La Voce della Russia
22 agosto 2014

La verità sulla tragedia del Boeing
di Igor Siletskij

Già in luglio l’organizzazione sociale americana “Veterani professionali dell’intelligence per il buonsenso” (VIPS) hanno inviato a Barack Obama un promemoria con l’invito di cessare la retorica antirussa e di rivelare l’informazione completa sulle circostanze della catastrofe. I veterani dell’intelligence sono rimasti perplessi di fronte alla palese mancanza del desiderio da parte del governo di presentare alla società le conclusioni formulate in base ai dati concessi dall’intelligence, ha detto il rappresentante della VIPS, Raymond McGovern, ex analista della CIA: Ci sono state soltanto le dichiarazioni di John Kerry secondo cui l’averebbero fatto i miliziani. Ma non è stata presentata nessuna prova a conferma di tali dichiarazioni. Un anno fa, quando presso Damasco sono state impiegate armi chimiche, John Kerry ha subito dichiarato: sappiano che lo ha fatto Bashar Assad. Alla fine questa dichiarazione si è rivelata bugiarda. Adesso sappiamo che le armi chimiche sono state usate dai guerriglieri. In merito al crollo del Boeing malese John Kerry ha subito detto: “è opera dei russi”. Poi un silenzio assoluto di tutti i media americani. Ed anche di quegli olandesi.

Giorni fa il Consiglio di sicurezza dell’Olanda ha dichiarato che non pubblicherà completamente i dati dei registratori di bordo del Boeing abbattuto e che pubblicherà solo quella informazione che “ha attinenza con la determinazione delle cause della catastrofe aerea”. Non è chiaro neanche quando sarà pubblicato il rapporto degli esperti. A sua volta, Kiev si è rifiutata categoricamente di pubblicare la registrazione dei contatti tra il pilota e il controllore di volo. Se le autorità di Kiev non hanno niente da nascondere, tale loro comportamento risulta per lo meno strano, ritiene Andre Liebich, professore dell’Istituto delle relazioni internazionali di Ginevra:

Sembrerebbe che questa importante parte dell’indagine debba confermare l’ipotesi ucraina. Quindi è un fatto inspiegabile. Forse, le registrazioni fatte nel punto di controllo non confermano l’ipotesi ucraina. Può darsi anche che queste registrazioni contengano un’informazione diversa, quella capace di mettere gli ucraini in una situazione difficile o quella di carattere strategico. Ma in complesso si tratta dell’ostacolo decisivo nel processo di chiarimento delle vere circostanze dell’accaduto.

Ed intanto subito dopo la tragedia la Russia ha fornito a tutte le parti interessate i dati del controllio oggettivo che dimostrano la partecipazione all’incidente di un aereo ucraino. Solo che, per motivi ben comprensibili, in Occidente non si sono trovati finora sostenitori di tale ipotesi, dice il professore Liebich:

L’ipotesi alternativa che in questo momento viene meno sviluppata e meno sostenuta è che l’aereo malese sia stato abbattuto dal fuoco della mitragliatrice dell’aereo ucraino che lo accompagnava. Alcuni particolari parlano a favore di tale ipotesi.

Serghej Makheev, direttore generale del Centro di studio della congiuntura politica:

L’indagine non fornisce conferme della ipotesi fornita dalla parte ucraina e, insieme con la stessa, dagli americani, ossia dell’ipotesi che il Boeing sarebbe stato abbattuto dai miliziani o dai militari russi. La campagna informativa che hanno lanciato è risultata falsa, ma adesso nessuno vuole parlare di questo. Non esistono fatti a conferma della loro ipotesi.

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