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Martedì 23 Luglio 2013

Seguito dell'indagine conoscitiva sulle linee programmatiche e di indirizzo italiane in relazione al prossimo Consiglio europeo sulla Difesa, che avrà luogo nel mese di dicembre 2013: Audizione di rappresentanti del Galtung Institut for Peace Theory and Peace Practice  

COMMISSIONI3ª,4ª e 14ª RIUNITE

(Affari esteri, emigrazione) 

(Difesa) 

14ª (Politiche dell'Unione europea)

MARTEDÌ 23 LUGLIO 2013

4ª Seduta

Presidenza del Presidente della 3ª Commissione

CASINI 

Interviene, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, Johan Galtung, accompagnato da Erika Degortes e Nanakow Grant-Hayford, rappresentanti del Galtung Institut.   

La seduta inizia alle ore 15,45.

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI  

Il presidente CASINI comunica che, ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del Regolamento, è stata richiesta l'attivazione della pubblicità audiovisiva e che la Presidenza ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso. Propone quindi che, ove le Commissioni riunite convengano, tale forma di pubblicità sia adottata per il seguito della seduta.

Convengono le Commissioni riunite.

PROCEDURE INFORMATIVE 

Seguito dell'indagine conoscitiva sulle linee programmatiche e di indirizzo italiane in relazione al prossimo Consiglio europeo sulla Difesa, che avrà luogo nel mese di dicembre 2013: audizione di rappresentanti del Galtung Institut for Peace Theory and Peace Practice   

Riprende l’indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 17 luglio scorso.

Prima di introdurre l'audizione, il presidente CASINI ricorda innanzitutto che le Commissioni riunite hanno già udito il presidente della sottocommissione difesa del Parlamento europeo, onorevole Danjean, e il direttore generale dell’Agenzia europea per la difesa, signora Arnould, e che nelle prossime sedute verranno ascoltati gli esponenti dell’Istituto per gli affari internazionali, l’amministratore delegato di Finmeccanica, il Ministro della difesa e il Segretario generale dell’OSCE.

Le Commissioni riunite prendono atto.

Il presidente CASINI rivolge quindi un indirizzo di saluto al professor Galtung, introducendo contestualmente l'audizione.

Il professor GALTUNG osserva che l'operato dell'Istituto da lui presieduto è il frutto di una vasta esperienza teorica e pratica relativa alla risoluzione dei conflitti ed al mantenimento della pace. Esso muove dalla considerazione - dimostrata dall'esperienza empirica - che un sistema di difesa basato su strumenti offensivi ad ampio raggio e con alleanze di tipo aggressivo favorisce la corsa agli armamenti e le probabilità di conflitto. Le esperienze più positive per il mantenimento della pace sono riscontrabili, invece, in quei Paesi che adottano un approccio non allineato e basato su una difesa puramente difensiva con armi a corto raggio (come dimostrato, ad esempio, dai paesi latino americani e dalla Svizzera).

Al fine di perseguire una più efficace tutela della pace e ridurre le probabilità di conflitto, risulta necessario, pertanto, un ri-orientamento del sistema di difesa, basato sul passaggio da sistemi di attacco a lungo raggio a sistemi difensivi a corto raggio, sul non allineamento, sull'utilità agli altri Paesi e sulla riduzione della vulnerabilità. Sotto questo aspetto, gli Stati Uniti sarebbero, ad esempio, un'ipotesi da non seguire, considerato che il loro sistema di difesa si basa, per l'appunto, su armi offensive a lungo raggio.

L'oratore precisa, inoltre, che il concetto di non allineamento (perfettamente espresso dalla formulazione dell'articolo 11 della Costituzione italiana), non comporta la messa in discussione dell'appartenenza ad organizzazioni internazionali quali l'Unione europea e l'Alleanza atlantica, ma solo il cambiamento della politica di difesa e che sotto tale aspetto il contributo italiano al Consiglio europeo di dicembre potrebbe essere particolarmente importante.

Il ri-orientamento del sistema di difesa, prosegue l'oratore, risulterebbe funzionale a un efficace processo di costruzione della pace. Tale processo si articola innanzitutto sulla risoluzione mediata dei conflitti (come dimostrato dalla positiva soluzione trovata nella crisi di confine tra Perù ed Ecuador), sulla riconciliazione dei traumi nazionali e mondiali, sulla comunicazione, anche e soprattutto a livello scolastico, di determinati valori, e sulla cooperazione.

In conclusione, si perverrebbe ad un sistema di "difesa difensiva" basata su armi e piattaforme a corto raggio, su una difesa convenzionale che segni i confini territoriali in modo da non provocare corse agli armamenti nei paesi vicini, su una difesa paramilitare a livello locale ed anche su una difesa non militare in grado di educare la popolazione alla disobbedienza civile ed alla non cooperazione verso qualsiasi regime illegittimo imposto al Paese. I predetti passaggi potrebbero essere implementati da uno specifico "ministero per la pace".

L'oratore illustra quindi un esempio, quello norvegese, da valutare criticamente. La Norvegia, infatti, godeva di un sistema di difesa molto simile a quello precedentemente descritto. Tuttavia, recentemente, la politica del Paese si è orientata verso l'abbandono di tale modello in favore di uno strumento militare altamente proiettabile all'estero. Le argomentazioni alla base del predetto indirizzo, tuttavia, si sintetizzavano nella necessità di una protezione americana verso una possibile minaccia russa, che, storicamente, non si era mai configurata.

Conclude sottolineando l'importanza e la necessità di garantire una precisa e trasparente conoscenza delle problematiche per tutte le parti chiamate in causa nei processi di pace.

Il senatore TONINI (PD) osserva che il modello di difesa proposto è finalizzato ad evitare guerre di invasione, mentre attualmente le minacce alla sicurezza sono di varia natura e possono operare anche da grande distanza. Chiede pertanto al professore Galtung se il modello da lui proposto possa essere applicato anche a fronte di questi nuovi pericoli. Chiede altresì la sua opinione in merito alle prospettive di maggiore integrazione europea in materia di difesa, e se tale processo, che configura un modello di difesa di un territorio molto esteso,  sia compatibile con quello proposto, che invece è basato su un assetto territoriale a base locale.

Il senatore MASTRANGELI (Misto) domanda se il processo per il consolidamento di una pace duratura possa essere favorito dal sorgere di un organismo federale a livello mondiale.

La senatrice DE PIETRO (M5S) chiede se il modello di difesa proposto dal professor Galtung consenta modalità di interventi di carattere umanitario. 

Il senatore ORELLANA (M5S) osserva che la creazione di un futuro esercito unico europeo sarebbe finalizzata, oltre che al conseguimento di significativi risparmi, anche alla possibilità, per l'Unione europea, di poter intervenire efficacemente in operazioni di peace keeping e di tutela dei diritti umani nell'area mediterranea e nord africana. Domanda pertanto al professor Galtung quale sia la sua opinione nel merito.

Con riferimento, quindi, alle tesi esposte dal professore, osserva che una conferma della loro validità potrebbe derivare dalla positiva conclusione, innanzi alla Corte dell'Aja, della controversia tra Costa Rica e Nicaragua.

Replica agli intervenuti il professor GALTUNG, rilevando che l'Unione europea rappresenta senza dubbio un successo di implementazione di politiche a favore della pace. L'istituto da lui presieduto, infatti, considera il modello europeo un'efficace soluzione per la risoluzione dei conflitti applicabile, ad esempio, sia all'area medio orientale (con una prima collaborazione tra i sei principali Paesi dell'area, quali Siria, Libano, Palestina, Israele, Giordania ed Egitto), sia all'area asiatica (Afghanistan e Paesi vicini).

Osserva quindi che appare prematuro ipotizzare la costituzione di un organismo federale a livello mondiale. Tuttavia, il mondo si sta sicuramente organizzando per macro-regioni, in alcune delle quali si registrano significativi progressi a favore delle politiche per la pace (ad esempio l'America latina).

Con riferimento, poi, alle problematiche sottese alle missioni per il mantenimento della pace, osserva che esse rientrano nell'ambito operativo dell'ONU. L'articolo 43 della Carta delle Nazioni unite rappresenta indubbiamente un buon punto di partenza, tuttavia sarebbe a suo avviso auspicabile anche una riforma del Consiglio di sicurezza, aumentandone i membri e - conseguentemente - la rappresentatività ed abrogando le disposizioni che consentono, in seno all'organo, il diritto di veto.

Sotto il profilo economico, rileva quindi che la rinuncia ad apparati militari di natura offensiva ed a lungo raggio consentirebbe di liberare notevoli risorse economiche, mentre gli interessi legati all'esportazione dei sistemi d'arma potrebbero essere resi funzionali alla diffusione di sistemi a corto raggio in chiave puramente difensiva. La tematica, in ogni caso, resta da approfondire.

Conclude ribadendo la validità delle proposte da lui illustrate, che avrebbero sino ad ora trovato positiva applicazione nell'America latina (continente che, a riprova di ciò, è stato testimone di pochi conflitti, per lo più causati da fattori esogeni), e nella stessa Unione europea.

Il presidente CASINI, nel ringraziare nuovamente il professor Galtung per la sua disponibilità, dichiara infine conclusa la procedura informativa in titolo.

Il seguito dell’indagine conoscitiva è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,40.

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