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25 mar, 2014

L’America “taglia” il gas alla Russia

Gli Stati Uniti vogliono affrancare l'Europa dall'energia russa. E hanno già elaborato un piano.

Le nuova Guerra Fredda ha prodotto tanti effetti, inasprendo i rapporti tra la Russia e l’Occidente. L’annessione della Crimea è diventato il motivo di un allontanamento di Mosca dal resto del mondo, confermato dalle sanzioni. Che sembrano solo un passo iniziale.

Una delle prime domande innescate dalla crisi è stata: cosa rischia l’Europa con le forniture di gas? Gli analisti hanno fornito ampie rassicurazioni, spiegando che sul breve periodo non c’è alcuna preoccupazione. I motivi sono principamente due: l’inverno è stato mite e quindi le riserve non sono state toccate; sta per arrivare la bella stagione che può permettere di incrementare gli stoccaggi.

Tuttavia, gli Stati Uniti stanno predisponendo una strategia per isolare ulteriormente Vladimir Putin, spuntandogli l’arma più pericolosa che ha tra le mani: la minaccia di “lasciare al gelo” gli europei.

Paolo Mastrolilli ha spiegato in questo articolo su ‘La Stampa’ come si sta muovendo la Casa Bianca.

Il gas e il petrolio di Mosca rappresentano anche il 30% del totale importato da paesi come l’Italia, e anche più per la Germania, diventata l’elemento di svolta sul fronte europeo da quando anche la cancelliera Merkel si è convinta che Putin è inaffidabile. Perciò Obama ha ordinato di mettere sul tavolo anche la carta della «diversificazione», affidata al segretario all’Energia Ernest Moniz, l’ex professore del Mit che lo ha seguito in Europa, e a breve terrà un vertice con i colleghi del G7 per esaminare il tema. Questo significa due cose: aiutare il Vecchio continente a sviluppare le proprie fonti, come gli americani stanno già facendo in paesi tipo la Polonia per estrarre lo shale gas, e considerare l’ipotesi di esportare le proprie risorse. Le nuove tecnologie hanno già consentito agli Usa di diventare i primi produttori mondiali di gas, e gli esperti del settore si aspettano che tra breve scavalcheranno anche l’Arabia Saudita come leader del mercato petrolifero. È vero che secondo i tecnici sarà difficile esportare il gas Usa in Europa prima della fine del 2015, se gli 8 permessi attuali diventassero operativi, ma posare questa carta sul tavolo significa segnalare a Putin che Washington è decisa a contrastarlo con tutti i mezzi economici nel lungo periodo, e all’Europa che non sarà lasciata sola, a sopportare il costo di sanzioni contro un paese con cui ha scambi commerciali dieci volte più grandi di quelli degli Usa.

Gli Stati Uniti vogliono andare anche oltre lo scandalo della Nsa che ha sicuramente reso più tesi i rapporti con i partner europei. La preoccupazione è che in realtà il Cremlino voglia cogliere l’occasione della rivoluzione Ucraina per avviare una campagna di espansione. Lettonia e Lituania hanno infatti chiesto rassicurazioni agli alleati sul rispetto del patto atlantico.

Uno scenario che apre una nuova era nella fase della diplomazia e che richiede soluzioni diverse sia per l’approvvigionamento che per le relazioni economiche. Perciò l’America punta a “tagliare” il gas, ossia i ricavi del gas, alla Russia.

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