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lug 20th, 2013

Kerry ce l’ha fatta, riprendono i negoziati fra palestinesi ed israeliani. Soddisfazione di Ban Ki-moon
di Ehsan Soltani

Alla fine il Segretario di Stato Usa, John Kerry, ce l’ha fatta. I suoi cinque viaggi in Medio Oriente e la spola caparbia fra Amman e Tel Aviv ha portato i suoi frutti: è stato infatti raggiunto un accordo di base per la ripresa delle trattative di pace fra i palestinesi e gli israeliani, i cui negoziatori, Saeb Erekat e l’israeliana Tzipi Livni, si incontreranno settimana prossima a Washington, in una riunione “a porte chiuse”. Kerry, che è arrivato a recarsi nella capitale giordana di Amman anche tre volte in una settimana, è stato così in grado di trovare la quadratura del cerchio, se si pensa che l’Autorità nazionale palestinese, presieduta da Abu Mazen, comprensibilmente di pace proprio non ne voleva sentir parlare, nel momento in cui il ministro dell’Edilizia israeliano, Uri Ariel, parla alla Knesset di dieci mila nuovi alloggi in Cisgiordania (11 luglio) e Benjamin Netanyahu si riferisce a Gerusalemme come “nostra capitale unita” (17 luglio). Da dicembre sono inoltre in costruzione sei mila nuovi alloggi nella colonia cisgiordana di Gush Etzion e di 523 case nel settore di Gevaot, sempre nella stessa regione, in quella che sarà una nuova città per i coloni in Cisgiordania: solo pochi giorni fa l’Unione europea ha stabilito linee guida che interessano i 28 paesi membri secondo le quali vengono vietati i finanziamenti, la cooperazione o i premi accademici a chi, israeliano, risiede negli insediamenti ebraici in Cisgiordania o a Gerusalemme est. Difatti i punti sui quali erano irremovibili i palestinesi riguardavano proprio la cessazione della colonizzazione dei Territori occupati e il ritorno ai confini del 1967. Fatto sta che il capo della diplomazia statunitense ha potuto ieri sera affermare; “Sono lieto di annunciare che abbiamo raggiunto un’intesa che definisce le basi per riprendere negoziati tra israeliani e palestinesi; questo è un passo avanti significativo e ben accetto. L’accordo è ancora in via di ‘finalizzazione’ e per il momento non abbiamo alcuna intenzione di parlare di alcun elemento” dell’intesa. “Nessuno credevo – ha aggiunto – che le divergenze di lungo termine tra le parti sarebbero state risolte nel corso di una notte o semplicemente cancellate. Siamo consapevoli che la sfida richiederà alcune scelte difficili nei prossimi giorni. Oggi, tuttavia, sono ottimista, grazie alla coraggiosa leadership dimostrata dal presidente Abu Mazen e dal premier Netanyahu. Entrambi hanno deciso di fare scelte difficili ed entrambi sono stati di grande aiuto”. Soddisfazione è stata espressa dal segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon, il quale ha chiesto ieri sera ai leader israeliani e palestinesi di dare prova di “coraggio e di responsabilità” nei negoziati di pace che stanno per riprendere dopo che si erano bloccati nel settembre 2010. “L’Onu supporta tutti gli sforzi finalizzati a negoziati concreti e ad una pace globale nella regione”, ha aggiunto nel comunicato diffuso dal Palazzo di vetro. Come primo segnale dell’accordo raggiunto, Yuval Steinitz, ministro israeliano per gli Affari strategici e l’Intelligence, con delega per le Relazioni internazionali, ha fatto sapere tramite la radio pubblica che “Israele procederà con un rilascio limitato di prigionieri palestinesi”.

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