L'Huffington Post  
29/04/2014

Mosca: Sanzioni vergognose, da cortina di ferro.

"Sanzioni vergognose" che riportano indietro l'orologio ai tempi della cortina di ferro. Non tarda ad arrivare la rabbia di Mosca, che tuona contro l'Occidente dopo le nuove sanzioni varate da Usa e Unione europea contro la Russia. Il ministero degli Esteri di Mosca le ha definite una "vergogna", con il viceministro, Grigory Karasin, che ha fatto notare che si tratta di misure "in stile cortina di ferro" e "assolutamente controproducenti" perché stanno spingendo la crisi "in un vicolo cieco".

Mosca ha ammesso che le nuove sanzioni Usa avranno un impatto negativo sulle imprese hi-tech e sull' industria. "È la rinascita del sistema Comcom (la commissione per il controllo multilaterale dell'export, ndr) creato nel '49, quando i Paesi dell'Occidente fecero calare la cortina di ferro sulle forniture di prodotti ad alta tecnologia in Urss e in altri Paesi. Ora nel 2014 gli Usa tentano di fare la stessa cosa", ha detto il vice ministro degli esteri russo Serghiei Riabkov a Gazeta.ru.

Nella guerra delle sanzioni vengono tirati in ballo anche gli astronauti: la nuova tornata di sanzioni statunitensi - è l'attacco di Mosca - finirà per colpire anche gli astronauti americani della Nasa che si trovano nella Statione spaziale internazionale. Questa la minaccia lanciata dal vice primo ministro russo Dmitry Rogozin, conversando con i giornalisti a Sinferopoli, in Crimea.

"Se il loro obiettivo è il nostro sistema di sviluppo missilistico", ha affermato Rogozin, "le conseguenze ricadranno sui loro astronauti". Le navette di rifornimento della base della Stazione sono le russe Soyuz, in partenza dalla base di Baikonur, in Kazakistan. Americani e russi lavorano insieme nel progetto della Stazione spaziale internazionale. L'ultima partenza risale al 14 marzo, quando sulla Stazione furono portati i russi Aleksandr Skvortsov e Oleg Artemiev e lo statunitense Steven Swanson. Il progetto è finanziato per tre quarti da Washington ma per arrivare alla base si possono usare al momento solo le navette russe.

Spazio a parte, il biasimo di Mosca è indirizzato soprattutto all'Ue, colpevole di "farsi manipolare" dagli americani. "Invece di obbligare la cricca di Kiev a sedersi al tavolo del negoziato (...) sul futuro del Paese, i nostri partner si lasciano manipolare da Washington con nuovi gesti di inimicizia nei confronti della Russia", ha affermato il ministero degli Esteri in una nota.

Bruxelles oggi ha imposto il congelamento di beni e il divieto di viaggio sul proprio territorio ad altre 15 personalità russe e ucraine: nella lista nera sono finiti politici, militari (il capo di stato maggiore dell'esercito e il capo dell'intelligence) e leader separatisti filo-russi. Differentemente da quelle appena varate dagli Usa, le sanzioni non colpiscono aziende e non riguardano manager e uomini d'affari.

Per esempio non sono colpiti i vertici dei colossi dell'energia mentre gli Usa hanno inserito nella 'black list' Igor Sechin, ad di Rosneft. Usa e Ue hanno dunque proceduto di pari passo, ma gli Stati Uniti imponendo sanzioni a 7 personalità e a 17 aziende russe legate al presidente russo, Vladimir Putin, sono andati più in là dei Ventotto che dipendono per un 30 per cento dalle esportazioni di gas della Russia.

Per adesso il flusso di gas, che passa proprio attraverso l'Ucraina, è comunque rimasto stabile, ha fatto sapere oggi il colosso dell'energia Gazprom, ma la società ha anche aggiunto che il disaccordo con Kiev sui prezzi potrebbe potenzialmente creare problemi alla sue esportazioni verso l'Europa. Nuovi colloqui tra Ue, Russia e Ucraina sulla questione si terranno venerdì prossimo a Varsavia.

Intanto la Nato non ha registrato alcun segnale che indichi il ritiro delle decine di migliaia di truppe russe dal confine con l'Ucraina, come preannunciato lunedì da Mosca. E invece Mosca si dice preoccupata per l'aumentata presenza e attività delle truppe Nato e americane, una presenza definita "senza precedenti".

Intanto a Slavyansk, l'autoproclamato sindaco della città dell'est dell'Ucraina in mano ai separatisti filo-russi, ha minacciato che gli osservatori Osce non saranno liberati fino a quando l'Ue non farà marcia indietro.

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