Fonte: http://www.argia.com
http://contropiano.org/
Mercoledì, 13 Agosto 2014

Andiamo in Donbass a portare solidarietà e rompere il blocco mediatico

Il gruppo italiano Banda Bassotti ha organizzato la carovana antifascista in Donbass. Sulla scia di questa iniziativa è nata nel Paese Basco l'idea di portare solidarietà in Donbass. La rivista ARGIA ne ha parlato con uno degli organizzatori dell'iniziativa con l'obietivo di conoscere i dettagli del progetto.

Cosa vi ha portato a organizzare questa iniziativa in Euskal Herria?

Pensiamo sia arrivata l'ora di passare dalle parole ai fatti. Euskal Herria deve riprendere l’iniziativa nel conflitto in Europa. Il primo motivo non è mettere la bandierina di Euskal Herria sulla mappa ma portare la solidarietà diretta in Donbass, fargli sapere che il popolo basco non li lascerà soli. Anche portare sostegno economico, farmaci e aiuto umanitario per coprire le necessità basiche della popolazione; e poi conoscere direttamente la realtà e la situazione sul terreno per poter lavorare politicamente in Euskal Herria su una solidarietà efficace.

La Brigata è nata attorno alla carovana antifascista della Banda Bassotti, perché?

Non è la prima volta che la Banda Bassotti fa un'iniziativa del genere. L'hanno già fatto in Nicaragua nel 1984, in El Salvador nel ‘94 e anche in Palestina, insieme ad altri attivisti, compagni e gruppi musicali provenienti da Euskal Herria (Negu Gorriak). Anche questa volta Fermin Muguruza ha sostenuto l'idea di andare nell'Ucraina orientale. L’impegno politico della Banda Bassotti va riconosciuto. La solidarietà internazionalista che hanno dimostrato anche nei confronti di Euskal Herria ora la vogliono portare in Donbass. Noi non possiamo lasciar cadere questa opportunità, è per questo che è nata questa iniziativa nel Paese Basco. Per noi è un grande onore poter partecipare all’iniziativa con la Banda Bassotti.

Sarete per 3 giorni in Donbass. Qual è il programma?

Anche se ci sono molte cose da definire, andremo nei campi di rifugiati nella città di Rostov, e poi direttamente in Donbass. Siamo in contatto con i compagni del Donbass e faremo quello che abbiano programmato. Chi non potrà venire con noi potrà seguire sul nostro blog il lavoro della brigata. Chi vuol sostenere economicamente la carovana può dare un contributo economico tramite il sito della Banda Bassotti. Stiamo anche raccogliendo dei soldi  per comprare medicinali, nelle feste dei paesi qui in Euskal Herria organizziamo una raccolta di fondi per il Donbass. Il contributo di tutti è importante.

Cosa metteresti in evidenza della situazione in Ucraina e nel Donbass?

C'e una grande desinformazione. Uno dei nostri obiettivi è rompere il blocco mediatico e socializzare e denunciare la grave repressione che sta soffrendo il popolo ucraino tutto, il popolo del Donbass in particolare e i lavoratori.
Sulla situazione in Ucraina occorre sottolineare l’importanza del colpo di stato filo-occidentale e fascista che c’è stato a Febbraio. In conseguenza la Novorossiya - l'est dell'Ucraina - e altri territori (tra gli ucraino-parlanti o in Transkarpatia) si sono ribellati e si stanno realizzando dei processi di autodeterminazione. Anche se questi processi hanno l'appoggio di una grande maggioranza popolare, anche alcuni “pseudo-rivoluzionari” dell'Europa occidentale hanno deciso di voltare le spalle alla volontà popolare. Questo punto è preoccupante e per noi inaccettabile. Si utilizza una doppia morale per negare ai popoli il diritto alla resistenza ed all’autodifesa di fronte all'intervento criminale dell’imperialismo. Quale differenza c'é tra il Donbass e la Palestina ad essempio? Sono situazioni simili. Perché non hanno permesso che il conflitto avesse una soluzione diplomatica? L'Ucraina è lo stato piu centralista dell'Europa: i governatori regionali sono scelti direttamente da Kiev. Contro questo centralismo le maggioranze popolari nell'est dell'Ucraina e ad Odessa hanno proposto la federalizzazione del paese come soluzione, così come la diplomazia russa. Anche se la soluzione del conflitto è facile, il governo fascista di Kiev ha deciso di scegliere la guerra. È lì la radice del conflitto. L'Unione Europea ha impedito la soluzione diplomatica e negoziata per l'Ucraina. Contro ogni tipo di aggressione criminale e di fronte all’assassinio indiscriminato di civili, bisogna risconoscere ai popoli l'assoluto diritto all'autodifesa.

In quasi tutta la stampa si parla del conflitto come di uno scontro tra l'esercito ucraino e i filorussi.

Quasi tutta la stampa (mainstream ma anche parte di quella “alternativa”) parla di un conflitto tra l'Ucraina e i filorussi, come se i russofoni non fossero ucraini. La stampa così non fa altro che fomentare la russofobia. Hanno dimenticato il colpo di stato filoeuropeo e fascista e hanno criminalizzato sia l'attività dei ribelli antifascisti che il processo di creazione delle repubbliche popolari. Kiev sta negando i diritti a tutto un popolo. Le radici del conflitto sono state manipolate. Non è una guerra tra Russia e Ucraina. Non è il presunto intervento della Russia che ha provocato il conflitto. (…) Quando sono state proclamate le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk alcune proprietà dell'oligarchia di origine russa e ucraina sono state espropriate.

Il fatto di chiamare filorusso o prorusso chi non si piega è solo una scusa per delegittimare la resistenza. Nel Donbass abbiamo capito chiaramente che l'oligarchia russa é dall'altra parte della barricata. Perché non si rispetta la scelta del popolo della Novorossiya? Per noi questo è internazionalismo, la solidarietà coerente ed efficace oltre ai dogmi, alla carità e alle lezioni morali. Tutti i popoli hanno diritto a decidere il proprio futuro, di essere padroni della propria organizzazione politica ed economica. L'obietivo della lettura semplicistica che parla di un conflitto tra Russia e Ucraina é manipolare il conflitto e delegittimare gli insorti.



Il nome della vostra brigata è “Brigata Antifascista”. Perché?



Il nostro scopo non è solo portare la solidarietà al popolo del Donbass. Andremo anche a dare sostegno ai comunisti rivoluzionari e agli operai ucraini. Non possiamo dimenticare che centinaia di attivisti e sindacalisti sono stati rapiti, torturati e uccisi in Ucraina. E’ in corso anche il procedimento per mettere fuori legge il Partito Comunista. La repressione contro il movimento comunista rivoluzionario Borotba è molto forte, per non parlare dell'eccidio dei sindacalisti di Odessa e della repressione contro i minatori dell Donbass. L'antifascismo è un concetto che sta  assolutamente in rapporto dialettico con il conflitto dell'Ucraina.

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