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18 dicembre 2014

La Nato ha costruito nuovo muro. Vogliono impagliare l’orso russo.

Nella tradizionale conferenza stampa in diretta tv di fine anno, il presidente russo ha rassicurato l'opinione pubblica ("Saremo fuori dalla crisi entro due anni") e non ha risparmiato attacchi all'Occidente: "I nostri partner si credono un impero, ci vogliono vassalli". Oggi l'incontro con Prodi

E’ stato un Vladimir Putin-show quello andato in onda in diretta tv, radio e internet dal centro congressi del World Trade Center di Mosca. Con il Paese alle prese con una fortissima crisi economica aggravata dalla caduta del rublo, il presidente russo ha tenuto la sua tradizionale conferenza annuale di fronte a 1.259 giornalisti, di cui oltre 200 stranieri, con un solo obiettivo: rassicurare l’opinione pubblica. “Abbiamo le risorse sufficienti per affrontare la crisi, il ritorno alla crescita è inevitabile, nel peggiore dei casi ci vorranno 2 anni”, ha detto Putin. Nel frattempo il Paese deve diversificare la sua economia, ha ammonito il capo del Cremlino, che ha difeso l’operato della Banca centrale e del governo finiti nel mirino dell’opposizione per la crisi valutaria che sta mettendo in ginocchio il Paese: “Ci sono interrogativi sul governo e sulla banca centrale relativi alla tempestività, alla qualità delle misure, ma parlando in generale le azioni sono assolutamente adeguate e nella direzione giusta”.

Il messaggio da mandare ai russi che oggi giorni fanno i conti con un rublo che ha perso gran parte del proprio valore dev’essere improntato all’ottimismo: il Paese è alle prese con una crisi profonda, ma le riserve valutarie russe sono sufficienti a mantenere l’economia in condizioni stabili, ma ha sottolineato che la Banca centrale non deve “bruciare” senza scopo le sue riserve che attualmente ammontano a 419 miliardi di dollari”.

“La crisi in Russia è il risultato dell’annessione della Crimea?”, domanda un giornalista. “No, del desiderio dei russi di difendere la loro sovranità”, ha risposto Putin, secondo cui l’Occidente vuole che “l’orso stia seduto tranquillamente e mangi il miele ma tentano di metterlo in catene, di togliergli i denti e gli artigli e impagliarlo“. “Abbiamo cercato di aprirci all’Occidente, ma siamo stati respinti”, ha affermato ancora Putin citando, oltre a quanto accaduto in Russia dopo il crollo dell’Unione sovietica, il sostegno dell’occidente al terrorismo nel Caucaso, “lo sforzo senza precedenti” messo in atto contro i preparativi dei giochi olimpici di Sochi. Così in Europa “il muro di Berlino è crollato, ma si costruiscono nuovi muri nonostante i nostri tentativi di collaborare. L’espansione della Nato non è forse un muro, un muro virtuale? I nostri partner si credono un impero, ci vogliono vassalli”.

Oggi, intanto, a Mosca è attesa la visita di Romano Prodi, che incontrerà Putin e il ministro degli esteri Serghiei Lavrov a porte chiuse. Né il ministero, né il Cremlino hanno annunciato la visita e tanto meno il tema dei colloqui. Le stesse fonti, però, ritengono che nella “colazione di lavoro” con Lavrov e in serata col capo di Stato si affronterà sicuramente il tema delle sanzioni europee contro Mosca, a causa della crisi ucraina. Prodi, fanno sapere, è invitato in qualità di ex presidente della Commissione europea ed ex premier italiano.

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