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giovedì 31 gennaio 2013 12:06

Olp, vogliamo uno Stato non la pulizia etnica

Si è conclusa con un pesante atto di accusa contro Israele la riunione del Comitato esecutivo dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina

Ramallah, 31 gennaio 2013, Nena News - Si è conclusa con un appello a rilanciare un "negoziato vero" e, allo stesso tempo, a fermare la "pulizia etnica" portata avanti da Israele la seduta del Comitato esecutivo dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Ceolp), presieduta dal presidente Abu Mazen.

La leadership palestinese accusa Israele di «terrorismo e razzismo» e di «ricorrere a metodi di pulizia etnica». In un comunicato diffuso dall'agenzia di stampa Wafa, il Ceolp sottolinea che «occorre che il prossimo governo israeliano cambi radicalmente la sua politiche per gettare le basi per la ripresa dei negoziati di pace con i palestinesi». 

Il Ceolp chiede il blocco totale delle attività di colonizzazione israeliana dei Territori occupati palestinesi, anche a Gerusalemme est; la liberazione di tutti i prigionieri politici nelle carceri israeliane; il riconoscimento da parte di Israele delle risoluzioni delle Nazioni Unite, inclusa quella che il 29 novembre ha accolto al Palazzo di Vetro la Palestina come "Stato osservatore".

Il Ceolp ribadisce la formula dei "due Stati, per i due popoli", sulla base delle linee armistiziali antecedenti la guerra dei Sei Giorni, nel 1967. 

I dirigenti dell'Olp denunciano con forza «la pulizia etnica e l'espansione delle colonie» in atto a Gerusalemme, Hebron e la Valle del Giordano e invitano tutti i palestinesi ad «accrescere la resistenza contro la politica israeliana di terrorismo, razzismo e contro i suoi metodi di pulizia etnica». Il modello di resistenza all'occupazione che indicano è quello dei campi di tende nelle aree della Cisgiordania dove Israele intende costruire altre case per coloni «come è già avvenuto a Bab al-Shams e al-Karama». Nena News

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