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28 Lug 2013

Palestinesi protestano contro i negoziati; la polizia dell'ANP attacca violentemente ed arresta i manifestanti a Ramallah

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha denunciato l'assalto delle forze di sicurezza dell'Autorità Palestinese contro i manifestanti a Ramallah il 28 luglio 2013, mentre marciavano contro il ritorno dell'ANP Ai negoziati con Israele, mettendo in guardia contro le concessioni pericolose dei diritti nazionali palestinesi.

La polizia dell'ANP ha attaccato i manifestanti con manganelli mentre marciavano verso la Muqata', il quartier generale presidenziale dell'ANP, ferendo decine di palestinesi che partecipavano a una marcia popolare pacifica contro i negoziati. La decisione dell'ANP – un atto individuale del presidente Mahmoud Abbas - era in contrasto con le decisioni delle istituzioni nazionali palestinesi, tra cui il Consiglio Centrale dell'OLP - e riflette una cultura di incoscienza, irresponsabilità e disprezzo per la legge e le tradizioni nazionali palestinesi. Il FPLP ha chiesto che coloro che hanno ordinato e attuato questa violenza siano ritenuti responsabili per le loro azioni, aggiungendo che questa protesta contro la ripresa dei negoziati è l'inizio di un movimento popolare tra i palestinesi, dentro e fuori la Palestina, per porre fine alle assurde trattative e all'intero percorso di Oslo, denunciare i responsabili che normalizzano l'occupazione, ritornare alle istituzioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, e lottare per i diritti dei palestinesi, ponendo fine alla divisione e creando una strategia alternativa nazionale di resistenza, per ottenere i diritti del nostro popolo: ritorno, autodeterminazione, indipendenza, sovranità e la capitale a Gerusalemme.

Centinaia di manifestanti si sono uniti alla protesta a Ramallah e a quella simultanea a Gaza. L'associazione per i prigionieri e per i diritti umani Addameer ha riferito che tra i feriti c'era il membro del bureau del FPLP e compagna Khalida Jarrar. I manifestanti feriti sono stati ulteriormente arrestati una volta giunti all'ospedale. Il compagno Maher al-Taher, membro dell'Ufficio Politico del FPLP e leader della sua sezione in esilio, ha condannato con forza la repressione delle proteste contro il ritorno i negoziati da parte dell'ANP e ha detto che è diritto del popolo esprimere il proprio libero arbitrio e rifiutare questi assurdi negoziati, nonché la sottomissione ai dettami degli USA: "l'obiettivo primario degli Stati Uniti e di Israele in questo ritorno ai negoziati è quello di prevenire l'esplosione della situazione in Palestina di fronte all'occupazione, e di fermare il percorso verso le Nazioni Unite e la Corte penale internazionale per perseguire con il terrorismo sionista". Taher ha invitato i palestinesi dentro e fuori la Palestina a rifiutare e condannare il ritorno ai negoziati a causa del rischio per la causa e i diritti nazionali del popolo palestinese, il che potrà solo beneficiare il nemico sionista e gli Stati Uniti d'America. Dirigenti, quadri e membri del Fronte, così come le altre fazioni e organizzazioni, si sono uniti alla protesta a Ramallah e a Gaza City contro la ripresa dei negoziati e le azioni della leadership palestinese. I manifestanti hanno urlato contro la sicurezza e la normalizzazione e hanno chiesto che coloro che sono stati impegnati negli incontri con i sionisti e nel ritorno ai negoziati che violano le linee rosse palestinesi vengano considerati responsabili. Il compagno Dr. Mariam Abu Daqqa, membro dell'Ufficio Politico del FPLP, ha incoraggiato la costruzione di una campagna contro il ritorno ai negoziati che coinvolga le masse del popolo palestinese e che faccia pressione sui funzionari palestinesi perché non vadano a Washington. Abu Daqqa ha detto che il ritorno ai negoziati è una concessione grave che danneggia profondamente il consenso nazionale palestinese e ne minaccia i diritti inalienabili, che non saranno negoziati per soldi in una cosiddetta "pace economica". Ha poi aggiunto che la Palestina è la Palestina dal fiume al mare, e i profughi palestinesi torneranno. Abu Daqqa ha anche chiesto l'immediata sospensione del coordinamento della sicurezza e l'esposizione dei responsabili della normalizzazione e degli accordi con i leader sionisti davanti al popolo palestinese e alle istituzioni nazionali. La compagna ha anche invitato tutti a confrontarsi ed unirsi nella lotta contro il piano sionista che mira a spostare il popolo palestinese e a sottrarre la terra palestinese del Negev, per costruire una strategia nazionale democratica alternativa che rifiuti il percorso di Oslo e si basi sulla resistenza in tutte le sue forme. Abu Daqqa ha infine salutato i prigionieri nelle carceri dell'occupazione e soprattutto il segretario generale del PFLP Ahmad Sa'adat, dicendo che il Fronte continuerà ad ostacolare tutti i tentativi di imporre sottomissione, liquidazione, normalizzazione, e assurde trattative.

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