Il Manifesto
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giovedì 4 luglio 2013 09:26

Convoglio "Music for Peace" diretto a Gaza resta bloccato ad Alessandria
di Giuseppe Acconcia

La vicissitudine che colpisce il gruppo genovese sembra non avere fine. È la quinta volta che tenta di raggiungere Gaza, la terza dopo l'operazione Piombo fuso.

Il Cairo, 4 luglio 2013, Nena News - «Questo è il momento della verità. Siamo in attesa che torni la calma. Ma vediamo passare in strada schiere di poliziotti in assetto anti-sommossa, questo fa presagire che ci saranno nuovi scontri», sono le parole al Manifesto di Stefano Rebora, responsabile della ong genovese Music for peace, bloccata da undici giorni in Egitto.

«Abbiamo preso parte ad alcune manifestazioni ad Alessandria d'Egitto. Non ci sono solo giovani laici e di sinistra, ma tanti islamici moderati. Uno degli incidenti più gravi si è registrato a nei pressi del giardino del re Farouk. È proprio lì che si raccolgono gli islamici più radicali», prosegue Stefano. La vicissitudine che colpisce il gruppo genovese sembra non avere fine. È la quinta volta che tentano di raggiungere Gaza, la terza dopo l'operazione Piombo fuso. Nell'ultima occasione sono stati bloccati 31 giorni tra Rafah e al-Arish nel Sinai, nel 2010, prima che le rivolte avessero luogo. Hanno spesso lavorato con Vittorio Arrigoni che li ha assistiti nelle consegne a Gaza.

In questo viaggio trasportano 15 mila tonnellate di materiale. «Avevamo ottenuto tutti i permessi dal Mukabarat (Servizi segreti), ma al momento in cui dovevano lasciarci andar via hanno detto che l'autovettura, un furgoncino Mercedes, non era registrata. Questo non corrisponde a verità», ha accusato Rebora.

A quel punto, i cinque giovani italiani che compongono il gruppo, hanno preferito attendere il via libera delle autorità egiziana piuttosto che lasciare la vettura ad Alessandria e proseguire il viaggio. «Per mancanza di poliziotti da far partire insieme a noi (uno per convoglio), non ci hanno lasciato andar via. Ma abbiamo l'intenzione di aspettare». La ong trasporta un valore pari a 200mila euro in medicinali, un generatore elettrogeno da 300 Kw/h, un'apparecchiatura per radiografie, sedie a rotelle e stampelle. Il gruppo lavora in partnership con quattro ospedali e 10 associazioni dislocate a Gaza.

«Siamo scesi in strada in occasione dell'anniversario dell'elezione di Morsi il 30 giugno scorso. C'erano tre milioni di persone in strada, un'atmosfera indescrivibile. Vedevamo elicotteri da combattimento sorvolare sulle nostre teste all'altezza del terzo piano degli edifici. Qualche giorno prima abbiamo assistito agli scontri più accesi e a incendi nella sede della Fratellanza». A Music for Peace a questo punto non resta che attendere, ma presto il convoglio potrebbe riprendere il suo viaggio verso Gaza. Nena News

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