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29 Nov 2013

Netanyahu contro il mondo intero
di Michel Mikado Warschawski

I governi occidentali sono stanchi delle reazioni furiose israeliane all’accordo strette con il regime iraniano. “Ormai è fatto, non si torna indietro”: questo il messaggio che stanno inviando al governo israeliano, aggiungendo che la cosa migliore per Israele sarebbe stata prendere parte agli sforzi internazionali per un accordo finale sulle capacità nucleari dell’Iran.

Secondo Ha’aretz del 26 novembre, Benjamin Netanyahu ha tentato per 30 minuti di convincere Barack Obama che gli iraniani lo stavano prendendo in giro. L’unico obiettivo iraniano, secondo Netanyahu, era guadagnare tempo per poter sviluppare il loro programma nucleare militare così da distruggere non solo Israele, ma tutta la civiltà occidentale. Cosa c’è dietro l’ossessione anti-iraniana di Israele? Cosa spinge Netanyahu a dichiarare che le agenzie di intelligence USA non fanno bene il proprio lavoro e che il Mossad ha informazioni migliori sui reali piani iraniani? Cosa lo spinge a creare tensioni con il solo vero alleato strategico che Israele ancora mantiene? Il riavvicinamento tra Occidente e Iran non spaventa solo lo Stato ebraico. Anche l’Arabia Saudita è estremamente preoccupata e così rafforza i legami con Tel Aviv. Le motivazioni di Riad e Tel Aviv, tuttavia, non sono le stesse. Mentre i sauditi si lamentano del fatto che potrebbero perdere il loro ruolo di amici numero uno degli Stati Uniti nel Golfo e sono preoccupati del rafforzamento del cosiddetto asse sciita a spese di quello sunnita, i leader israeliani temono l’eventuale scomparsa del nemico globale nella regione. Il militarismo israeliano ha sempre giustificato le sue guerre e gli armamenti pesanti con l’esistenza di un nemico globale della civiltà occidentale, del mondo libero, dei Paesi democratici, e con il suo ruolo di attivo difensore dell’Occidente contro chiunque lo minacciasse – che si tratti del comunismo, del nazionalismo arabo o dell’Islam. Dalla caduta dello Shah – storico alleato israeliano – l’Iran è diventato il nemico comune e “Teheran Delenda Est” (Teheran deve essere distrutta) è divenuto lo slogan dei governi neo-conservatori israeliani. La perdita di questo nemico globale potrebbe mettere in discussione il ruolo di Israele nell’area e la ragione del suo ingente esercito, così come il sostegno diplomatico garantito da Washington. “Se necessario, attaccheremo gli iraniani da soli”, ha detto Netanyahu. Come hanno scritto molti commentatori israeliani nelle scorse settimane, tali arroganti dichiarazioni sono parole vuote e minacce patetiche. Tuttavia, le parole dure usate contro la Casa Bianca da Netanyahu e dal suo team esprimono la grande paura della leadership israeliana verso un cambiamento strategico in Medio Oriente. Potrebbero lanciare una nuova avventura militare, in Libano o in Siria, per tentare di fermare quella che sembra una nuova primavera mediorientale.  

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