Originale: Juancole.com
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8 novembre 2013

Non è stato Arafat ad essere assassinato, ma il popolo palestinese
di Juan Cole
Traduzione di Maria Chiara Starace

Aljazeera America ha l’esclusiva per i risultati degli scienziati svizzeri che il leader palestinese Yasser Arafat è stato avvelenato con il polonio,* nello stesso modo del dissidente russo Alexander Litvinenko. Non ci sono molti dubbi che il governo del partito Likud di Ariel Sharon in Israele fosse dietro all’assassinio. Il polonio si produce soltanto in Russia e non sarebbe facile venirne in possesso per un’entità non appartenente a uno stato. Israele ha una lunga tradizione di uccisioni di propri nemici (definire ogni tipo di opposizione alla sua apartheid e alle politiche coloniali di espansione aggressiva e di pulizia etnica come “terrorismo” e poi eliminare i “terroristi”).

Con questo non si vuole negare che il terrorismo (nel senso di coloro che non appartengono a uno stato e che uccidono civili innocenti per scopi politici ) sia stato commesso contro gli israeliani; è per far notare che la retorica del Diritto usata da Israele raccoglie un sacco di cose a parte quel problema specifico.

Il Mossad, cioè i servizi segreti israeliani, hanno avvelenato il capo di Hamas, Khalid Mashal *che sarebbe morto se il presidente Bill Clinton non avesse ordinato al primo ministro Benyamin Netanyahu di dargli l’antidoto.  Ariel Sharon ha inviato un elicottero da assalto per uccidere Ahmad Yassin, (capo di Hamas),  tetraplegico e quasi cieco che stavano facendo uscire da una moschea su una sedia a rotelle, e il razzo ha ucciso anche innocenti passanti. L’azione di Sharon ha fatto infuriare gli iracheni* da poco in regime di occupazione, sia i sunniti di Falluja che gli sciiti seguaci del leader iracheno  Muqtada al-Sadr; l’indignazione, nella primavera del 2004 ha alimentato offensive a Falluja e nel Sud sciita contro le truppe statunitensi. Le truppe americane in Iraq non hanno mai capito che erano considerati analoghi agli occupanti israeliani di Gaza e della Cisgiordania dalla maggior parte degli Iracheni che spesso li chiamavano “gli Ebrei.”

Arafat è in gran parte odiato a Washington e l’elite politica saluterà i risultati svizzeri con uno sbadiglio. “Chi se ne importa?” ha detto un membro del Consiglio per le Relazioni estere. L’1% americano ha la ptocosfobia, cioè una paura irrazionale e l’odio per i poveri, specialmente dei poveri che sono diventati tali per essere stati derubati dall’1%. Per le famiglie palestinesi  la vasta maggioranza delle quali erano state rimosse dalle loro case e diventate prive di patria a causa delle campagne di pulizia etnica del 1948,  e per molte di queste che sono diventati profughi di nuovo nel 1967, Arafat era un simbolo di resistenza, perseveranza e longevità.

E’ morto più o meno come prigioniero politico, sotto l’assedio del governo di Sharon. Soltanto quattro anni prima stava per arrivare a un accordo con Ehud Barack, il primo  ministro israeliano che aveva  negoziato con lui e Bill Clinton a Camp David. Gli esperti americani che in realtà sanno poco dei palestinesi, danno tutti la colpa ad Arafat per non essere stato capace di concludere l’accordo con Barak che però non gli aveva mai dato una specifica proposta scritta, e gli israeliani erano determinati a non dare ad Arafat i territori appartenenti ai palestinesi prima del 1967, cioè  Gaza e la Cisgiordania nella loro interezza. Un americano che avesse negoziato con i britannici nella guerra del 1812, avrebbe ceduto New Orleans, per esempio, per amore della pace?

La vera tragedia del 2000 non è stato il fatto di non aver raggiunto un accordo in agosto. E’ stato il fatto che Ariel Sharon è succeduto a Barack nell’autunno di quell’anno e Sharon non voleva l’accordo. Lui, come Netanyahu, voleva capovolgere e distruggere gli Accordi di Oslo. In effetti, anche se a Camp David fosse stato raggiunto un accordo, Sharon non lo avrebbe mai rispettato, proprio come non aveva rispettato Oslo. Aveva rivendicazioni irredentiste sulla moschea denominata Cupola della Roccia, a Gerusalemme, sacra a un miliardo e mezzo di musulmani. La sua visita provocatoria all’area della moschea, fatta in autunno, ha fatto infuriare i palestinesi che la hanno correttamente interpretata come un annuncio di una nuova fase di espansionismo e di aggressioni di Israele. In effetti, Sharon, che a un certo punto si era annesso il 10% del Libano, ha iniziato a rivendicare “interessi di sicurezza” per la Valle di Ghur della Giordania limitrofa! I negoziatori palestinesi di Camp David nell’estate del 2000, avevano ipotizzato di tornare nel gennaio 2001 quando ci sarebbe stato un nuovo presidente degli Stati Uniti e un nuovo primo ministro israeliano, e di tentare di nuovo, dal momento che le due parti si erano avvicinate molto.

Né George W. Bush né Ariel Sharon avevano interesse per  ulteriori negoziati quando hanno assunto la carica per la prima volta. Si presume che Bush abbia esortato a “scatenare” Sharon come se il vecchio generale si fosse mai tirato indietro per primo. Ha anche detto che talvolta il conflitto chiarisce le cose, secondo il suo Segretario al Tesoro di allora. Penso che le cose ora siano chiare, Signor Bush.

Consapevoli che gli stavano fregando quanto ottenuto con gli Accordi di Oslo, e che gli israeliani avevano raddoppiato il numero di coloni in Cisgiordania fino dal 1993, i giovani attivisti palestinesi hanno dato il via alla Seconda Intifada (insurrezione). Sharon incolpava Arafat di questa azione e della violenza che comportva, ma era un vasto movimento sociale e politico del quale Sharon stesso aveva una buona parte di colpa. Non si potevano sottrarre ai palestinesi quanto ottenuto con gli accordi di Oslo senza che ci fosse una qualche reazione.

Con l’annientamento dell’Intifada, l’uccisione del loro simbolo nazionale, Arafat, e l’abrogazione degli impegni fondamentali di Israele per i Patti di Oslo, compreso il ritorno per i  palestinesi della Cisgiordania, la possibilità di una vita decente per i palestinesi senza patria è rapidamente svanita. Adesso la loro terra, l’acqua, il petrolio e altre risorse vengono rivendicate quotidianamente dagli israeliani mentre essi sono relegati nei bantustan strettamente controllati e molto più brutali di quelli creati dal Sudafrica al culmine dell’Apartheid. Non ci sarà più Palestina e i palestinesi sono destinati a essere un popolo senza uno stato, un popolo senza il diritto di avere diritti.

Non è stato Arafat che nel 2004 è stato assassinato con la radioattività, ma il popolo palestinese.

 


 Leggi anche:

*Aljazeera America has the exclusive on the Swiss scientists’ findings that Palestinian leader Yasser Arafat

* Hamas leader Khalid Mashal

* Sharon’s action produced fury among newly-occupied Iraqis, both the Sunnis of Falluja

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/it-wasn-t-arafat-who-was-assassinated-but-the-palestinian-people-by-juan-cole

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