guarda il video: https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=OyBfbagCFUg

http://www.huffingtonpost.it
26/05/2014

Odessa: spunta una verità drammatica
Traduzione di Igor Glushkov per Pandora TV,
Servizio per il Canale Uno, della TV russa, di Pavel Pchelkin. Evgeniy Zavatskiy, Olga Chitrina

Tutto quello che è successo lo scorso 2 maggio è stato ripreso dai giornalisti e da altri testimoni attraverso immagini fotografiche e video. Adesso questo materiale viene dettagliatamente analizzato da tutti quelli che non sono indifferenti agli eventi della città. Pavel Pchelkin ha rivolto l'attenzione a una serie di dettagli. Nel bel mezzo dell'operazione punitiva nel Paese dove la tensione nella popolazione di lingua russa di Odessa ha raggiunto il limite, i governanti della città decidono di organizzare la partita di calcio tra il "Metallist" di Har'kov e il "Chernomoretz" di Odessa. Loro sanno che in città dovrebbero arrivare alcune migliaia di Ultras di entrambe le squadre. I tifosi di atteggiamenti nazionalisti sono sostenitori di Maydan. Hanno avuto il permesso di marciare per le vie di Odessa in sostegno dell'Unità dell'Ucraina e si sono radunati qua, nella piazza Sobornaya di Odessa. Nel frattempo, dalla parte del corso Aleksandrov si muove nella loro direzione un gruppo, equipaggiato molto bene, di giovani persone con mazze e armature. Molti hanno il nastro di San Giorgio ma la caratteristica principale è il contrassegno rosso fatto di scotch sul braccio. I governanti li chiamavano i guerriglieri russofoni, ma sembra che a qualcuno servisse proprio che tutti lo pensassero. Alla stessa conclusione sono arrivati molti testimoni oculari.

Dopo è arrivata la prima stranezza e la disconnessione con la versione ufficiale della Giunta. Esattamente gli stessi bracciali erano sulle mani di alcuni membri del Ministero degli Interni. La cosa più interessante è che proprio in questo luogo dove si trovavano tali agenti è avvenuto l'accesso dei "separatisti" verso i manifestanti. In questo filmato si possono vedere i contrassegni rossi sul braccio degli aggressori e accanto a loro le stesse fasce hanno i poliziotti del cordone. Gli aggressori sono in minoranza rispetto alle migliaia di manifestanti. È ovvio che non avessero alcuna intenzione di fermarli. Le forze sono poche. Ma in quel posto dove è avvenuto l'accesso, dagli aggressori si stacca un gruppo ancora più piccolo. Perché? Dopo diventa chiaro. Loro attirano la folla dei fan e raggiungono il risultato desiderato. Ecco quello che urlano i manifestanti: "Cinquanta persone sono niente... Se noi entriamo dal vicolo, loro sono pochi!"

La folla cambia direzione e si inserisce in via Grecheskaya. Gli scontri principali si svolgono qui dove accadono le cose strane. Il cordone di polizia si apre, lasciando passare gli aggressori e si chiude di nuovo. I sassi volano da entrambe le parti. In questo video un uomo con la fascia rossa dal tetto apre il fuoco con una pistola. Proprio in questo momento si sono verificate le prime morti. E qui, giudicando dal contrassegno, un ufficiale del Ministero degli Interni ucraino sta evidentemente istruendo gli aggressori con la fascia rossa: "Bisogna capire precisamente cosa fa ogni plotone."
" Correvano tutti non so dove... Perciò, vede, ogni volta c'è qualche problema..."

Ma è ancora più difficile credere a queste immagini. In esse una persona con il giubbotto antiproiettile apre il fuoco con il mitra proprio da dietro i poliziotti. E da qui diventa chiaro che lo scopo principale è di far incattivire al massimo la folla dei fan e dei sostenitori di Maydan. Il perché di ciò sarà chiaro dopo, 
nel momento in cui gli aggressori con il contrassegno rosso precipitosamente hanno lasciato il campo di battaglia e la folla inferocita ha preso la direzione verso il Kulikovo pole, dove si trovava il campeggio degli oppositori al potere, dai quali non sono riusciti a liberarsi nel corso degli ultimi mesi. Naturalmente, nei campeggio non c'era nessuno con la fascia rossa. In quel momento dentro c'era solo qualche decina di attivisti. Salvandosi dalla folla si sono nascosti nella Casa del Sindacato.

Le migliaia di tifosi, abituati agli scontri sulle strade, secondo il piano, sarebbero serviti solamente come carne da cannone. Come hanno rivelato alcuni membri della polizia di Odessa dentro la 
folla c'erano due battaglioni speciali di membri del Ministero degli Interni "Vostok" e "Shtorm" da poco completati con i nazionalisti del settore destro, naturalmente, in borghese. Nello stesso tempo, guarda caso, a Odessa si trovava l'ex-comandante di Maydan Parubiy.
Un altro personaggio, un uomo con il giubbotto antiproiettile, circondato da persone che dall'aspetto sono chiaramente non dei semplici civili, si lamenta falsamente contro gli aggressori. Di sicuro 
lavora per la telecamera della TV ucraina: "Sono armati, con atteggiamenti aggressivi, hanno con loro delle granate artigianali. I miei ragazzi sono arrivati a mani vuote. Quattro dei miei sono feriti. Anch'io."
Sta ovviamente mentendo che sia disarmato. In questo filmato c'è lui, davanti all'edificio in fiamme che spara perché la gente nascosta non possa uscire dalle finestre. Si chiama Micola. E' il capo 
di uno delle centurie della guerriglia di Maydan, il quale da poco ha traslocato a Odessa.

Come è noto il Ministero degli Interni più tardi dichiarerà che le persone nell'edificio si sono bruciate da sole perché non è possibile lanciare i Molotov fino al terzo piano dove è avvenuto l'incendio principale. Questa cinica affermazione si può smentire. I guerriglieri di Maydan erano dentro l'edificio. Eccoli mentre dimostrano la bandiera ucraina sotto l'esultanza generale della folla. Ecco un altro
filmato fatto più tardi in cui si vede che proprio in questa stanza comincia l'incendio.
Nello stesso momento il sindaco di Odessa, in sostanza, dà il via libera per l'omicidio ai guerriglieri di Maydan. Nel suo blog scrive: "Le azioni degli abitanti di Odessa volte a neutralizzare e arrestare i 
terroristi armati sono considerate legittime." Come abbiamo già raccontato la maggior parte di quelli che sono venuti ad incendiare la Casa del Sindacato non erano abitanti di Odessa. Invece dentro si trovavano proprio loro. La propaganda ucraina ha subito detto che vicino ai morti sono stati trovati 
passaporti russi. Lo hanno anche dimostrato. E' stato facile smentirlo. Sono gli stessi passaporti con i medesimi dati anagrafici e le stesse foto, però l'informazione che parla dei presunti infiltrati russi è del 16 aprile.

Mettendo a confronto i fatti non è difficile trarre la conclusione. Il motivo della tragedia avvenuta è stata la provocazione dei governanti, con lo scopo di disperdere e arrestare i membri della protesta, durata molti mesi contro l'attuale governo, con l'aiuto dei tifosi. Per questo in entrambe le parti c'erano provocatori con esperienza. E' molto probabile che nessuno abbia pianificato le uccisioni di massa ma è finita proprio così.

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