Fonte: popoff.globalist.it
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20 maggio 2014

Fucilati perché non hanno voluto sparare?
di Franco Fracassi

Battaglione dell’esercito decimato per ordine dei paramilitari nazisti e del ministro della Difesa, nazista anche lui. «Non spariamo sui nostri fratelli», avevano detto i soldati.

Dieci soldati dell’esercito ucraino sono stati fucilati perché si erano rifiutati di attaccare le barricate erette fuori Kramatorsk dalle milizie russofone. «Non spariamo ai nostri fratelli ucraini. Noi siamo contro questa guerra civile», aveva dichiarato unanimemente il battaglione di riservisti che assedia da settimane la cittadina. Un episodio di obiezione di coscienza come tanti in una situazione drammatica come quella che sta attraversando l’Ucraina, se non fosse stato per le milizie paramilitari naziste, da pochi giorni inquadrate nelle fila della Guardia nazionale. «Se vi rifiutate ancora di eseguire gli ordini di sparare verrete passati per le armi». «Noi non spariamo». A questo punto il comandante del contingente nazista ha telefonato al fondatore di Svoboda Andriy Parubiy, che ha ordinato la decimazione del battaglione. Un soldato ogni dieci sarebbe stato passato per le armi, fucilato. Tre ufficiali e sette soldati semplici, tutti riservisti, ovvero richiamati alle armi in queste ultime settimane contro la loro volontà.

La vicenda è stata raccontata all’agenzia di stampa Ria Novosti da alcuni soldati che hanno disertato con successo e sono passati tra le fila dei separatisti. La corte marziale sta indagando sull’accaduto.

Cento militari regolari e settanta miliziani nazisti di Pravy Sektor. I primi sotto il comando dei secondi. Anche questa è la guerra civile ucraina. «Indossano divise nere, senza alcuna mostrina e prendono ordini solo da Kiev», hanno raccontato i testimoni. «Sono loro che comandano. E lo fanno senza pietà. I soldati sono tutti loro ostaggi».

I paramilitari di Maidan sono stari integrati nei battaglioni della Guardia nazionale dal neo ministro della Difesa Andriy Parubiy, dichiaratamente ammiratore del capo della propaganda di Hitler Joseph Goebbels.

Il giorno dopo l’eccidio dei soldati è iniziata l’offensiva contro Kramatorsk e la più grande Slavyansk. Nella battaglia, secondo fonti locali, sarebbero già morti diciassette miliziani difensori delle città e un numero imprecisato di attaccanti. Secondo il ministero della Difesa ucraino, invece, il numero delle vittime tra i russofoni non si conosce, mentre le forze armate avrebbero perso quattro soldati.

 

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