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Sab, 01/05/2013

Fahed Baker e la sua barca tempestata dai proiettili della Marina israeliana
di Rosa Schiano

Il 29 dicembre 2012 Fahed Baker stava pescando con suo fratello, suo figlio ed un cugino nelle acque a nord di Gaza. I quattro pescatori si trovavano su un "hasaka" (le piccole imbarcazioni dei pescatori palestinesi) a circa 3,5 miglia nautiche dalla costa di Gaza, vicino il limite a nord che delimita il confine con le acque israeliane.

Fahed, 39 anni,  racconta che erano presenti anche altre hasaka in quel momento. Improvvisamente due navi della Marina militare israeliana si sono avvicinate alle imbarcazioni dei pescatori ed i soldati hanno iniziato a sparare con armi da fuoco.  Tutti i pescatori sono riusciti a scappare, tranne Fahed ed i suoi compagni, che in quel momento stavano tirando su le reti.

Quando hanno iniziato a muoversi, i soldati israeliani gli hanno ordinato di fermare il motore. Fahed ha rifiutato di fermarsi ed i soldati hanno sparato direttamente sulla sua barca. I soldati hanno sparato centinaia di proiettili M-16 colpendo tutta la parte anteriore della barca. Successivamente alcuni suoi familiari su altre imbarcazioni hanno raggiunto la sua barca ed hanno aiutato i quattro pescatori a scappare.

Fahed e gli altri sono tornati al porto di Gaza city salvi, ma la barca è gravemente danneggiata. Sono andata a vederne le condizioni. E' segnata da centinaia di fori provocati dai proiettili. Qualche settimana fa, Fahed aveva subìto un altro attacco da parte dell'esercito israeliano, che aveva sparato proiettili sul motore. Fahed aveva quindi dovuto comprare un motore nuovo. Ora dovrà riparare nuovamente la barca. Il numero della sua barca è 1-645-5.

Fahed ha molti bambini, di cui due malati. A proposito dei limiti imposti dall'esercito israeliano, dice "Se mi dicono che lì non posso pescare, e so che lì c'è il pesce, io vado lì a pescare, devo sfamare i miei figli". Fahed rischia la vita, come tutti i pescatori di Gaza, per poter sostenere la propria famiglia.

Gli accordi per il cessate il fuoco del 21 novembre 2012 hanno stabilito che le forze militari israeliane devono "astenersi dal colpire i residenti nelle aree lungo il confine" e "cessare le ostilità nella Striscia di Gaza, via terra, via mare e via aria, compreso le incursioni e le uccisioni mirate." Inoltre le autorità israeliane avevano dichiarato che i pescatori palestinesi avrebbero potuto raggiungere le 6 miglia dalla costa (mentre prima della guerra ai pescatori era concesso arrivare solo a 3 miglia).

Tuttavia attacchi militari israeliani via terra e via mare si sono susseguiti a partire dal giorno successivo al cessate il fuoco, ed aerei militari israeliani hanno sorvolato costantemente il cielo della Striscia di Gaza. Gli attacchi contro i pescatori di Gaza sono costanti, specialmente nelle acque a nord della Striscia di Gaza. I pescatori, minacciati con spari da arma da fuoco, per timore di essere feriti  o arrestati scappano ed abbandonano il lavoro.

A partire dal cessate il fuoco 35 pescatori sono stati arrestati ed uno è rimasto ferito. Gli ultimi pescatori arrestati sono i fratelli Mohammed Ahmed Zidan, 31 anni, e Ahmed Zidan Zidan, 26 anni, che stavano pescando a circa 5 miglia dalla costa il pomeriggio del 23 dicembre 2012. Qui il mio report sul loro arresto:

http://ilblogdioliva.blogspot.co.il/2012/12/due-pescatori-arrestati-nelle-acque-di.html 

I due sono stati rilasciati ma la loro barca è stata confiscata. Era l'unica barca con cui potevano lavorare. Ora tre famiglie non hanno più nessun mezzo per sopravvivere.

Invito le organizzazioni internazionali e le nostre istituzioni a fare pressione ed agire affinché cessino questi attacchi costanti contro i civili di Gaza, in particolare contro i pescatori, che rischiano quotidianamente la vita per poter sfamare le proprie famiglie.

Invito a cessare l'indifferenza di fronte a queste violazioni dei diritti umani, non credo sia normale né accettabile che un esercito spari contro pescatori e civili disarmati.
 

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