La Voce della Russia - 8 maggio 2014 - La Commissione europea dovrebbe riconoscere il gruppo neofascista e ultranazionalista ucraino Pravy Sektor come organizzazione terroristica, ha scritto la deputata lettone Tatiana Zhdanok in una lettera ufficiale indirizzata ai commissari europei. “Dopo la tragedia di Odessa, in cui i militanti di Pravy Sektor hanno bruciato vive più di 40 sostenitori filorussi della federalizzazione dell'Ucraina, è palesemente diventato necessario bandire Pravy Sektor”, viene sottolineato nel testo. Inoltre la Zhdanok ha rilevato: “qui vietare semplicemente le attività non è sufficiente, c'è bisogno di smantellare questa organizzazione estremista tramite il disarmo, l'arresto e i processi dei suoi aderenti.”

La Voce della Russia
8 maggio 2014, 19:38

Le lezioni della storia si rivelano utili come mai prima d’ora
di Petr Iskenderov

In questi giorni l’umanità rievoca gli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale, commemora i morti, rende onore ai reduci della guerra. L’impresa eroica dei popoli che debellarono la “pesta del ventesimo secolo” col tempo diventa sempre più maestosa.

Questo fatto non fa star bene quelli che attualmente professano i principi simili alle idee di Hitler e dei suoi complici,- ricorda il dottore di ricerca in storia Petr Iskenderov.

Nella storia della Seconda Guerra Mondiale si sono strettamente intrecciate tutte le caratteristiche specifiche della geopolitica che in tempo di pace non erano molto vistose. Milioni di europei hanno pagato con la loro vita il prezzo della politica d’intesa che i loro governi condussero negli anni pre-guerra. Sperando di incanalare l’aggressione tedesca verso Est, questi politici tentavano di giungere ad un accordo con Hitler, di riscattarsi dallo stesso con terre austriache, boeme e slovacche. La perfida aggressione al Belgio, l’occupazione della Francia, la disfatta della Jugoslavia, l’aggressione italo-fascista contro l’Albania e la Grecia hanno dimostrato il vero prezzo di un simile “impegno per la pace”.

Anche i critici più acerrimi dell’URSS non possono negare il fatto che proprio la vittoria delle truppe sovietiche contribuì al cambiamento radicale di tutta la situazione politico-militare nelle retrovie delle truppe naziste – compreso nella regione dell’Europa Centrale ed Orientale. I bulgari e romeni operavano senza mostrare particolare impegno sul Fronte Orientale poiché a casa loro si stavano addensando le nuvole sui regimi monarchico-fascisti. Le notizie dell’eroica difesa di Mosca, delle vittorie di Stalingrado e nella Battaglia dell'arco di Kursk raggiungevano subito i partigiani e i militanti delle organizzazioni clandestine impegnate nella lotta per la liberazione dell’Albania, della Jugoslavia, della Grecia e di altri paesi balcanici. Nel Dicembre 1942 il dicastero diplomatico sovietico emanò una dichiarazione speciale a sostegno della libertà e dell’indipendenza della lontana Albania. Nel documento era espressa la certezza che i popoli balcanici avrebbero cacciato via insieme gli occupanti italo-tedeschi dalla loro terra.

Purtroppo, oggigiorno in una serie di paesi europeo-orientali si sono intensificati i tentativi di riscrivere la storia, di presentare gli eroi come traditori, di proclamare i traditori eroi. Nei paesi baltici, in Polonia si sta tentando di far ricadere la responsabilità uguale per la Seconda Guerra Mondiale sulla Germania nazista e l’Unione Sovietica, di mettere il segno di uguale tra l’ideologia nazista e le idee socialiste e comuniste. L’imperversare del neonazismo ha assunto la maggiore ampiezza a Kiev d’oggi le cui autorità, con l’attività connivenza dell’Occidente si stanno adoperando per costruire una nuova struttura statale ucraina sulla base delle stesse idee del nazionalismo, dello sciovinismo, dell’antisemitismo, della russofobia – idee che ispiravano la società tedesca negli anni 30 – nella prima metà degli anni 40 del secolo scorso. Come se non ci fosse stato il processo di Norimberga, il quale proclamò criminosi il nazismo e le organizzazioni naziste! Come se l’eroica lotta dell’Unione Sovietica contro le orde naziste non avesse ispirato alla lotta i popoli dell’Europa Orientale! Come se non fossero state le organizzazioni comuniste ad avere creato le strutture organizzative che aiutarono a rafforzare i reparti partigiani disgregati …

Voglio dire anche un’altra cosa. Negli ultimi anni nelle capitali europee si sta tentando di riscrivere tutta la storia militare del XX secolo, comprese la prima e la seconda guerre mondiali, di scaricare la responsabilità per gli incendi militari paneuropei dagli aggressori sulle loro vittime. Il riferimento è soprattutto agli alleati della Russia, in particolare, ai serbi. A questo scopo si usano attivamente i dubbi paralleli storici con il giorno d’oggi. Per esempio, lo studioso britannico Chris Clark a titolo di argomento a favore dell’idea di rivedere le concezioni universalmente riconosciute fa riferimento ai tragici avvenimenti nella città bosniaca di Srebrenica nell’estate 1995 quando – avvenimenti di cui l’Occidente ha prontamente accusato i serbi locali. Secondo Clark, dopo quello che era accaduto a Srebrenica, della Serbia e dei serbi non si può e non si deve scrivere come in precedenza, occorre rivedere tutta l’essenza del movimento nazionale serbo nell’arco di molti secoli – rivedere, s’indente, nello spirito accusatorio.

Non va dimenticato che anche nel pieno dei sanguinosi combattimenti sul fronte sovietico-tedesco gli USA e l’Inghilterra continuavano a giocare le loro partite politico-militari, - ricorda alla “Russia oggi” il diplomatico, dottore in scienze storiche Valentin Falin:

Perché nell’aprile 1945 gli americani bombardarono Potsdam ed altre città tedesche? Perché solo nel marzo-aprile 1945 iniziarono a bombardare in Cechoslovacchia le aziende che durante tutta la guerra fornivano carri armati ed altri mezzi bellici alla Wehrmacht? Evidentemente perché non finissero nelle mani dell’Unione Sovietica. Sono fatti inconfutabili!.

“Può l’attuale crisi ucraina provocare una nuova guerra mondiale?” – si chiede l’edizione americana The National Interest. Essa ha ricordato le crisi del dopoguerra che si era riusciti a risolvere, in particolare, grazie all’autocontrollo degli USA: “Analizzando scrupolosamente i peggiori scenari, soprattutto nei rapporti tra le due grandi potenze, innanzitutto tra le superpotenze nucleari, gli esponenti statali dell’America constatarono quello che dopo la crisi dei Caraibi John Kennedy definì “norma di buon senso di base”. Nell’ambito della loro rivalità le Parti accettarono dei compromessi e clausole di contenimento …”. Proprio un simile buon senso, ed insieme le lezioni della Seconda Guerra Mondiale, sono stati dimenticati dalle forze in Ucraina e in Occidente che stanno tentando di ridigere la storia dell’Europa del dopoguerra, di riportare in vita le idee condannate a Norimberga.

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