Questo articolo è stato pubblicato da Annahar il 4 luglio 2013.
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Thursday, 4 July 2013

Quali sono le prospettive per l'Egitto?
di Hisham Melhem
Hisham Melhem è il capo dell’ufficio di Washington di Al Arabiya.

L'ultimatum da parte del ministro della Difesa Abdel-Fattah el-Sissi al presidente Mohamed Mursi per soddisfare le richieste del popolo, che Mursi respinto sulla base del presupposto della sua legittimità elettorale, ha posto l'Egitto in una crisi senza precedenti e approfondito la polarizzazione politica ed ideologica in un modo che minaccia la pace civile.

L'Egitto è ora in uno stato di smarrimento politico che viene in un contesto di grave crisi economica che ha posto il Paese sull'orlo della bancarotta e ha portato allo smantellamento delle istituzioni statali.

Ogni partito egiziano ha parlato di una road map negli ultimi giorni. La verità dolorosa è che nessun partito ha una road map per salvare il paese. L'esercito non ha una road map e non può sostenere direttamente la governance del paese. Lo stesso vale per l'opposizione, con tutte le sue parti. E, naturalmente, né Mursi né la Fratellanza che ha guidato il paese in questo vicolo cieco hanno programmato questa road map.

Dal giugno 2012 al giugno 2013

I cambiamenti cui l'Egitto ha assistito tra giugno 2012 e giugno 2013 sono davvero incredibili. Un anno fa, l’alleanza dei partiti liberali secolari, hanno portato a l’esercito sulle barricate ed eleggere Mohammed Mursi come presidente. In un anno, gli islamisti hanno imposto la loro costituzione, impegnati in una guerra contro la magistratura e Mursi si è messo al di sopra della legge e ha cercato di dominare e di attuare una  Fratellanzizzazione delle istituzioni dello Stato. Queste pratiche hanno fatto arrabbiare l'opposizione e offerto una strada asfaltata ai militari per ristabilire la loro reputazione, che è esagerata, come istituzione nazionale.

L maggior parte delle Istituzioni egiziane sono oggi sospese, sciolti o in uno stato di collasso progressivo siano esse il parlamento, la magistratura o le forze di sicurezza interna, che praticamente hanno annunciato la loro disobbedienza contro Mursi e altri. Le statistiche dimostrano che c'è una situazione caotica nella sicurezza. I tassi di criminalità sono aumentati del 300% e il numero di rapine a mano armata raddoppiato 12 volte dal 2011.

Gli Egiziani si stanno armando ad un ritmo senza precedenti. La sharia Islamica viene applicata nel Sinai dai comitati locali. Le autorità locali in alcune città assegnano a teppisti i comitati locali, con il compito di mantenere la sicurezza in alcuni quartieri, perché non si fidano della polizia.

Le opzioni di Sissi sono limitate. Il colpo di stato militare si ritorcerà contro di lui, perché spingerà gli islamisti estremisti verso una lotta segreta violenta e che rischia di fargli perdere il sostegno militare americano a causa della forte opposizione al Congresso e nei media.

Washington, che aveva sviluppato buone relazioni di lavoro con Mursi, ha esortato l'esercito egiziano a fare pressione per raggiungere un accordo con l'opposizione. L'amministrazione di Obama ha rifiutato di criticare le violazioni di Mursi pubblicamente. Violazioni che minacciano Mursi oggi come ieri Mubarak e ha respinto gli sforzi del Congresso di sospendere gli aiuti.

L’Ambasciatore di Washington in Egitto, Ann Paterson, ha criticato l'opposizione per essere tornata in piazza. Mursi ha pagato il suo debito stringendo l'assedio intorno a Gaza e annegandone le sue gallerie. Ha sostenuto un rigoroso atteggiamento per quanto riguarda l'Iran e il regime siriano. Ma Obama non ha potuto salvare Mursi.


This article was first published by Annahar on July 4, 2013.
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Thursday, 4 July 2013

What’s next for Egypt?
By Hisham Melhem
Hisham Melhem is the Washington bureau chief of Al Arabiya.

The ultimatum made by Egypt’s Defense Minister Abdel-Fattah el-Sissi to President Mohamed Mursi to meet the demands of the people, which Mursi rejected under the premise of electoral legitimacy, had placed Egypt in an unprecedented crisis and deepened the political and ideological polarization in a manner that threatened civil peace.

Egypt is now in a state of political loss that comes against a background of a severe economic crisis that has placed the country on the brink of bankruptcy and led to dismantling state institutions. Each Egyptian party has spoken of a roadmap in the recent days. The painful truth is that no party alone has a roadmap to save the country.

The army doesn't have such a roadmap and it cannot endure the governance of the country directly. The same goes for the opposition - with all its parties. And of course neither Mursi nor the Brotherhood who led the country to this dead end have planned this roadmap.

From June 2012 to June 2013

The changes that Egypt witnessed between June 2012 and June 2013 are truly amazing. A year ago, the liberal-secular parties' "alliance" led to taking the military back to the barricades and electing Mohammed Mursi as president. In a year, the Islamists imposed their constitution, engaged in a war against the judiciary and Mursi put himself above the law and tried to dominate and "implement a “Brotherhoodization” of state institutions. These practices angered the opposition and paved way for the military to restore its reputation (which is exaggerated) as a national institution.

Most Egyptian institutions are today suspended, disbanded or in a state of gradual collapse whether they are the parliament, the judiciary or the internal security forces (that practically announced disobedience against Mursi) and others. Statistics show that there's a chaotic security situation: crime rates increased 300% and the number of armed robberies doubled 12 times since 2011.

Egyptians are becoming armed at an unprecedented rate. Islamic shariah is being implemented in Sinai by local committees. Local authorities in some cities assign "baltageya" (thugs) or "local committees" with the task of maintaining security in some neighborhoods because they don't trust the police.

Sissi's options are limited. The military coup will backfire against him because it will push the extremist Islamists towards a violent secret struggle and it will also risk losing American military support due to the strong opposition at Congress and in the media.

Washington, which had developed good working relations with Mursi, urged the Egyptian army to pressure him to reach a settlement (or a partnership) with the opposition. Obama's administration refused to criticize Mursi's violations publicly. It's now treating him like it used to treat Mubarak and it rejected the Congress' efforts to suspend aid. Washington's ambassador to Egypt, Ann Paterson, criticized the opposition for resorting to the streets. 



Mursi paid his debt by tightening the siege around Gaza and drowning its tunnels. He took a strict stance regarding Iran and the Syrian regime. But Obama could not save Mursi.

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