La Voce della Russia
2 agosto 2014

La vita nel Donbass in guerra. Parte 1. Gorlovka
di Anna Fedorova

Come vivono e che cosa sentono gli abitanti di Gorlovka, racconta Svetlana Ohrimenko, addetto stampa della diocesi di Gorlovka:

- E' in corso la guerra. Dal 21 luglio è iniziato il cannoneggiamento d'artiglieria delle periferie della città. Dal 26 luglio i proiettili d'artiglieria hanno raggiunto il centro. Colpiscono palazzi residenziali, scuole, ospedali, negozi, fermate dei mezzi pubblici. Alcuni proiettili sono esplosi nei pressi delle chiese ortodosse, uno è esploso sul territorio della Sede diocesana di Gorlovka. Non ci sono né c'erano mai state in postazioni dei miliziani in quei posti. Il conto dei morti e feriti tra i civili pacifici è di decine di persone. Nella città ci sono case distrutte e bruciate, nelle tre scuole centrali i bambini non potranno più studiare nel nuovo anno scolastico.

Dall'inizio dei cannoneggiamenti la gente abbandona la città in massa, ma molti rimangono: la popolazione di Gorlovka è di circa 270 mila persone. La città è deserta, nelle strade si vedono molto raramente un passante, un ciclista o un automobilista. La gente esce di casa solo per una pressante urgenza, cercando di rientrare il più presto possibile. Le mura delle costruzioni in pannelli di cemento che risalgono all'epoca sovietica non proteggono contro un tiro diretto di un proiettile d'artiglieria, ma la probabilità di morire dopo essere colpiti da schegge all'interno dell'edificio è comunque inferiore a quella di morire all'aperto. Una parte dei cittadini si sono trasferiti nei rifugi antiaerei. Molte finestre sono sigillate a croce con nastro adesivo per prevenire lo sparpagliare delle schegge qualora il vetro dovesse essere divelto da un'onda d'urto. Nelle strade sono comparsi cani e gatti di razza rilasciati dai padroni in fuga. Sugli alberi vicino ai passeri ci sono pappagalli.

- Com'è la situazione con generi alimentari, medicinali, acqua, elettricità?

- Piccoli negozi e mercati alimentari sono stati chiusi, alcuni supermercati funzionano. Hanno generi alimentari, non una gamma dei prodotti disponibile prima dello scoppio della guerra, ma comunque si può acquistare i generi di prima necessità. E' iniziata la speculazione sul pane i cui prezzi sono aumentati di 3-4 volte: i due panifici di Gorlovka hanno cessato la loro attività, il pane lo portano dalle vicine città. A causa di ciò nel reparto di produzione del pane eucaristico della cattedrale Bogoyavlenskij ora non solo si fa il pane eucaristico, ma anche il pane comune che viene distribuito negli ospedali e nelle strutture sociali della città, ma è anche distribuito alla gente che si è rifugiata nel sottosuolo della cattedrale per sfuggire ai cannoneggiamenti.

Sono pochissime le farmacie funzionanti, ma gli ospedali hanno i medicinali. Io personalmente non ho verificato queste informazioni. Capitano interruzioni nell'erogazione dell'acqua e dell'elettricità dopo i cannoneggiamenti quando proiettili o schegge danneggiano rispettive infrastrutture. Le squadre di riparazione sistemano questi malfunzionamenti non appena si presenta l'opportunità. Da qualche parte in periferia tuttora mancano l'elettricità e l'acqua, e ciò è già da qualche giorno. Esistono anche in periferia dei seri problemi con telefonia mobile ed è praticamente impossibile raggiungere telefonicamente la gente che vi abita.

- Che cosa prova la gente rimasta in città? In che cosa si distingue la vita durante la guerra dall'esistenza in tempo di pace?

- Qualcuno ha paura, qualcun altro prova la rabbia. Il desiderio comune è di far cessare al più presto questa follia. Per me la vita durante la guerra si distingue da quella pacifica perché nei rapporti interpersonali è decaduto tutto il secondario. E' rimasta la sostanza. E' diventato chiaro il valore di ogni persona: c'é chi ti pone la propria spalla per sorreggerti e chi invece ti da uno sgambetto, chi ti aiuta e chi ti tradisce. E' una sensazione del tutto particolare quando vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo. Eppoi tutta questa situazione è un'ottima scuola per la preghiera.

- Quanto è spesso che capitano cannoneggiamenti? C'è possibilità di rifugiarsi?

- I cannoneggiamenti non capitano tanto spesso rispetto alle altre città di Donbass, dove a volte durano incessantemente per ore. A Gorlovka ci sono state salve sporadiche dei sistemi la lancio multiplo "Grad" e di mortai fino ad alcune volte nel corso di una giornata. Tuttavia anche il fuoco di una tale relativamente ridotta intensità ha già causato molte disgrazie. Si dice che intorno a Gorlovka siano dislocate 40 rampe di lancio multiplo "Grad" dell'esercito ucraino. Se i militari decideranno di impiegarle contemporaneamente si possono immaginare i risultati…Nella città sono stati allestiti rifugi antiaerei. la gente che ha sotterranei nelle proprie abitazioni vi si rifugia. Gli abitanti del centro possono rifugiarsi nel sottosuolo della cattedrale Bogoyavlenskij che si trova sottoterra e ha le volte molto resistenti. Nella cattedrale ci sono acqua e pane, il cibo e le coperte la gente porta con sé.

- Come, a Suo avviso, si evolverà la situazione?

- Nessuno lo sa che cosa ci riserva il futuro. E' un compito ingrato di fare delle ipotesi di qualsiasi tipo. I miliziani hanno dichiarato di voler mantenere la città, mentre l'esercito ucraino ha tentato di prenderla d'assalto. Per ora tutti i tentativi d'assalto ucraino sono stati respinti. I militari conquistavano periferie, vi issavano le bandiere ucraine, ma poi si ritiravano e ora vi è il territorio neutrale. Noi tutti vogliamo la pace al più presto possibile, ma sarà il tempo a dimostrare se le nostre speranze si avverino o meno.

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