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04 luglio 2013

Le donne egiziane punite con lo stupro
di Francesca Caferri

Si aspettavano tutto, le mie amiche egiziane: il tentativo di cancellare le leggi a favore delle donne approvate negli anni anche grazie a Suzanne Mubarak. Quello di islamizzare la società egiziana. Sapevano che il conto per le donne, quelle che avevano fatto la rivoluzione e quelle che erano rimaste a guardare, sarebbe stato alto. E si aspettavano prima di tutto che la società civile, loro stesse e i loro amici, non fossero pronti ad affrontare l'ondata islamista e che sarebbero stati travolti dai Fratelli musulmani: e così è stato.

Solo, chiedevano tempo: "Ci organizzeremo, reagiremo", mi dicevano. E invece il tempo non l'hanno avuto.

Una cosa le mie amiche egiziane non si aspettavano: l'ondata di violenze e di stupri che in questi mesi in silenzio è cresciuta nelle piazze d'Egitto. Ai tempi di Mubarak, più dell'80% delle donne - aveva rivelato un sondaggio pubblicato poco prima della caduta del raìs - in Egitto aveva subito molestie e violenze. Poi arrivò la rivoluzione: le donne scesero in piazza e nessuno le toccò: in quei magici 18 giorni a piazza Tahir non ci furono denunce di stupri, né di violenze. "Un miracolo - mi disse Nawal al saadawi, la più nota femminista egiziana - ripartiamo da qui".

Il vento cambiò poco dopo, quando la ragazza dal reggiseno blu venne spogliata e picchiata nelle strade, quando Samira Ibrahim e le sue compagne furono sottoposte con la forza al "test della verginità" dai soldati dopo essere state arrestate in piazza. Era l'inizio dell'onda di ritorno: le mie amiche pensavano di poterla cavalcare, seppur con dolore. Organizzarono ronde di protezione, campagne di graffiti, manifestazioni pubbliche: per qualche tempo sembrava che il loro entusiasmo contagiasse la società.

Poi l'onda è diventata uno tsunami e ha travolto tutto: decine di donne ogni giorno sono molestate a piazza Tahrir, molte vengono stuprate. La violenza contro le donne è diventata un'arma politica per piegare una parte della società e le ronde di protezione auto-organizzate non servono a nulla. Il vento è cambiato in Egitto: e nessuna delle mie amiche oggi guarda più al futuro con la forza e la tenacia che aveva un anno e mezzo fa.

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