Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung
La Repubblica
05 maggio 2014

Rasmussen: "Basta con i tagli alle spese militari, adesso l'Europa deve difendersi"
di Thomas Gutschker

Il segretario generale Nato: "Noi non parliamo di opzioni armate. Ecco perché sono importanti le sanzioni"

Bruxelles. Segretario generale Rasmussen, ha paura della Russia?

"Naturalmente il comportamento della Russia mi preoccupa molto. È intervenuta militarmente in Crimea violando il diritto internazionale. E ha chiaramente intenzione di destabilizzare l'Ucraina orientale. E molti membri orientali della Nato si preoccupano per la loro stessa sicurezza".

Secondo lei che piani ha la Russia verso l'Ucraina?

"È in gioco più della Crimea o dell'Ucraina. Il loro obiettivo è costruire una sfera d'influenza nell'ex area sovietica. La Russia destabilizza i vicini, anche Transnistria, Moldavia, Abkazia e Sud-Ossezia in Georgia. Vuole impedire ai vicini di unirsi allo spazio geopolitico atlantico, e portarli invece in una Unione euroasiatica guidata da lei".

Nella guerra fredda i paesi Nato avevano dieci volte più carri armati di oggi, i russi ne hanno ancora migliaia e spendono molto per le forze armate. C'è da riflettere?

"Assolutamente, è motivo d'inquietudine. La Russia ha aumentato del 30 per cento il bilancio della Difesa mentre alcuni paesi Nato europei lo hanno ridotto del 40 per cento. Gli eventi in Ucraina devono essere un campanello d'allarme. Lancio l'appello agli alleati europei: non tagliate sempre le vostre spese per la difesa, invertite la tendenza e passo dopo passo investite più denaro nella Difesa. Non possiamo più andare avanti come ora".

Crede davvero che questa inversione di tendenza sia possibile?

"Non è solo questione di quanto spendere ma come. Però i politici in tutta Europa dovrebbero ripensare le loro priorità di bilancio. Dopo quanto abbiamo sperimentato in Ucraina, sicuramente la difesa territoriale avrà un ruolo maggiore".

E la porta della Nato resta aperta per i vicini della Russia?

"La porta della Nato resta aperta per le democrazie europee che vogliono entrarvi e sono in grado di rafforzare la sicurezza euroatlantica e applicare i nostri principi".

Secondo lei Mosca vuole invadere l'est dell'Ucraina, oppure controllarne risorse naturali e industrie militari, o crearsi un corridoio con la Transnistria?

"Tutte queste ipotesi ci preoccupano. L'Ucraina è stata molto indebolita. Se la Russia compirà altri passi e interverrà più profondamente, farà un errore storico. Che avrebbe conseguenze davvero pesanti per i rapporti tra Russia e Occidente: dure sanzioni colpiranno sensibilmente l'economia russa".

Cioè sanzioni, ma risposta militare esclusa?

"Noi non parliamo di opzioni militari. Nessuno vuole nemmeno immaginarsi un conflitto militare tra Russia e Occidente. Tanto più è importante, con sanzioni efficaci, alzare il prezzo del comportamento russo rendendolo totalmente inaccettabile".

Mosca sa che la Nato non reagirà militarmente, non è un vantaggio per lei?

"La differenza è se uno Sta- to appartiene alla Nato o no. Abbiamo preso misure concrete per rafforzare la sicurezza di tutti gli Stati membri: pattuglie di caccia e aereiradar su Polonia e Romania, presenza navale rafforzata in Baltico e Mar nero. Sono risposte militari, fungono da deterrente".

Ma Varsavia chiede di più, almeno due brigate corazzate, è giusto o no?

"Non voglio entrare nei dettagli, ma credo che dobbiamo rendere la Nato più visibile in tutto il suo territorio".

Per sempre?

"Dipende dalla situazione. Non esiteremo a fare di più se necessario per la nostra sicurezza comune".

Con i sorvoli di bombardieri nei cieli Nato Mosca vuole testare l'Alleanza?

"I russi non hanno bisogno di testare la nostra decisione. Non possono avere il minimo dubbio che consideriamo un attacco a un paese Nato come attacco a tutti".

Ma se entrassero in Estonia, via, crede davvero che quei 16 jet e quella compagnia ora là schierati li dissuaderanno?

"Non sottovalutiamo la nostra capacità di difendere i paesi membri! In quel caso ipotetico prenderemo tutte le misure necessarie per difendere l'Estonia".

Nel 1997 Nato e Russia s'impegnarono, rispettivamente, la prima a non stazionare in permanenza truppe in Europa orientale, la seconda a moderare lo schieramento delle sue forze convenzionali. L'impegno reciproco vale ancora?

"La Russia ha violato gli impegni in modo flagrante. E abbiamo sempre detto chiaramente che in caso di minaccia rafforzeremo le nostre truppe".

Nato e Russia si dichiarano non più nemiche. È ancora vero?

"Nel 2010 decidemmo persino una partnership strategica. Ma al momento la Russia si comporta più da avversario che da partner. È una svolta. Per la prima volta dalla guerra fredda un paese europeo si è impossessato di territorio altrui con la violenza. Pensavamo fossero episodi del passato. Dobbiamo reagire".

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