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22/01/2013

Allarme Onu: Disoccupazione record nel 2013

Un rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro denuncia picchi record del tasso di disoccupazione globale. Preoccupazione maggiore per le fasce più giovani

La crisi nell’Eurozona spinge la disoccupazione globale a livelli mai toccati prima. E’ l’allarme lanciato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro che, in un report pubblicato martedì mattina, ha reso noto che il numero dei disoccupati raggiungerà una cifra record nel 2013.  Secondo il report, le persone senza occupazione nel 2012 erano 197 milioni ma aumenteranno di 5 milioni quest’anno e di 3 milioni il prossimo anno.

Tra le cause della crisi occupazionale, la recessione europea che, a causa del declino del commercio internazionale, riecheggia a livello globale, mettendo a rischio i trend di impiego anche nei paesi extracontinentali. A rendere ancora più delicata una situazione finanziaria già critica, secondo l’analisi dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’indecisione dei policy maker. La mancanza di coerenza tra le politiche monetarie e le politiche fiscali, adottate nei diversi paesi e un approccio frammentato al settore finanziario e alle questione dei debiti, soprattutto nella zona dell’Euro, hanno portato ad una visione globale incerta. La stessa indecisione dei governi di diversi paesi, secondo il report,  ha scoraggiato le grandi aziende ad investire in nuove risorse e assumere nuovo personale.

Particolarmente preoccupante la disoccupazione giovanile, che in Spagna e Grecia ha toccato il 50% della popolazione sotto i 35 anni. Secondo il report, la disoccupazione giovanile aumenterà del 12,9% entro il 2017. La crisi infatti ha diminuito le prospettive lavorative per i più giovani che rischiano di trovarsi senza occupazione già al loro ingresso nel mercato del lavoro. Una situazione drammatica che potrebbe influire pesantemente sul percorso professionale di migliaia di under 35. L’impossibilità di intraprendere un percorso professionale dopo le scuole superiori e l’università infatti mette a rischio la possibilità di sviluppare le proprie capacità sociali e professionali.

La situazione è particolarmente grave proprio in Europa dove, secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il 12,7% dei giovani non ha un lavoro, né segue un percorso di formazione, circa 2 punti percentuali in più rispetto al 2008.

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