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lunedì 8 aprile 2013 09:08

#OpIsrael: tre miliardi di danni?

Oltre 100mila i siti colpiti, 19mila i profili Facebook hackerati. Anche Anonymous hackerato da gruppi indipendenti israeliani.

Betlemme, 8 aprile 2013, Nena News - Ieri l'attacco hacker del gruppo Anonymous ha preso di mira Israele. Dopo l'annuncio dei giorni scorsi che si proponeva di cancellare Israele da internet, ieri è stato il giorno di #OpIsrael. Durante la giornata, molti siti governativi e istituzionali israeliani hanno smesso di funzionare, da quello del Mossad a quello del Ministero degli Interni, dal sito dell'ufficio del primo ministro a quello della Knesset, fino alle principali banche del Paese.

In totale, sarebbero stati 100mila i siti web target del gruppo, 40mila le pagine Facebook, 5mila i profili Twitter e 30mila conti bancari. Nelle homepage dei siti colpiti sono apparsi slogan pro-Palestina, canzoni, il logo di #OpIsrael e la foto del prigioniero palestinese in sciopero della fame, Samer Issawi.

Secondo le autorità israeliane, i danni non sarebbero stati ingenti. Diversa la versione degli hacker, ripresa anche da alcuni media internazionali: Israele avrebbe perso tre miliardi di dollari ieri nell'attacco cibernetico. Ad essere colpiti, tra le 40mila pagine Facebook anche 19mila profili di molti esponenti delle istituzioni israeliane: gli hacker hanno modificato i loro status, facendogli dire di sostenere la causa palestinese.

Ma l'operazione non pare terminata. Nel video apparso su YouTube, Anonymous promette tre fasi di attacco. La prima è andata, la seconda e la terza restano una sorpresa.

Eppure anche gli hacker sarebbero stati hackerati: gruppi indipendenti israeliani affermano di essere entrati nel sito di Anonymous e di averne cambiato la homepage dove invece di messaggi anti-israeliani, l'audio del sito è diventato l'inno nazionale di Tel Aviv, "Hativkvah". Yitzhak Ben Yisrael, capo del National Cyber Bureau, ha detto che #OpIsrael è stata un fiasco: "Per quello che ci si aspettava, non ci sono stati veri danni. Anonymous non ha le capacità per colpire le infrastrutture vitali del Paese. E se anche questa fosse stata l'intenzione, non avrebbe dovuto annunciarlo prima".

Anche il sito del Cyber Bureau, però, ieri è rimasto al buio. Un caso? Nena News

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