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12 luglio 2013

Riaperto il caso del ferimento di Tristan Anderson
di Lea Frehse
Alternative Information Center

Mercoledì la Corte Suprema israeliana ha ordinato la riapertura delle indagini di polizia sul caso dell’attivista americano Tristan Anderson, gravemente ferito nel 2009 dall’esercito israeliano. La Corte ha accettato la petizione presentata dalla famiglia Anderson e dall’Ong israeliana Yesh Din, che ha fatto appello contro “la scioccante negligenza” dell’inchiesta.

Tristan, 41 anni, fu gravemente ferito alla testa da un candelotto lacrimogeno sparato a gran velocità dalla polizia di frontiera israeliana mentre documentava una protesta contro il Muro di Separazione nel villaggio di Ni’lin nel 2009. Testimoni hanno confermato che Anderson non era coinvolto in nessuna attività violenta e che fu colpito senza preavviso. Anderson ha subito gravi ferite alla testa e soffre ora di problemi fisici e mentali, oltre che di dolore cronico, che lo accompagneranno per tutta la vita. Quattro anni dopo l’incidente, nessun poliziotto è stato ritenuto responsabile. Mercoledì la Corte ha ordinato che il caso venga riaperto. La polizia deve rispondere entro 120 giorni. Le indagini interne furono chiuse sei mesi dopo l’incidente senza spiegazioni. La polizia ha rigettato ogni responsabilità. Gli investigatori non hanno fatto visita al luogo dell’incidente per raccogliere prove. Gli avvocati di Anderson ritengono che il lancio di lacrimogeni fosse diretto ai manifestanti da breve distanza, elemento provato dai video girati quel giorno. La famiglia di Tristan dagli Stati Uniti non ha potuto partecipare al processo ma è sempre stata aggiornata dagli attivisti israeliani che hanno seguito il caso. Tristan ha trascorso un anno negli ospedali israeliani dopo essere stato colpito ed è stato aiutato dai genitori e dalla fidanzata. Alla famiglia sono state recapitate ingenti fatture di pagamento per i trattamenti medici, oltre alle spese per i viaggi, che chiedono vengano coperte dalle autorità israeliane. Un secondo processo fu aperto per stabilire eventuali risarcimenti alla famiglia: la prima udienza è prevista per il 10 novembre 2013 a Gerusalemme. Dopo l’ordine della Corte Suprema, il procuratore di Stato Uri Kedar ha dichiarato che le autorità seguiranno la richiesta ma che difficilmente troveranno delle nuove prove. Gli avvocati di Anderson, Michael Sfard e Emily Schaeffer, hanno definito tale dichiarazione “un insulto”: “Uno schiaffo in faccia alla famiglia della vittima che va intesa per quello che è: le indagini non furono condotte in maniera appropriata”. Prima del processo Sfard e Schaeffer dissero: “La scioccante negligenza di questa inchiesta e del team dell’accusa che ne ha monitorato i risultati è inaccettabile, ma è esempio della cultura dell’impunità di Israele. Il caso di Tristan non è l’unico: rappresenta le centinaia di casi di vittime palestinesi sui cui casi non si è investigato”.


L’Ong Yesh Din ha raccolto una serie di video che mostrano i minuti prima e dopo che Tristan è stato colpito a Ni’lin:

“Perpetrators of the Shooting of Tristan Anderson”: https://www.youtube.com/watch?v=jBQj28e3-8o

“Aftermath of the shooting of Tristan Anderson Part 1, Part 2, and Part 3”:

https://www.youtube.com/watch?v=Ov3Qs8CjPRw

https://www.youtube.com/watch=bZMHhuWACME&list=PL8B45BD55CCCED7B8

https://www.youtube.com/watch?v=-_b6mOtFoS8

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