chi avrebbe preso o falsificato i documenti del Priorato.
Gaylord Freeman sedeva nel CdA di ARCO, a fianco del gestore dei Contra Robert O. Anderson, ed era un insider dell’Aspen Institute e della Fondazione MacArthur, vicine allo Shah. Henry Kissinger fu premiato per i suoi sforzi nel 1995, quando la regina Elisabetta II gli concesse il più illustre titolo di Onorario Cavaliere Commendatore dell’Ordine di San Michele e San Giorgio, la più alta onorificenza concessa dalla Camera dei Windsor a cittadini non britannici. [10]

Il jolly dei giganti del grano

Nell’ottobre 1988 Kissinger entrò nel consiglio della Continental Grain, ditta privata controllata dalla famiglia francese dei Fribourg, la seconda società granaria più grande del mondo fino alla fusione con la Cargill, nel 1999. La Cargill è il più grande pescecane del commercio del grano ed è di proprietà privata dalle famiglie Cargill e MacMillan di  Minneapolis. La Cargill Continental ora controlla oltre il 50% del commercio mondiale di grano. Si tratta di una delle quattro grandi compagnie a capitale privato che hanno monopolizzato tranquillamente gli affari mondiali del grano, a partire dalla metà del 1800. La Cargill Continental, la francese Louis Dreyfus, la brasiliana Bunge e la svizzera Andre costituiscono i quattro cavalieri del grano. Il libro di Dan Morgan, Merchants of Grains, è ottimo per sapere di queste dinastie del grano. Nel 1989, il segretario di Stato di Bush, James Baker, ordinò al ministro dell’Agricoltura Clayton Yeuter di aumentare i crediti all’Iraq attraverso la Credit Commodity Corporation (CCC), dopo che Eagleburger, Robert Kimmitt e il lobbista alla CCC dell’Iraq e agente della CIA Kevin Kattke, fecero pressione per un prestito di un miliardo di dollari alla CCC. Kattke venne aiutato da Oliver North e dalla TGS International, l’azienda di Arlington, Virginia, prende il nome dal vecchio arnese della CIA Ted Shackley. [11]
Gerald Bull fu pagato da Saddam per i suoi sforzi sul supercannone, con i soldi di questi prestiti della CCC, incanalati dalla BNL. La BNL operò attraverso una delle tre banche che si occupavano di tutte le attività della CCC in Medio Oriente, la National Bank for Cooperatives di Denver, la Morgan Guaranty Bank e la First City Bank di Houston, del membro del Priorato di Sion Robert Abboud, presiedente dell’US/Iraqi Business Forum. Morgan Guaranty era l’agente di compensazione negli Stati Uniti sia per la Banca Centrale dell’Iraq che per la BNL. [12] La Cargill Continental e gli altri giganti del grano furono i principali beneficiari dei prestiti, garantiti dal contribuente, per la vendita di grano della CCC all’Iraq. La Continental, con Kissinger nel suo CdA, venne utilizzata dalla BNL anche per finanziare l’invio di grano alla Jugoslavia. Nel 1988-89 la BNL finanziò l’acquisto di grano di Cargill, Continental, Louis Dreyfus e Conagra da parte dalla sovietica Exportkhleb.
L’intermediario preferito delle vendite della Cargill all’Iraq era la turca Entrade, una controllata dalla Enka Holdings, partner della Bechtel nei progetti di costruzione iracheni e partner della LTV nei programmi missilistici della NATO in Turchia. Un altro intermediario preferito dei  giganti del grano era la Amman Resources, di proprietà della marina mercantile giordana e del contatto della CIA Wafai Dajani. Dajani lavorava con il gigante dei trasporti norvegese Gearbulk, grazie al controllo congiunto dell’Araba Holdings, usata per spedire le merci per l’Iraq dal porto giordano di Aqaba. Dajani era vicino all’Associazione del frumento americano, al Consiglio del riso, all’USDA e al gigante del grano francese Louis Dreyfus. Anche Dreyfus ricevette finanziamenti dalla BNL per spedire il grano della CCC in Iraq. Una parte venne consegnata dalla propria consistente flotta di navi da carico. Altre volte la compagnia usata era l’Araba Holdings.
Dajani era l’uomo di paglia degli interessi dell’agrobusiness degli Stati Uniti in Medio Oriente. Aveva una joint venture con la Comet Rice di Houston e il gigante dello zucchero inglese Tate & Lyle. L’ottanta per cento di tutte le spedizioni della CCC-BNL avvenne tramite l’Amman Resources o un’altra società di Dajani, come Wafai Dajani & Sons, Araba HoldingsAqaba Packing. Dajani era un amico intimo del defunto re di Giordania Hussein. Suo fratello era ministro degli Interni del Paese. La sua famiglia era stata a lungo l’agente della Mobil in Giordania. Dajani aveva anche lavorato per l’Armiberica del portoghese Carlos Rosa e l’A&L Management Services, la compagnia cipriota che spediva artiglieria, munizioni e armi di piccolo calibro a Saddam Hussein. Più tardi, quando Christopher Drougul, il direttore della BNL di Atlanta, venne licenziato come capro espiatorio per conto della BNL, Dajani lo assunse come consulente a 50000 dollari all’anno. Drougul sostenne che la BNL faceva parte di un’operazione segreta italiano-statunitense per armare l’Iraq. Quando il caso BNL fu portato in giudizio, una serie di piccoli dipendenti a contratto della Cargill vennero scelti come co-cospiratori incolpevoli, mentre i grossi pesci del grano sfilavano sotto la rete.

Note

[1] Dope Inc.: The Book that Drove Kissinger Crazy. The Editors of Executive Intelligence Review. Washington, DC. 1992. p.417


[2] “Naming Names”. Louis Wolf. Covert Action Information Bulletin. Summer 1989. p.14


[3] Shell Game: A True Story of Banking, Spies, Lies, Politics and the Arming of Saddam Hussein. Peter Mantius. St. Martin’s Press. New York. 1995. p.55


[4] “Bankrolling the War”. Jim Donahue. Multinational Monitor. March 1991. p.6


[5] “Gonzalez’s Discovery”. David Corn. The Nation. 5-13-91. p.620


[6] The Robot’s Rebellion: The Story of the Spiritual Renaissance. David Icke. Gateway Books. Bath, UK. p.195


[7] “Kissinger Associates, Scowcroft, Eagleburger, Stoga, Iraq and BNL”. Chair Henry Gonzalez. H2694. Senate House Banking Committee. 4-28-92


[8] Ibid.


[9] “Arms and the Man”. Doug Ireland. Village Voice. 5-5-92. p.8


[10] “Bow for Kissinger”. AP. Missoulian. 6-14-95


[11] Mantius. p.34


[12] Ibid. p.30


Dean Henderson è l’autore di quattro libri: Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries, Das Kartell der Federal Reserve & Stickin’ it to the Matrix. Puoi iscriverti gratuitamente alla sua rubrica settimanale Left Hook @ Deanhenderson.wordpress.com

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