TMNews - 20 giu. 2014 - Si legge sul sito internet della televisione privata Inter TV che il nuovo presidente ucraino Petro Poroshenko ha ufficializzato un piano di pace in quattordici punti per porre fine alla guerriglia separatista filorussa nell'Est del Paese.

Questo piano contiene in particolare un articolo sul disarmo, la garanzia di un salvacondotto per i mercenari russi e ucraini per il ritiro, la decentralizzazione dello stato e la protezione della lingua russa tutelata da emendamenti costituzionali.
Nella notte Poroshenko ha avuto una conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin.

Notizie Geopolitiche - giu 19th, 2014 - Denis Pushilin, leader dell’autoproclamata “Repubblica popolare di Donetsk”, ha respinto al mittente, il presidente Petro Proroshenko, la proposta di un cessate il fuoco e di amnistia, al fine di risolvere la questione attraverso il dialogo e il confronto: “Il nostro interesse – ha dichiarato Pushilin in un’intervista alla televisione indipendente russa Dozhd – è che gli occupanti lascino il nostro territorio”, ovvero “rifiutiamo la logica di Kiev secondo cui loro smettono di spararci contro, noi consegniamo le armi e loro ci catturano disarmati”. L’idea di un cessate il fuoco è arrivata dopo che Poroshenko e il collega russo Putin si sono sentiti al telefono. Intanto il presidente ucraino ha chiesto alla Camera (Rada) di approvare la nomina di Pavlo Klimkin, ambasciatore in Germania, a ministro degli Esteri in sostituzione di Andrii Deshchytsia dopo che questi è intervenuto alla manifestazione antirussa davanti all’ambasciata di Mosca a Kiev, in realtà per placare la folla; tuttavia, a conclusione di un discorso in cui sollecitava moderazione, il ministro si è lasciato andare citando il ritornello “Putin Khuilo” (Putin testa di c.), per cui la Russia aveva escluso ulteriori contatti con Deshchytsia.

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giu 18th, 2014

Pomarov pronto ad amnistia e cessate il fuoco unilaterale. a Attentato al gasdotto
di Guido Keller

Dopo settimane di attacchi, con centinaia di morti, ai “terroristi” filo-russi delle regioni dell’Est, il neo-presidente ucraino Petro Poroshenko ha dichiarato oggi la sua disponibilità a “cessare il fuoco in maniera unilaterale”, in modo da far rientrare la crisi: “Il piano parte col mio ordine di cessare il fuoco in modo unilaterale – ha spiegato Poroshenko – . Ci aspettiamo in tempi brevi di ottenere il sostegno al piano da parte di tutti i partecipanti agli avvenimenti nel Donbass”. Non solo: il presidente si è detto disposto a “offrire un’amnistia a coloro che depongono le armi” e un “corridoio ai mercenari per lasciare il paese”, con allusione vari militanti delle diverse organizzazioni che sono arrivati dal confine russo, in particolare ceceni filo-russi.
Di certo Poroshenko si è sentito al telefono con il collega russo Vladimir Putin dopo che un colpo di mortaio ha ucciso il reporter della tv pubblica russa Rossyia 24 Igor Korneliuk e l’operatore video che era con lui, Anton Voloshin, per cui già ieri sera anche il Cremlino ha comunicato la “preoccupazione del presidente” e il suo auspicio per un cessate il fuoco.
D’altronde Putin, a cui interessava la Crimea (dove ha base la Flotta del Mar Nero) anche come risarcimento per i debiti e soprattutto per la mancata adesione dell’Ucraina all’Unione Doganale, ha da tempo rinunciato alla strategia della tensione volta al consolidamento dell’annessione della penisola, proprio togliendo il suo appoggio ai miliziani insorti a Kharkiv, Donetsh e Lugansk.
E’ stato invece un attentato dinamitardo a colpire nella regione di Poltava, nell’Ucraina centrale, uno dei gasdotti che portano il metano in Europa: a renderlo noto è stato il ministro dell’Interno ucraino Arsen Avakov, il quale già ieri sera ha puntato il dito contro Mosca parlando di “ennesimo tentativo della Russia di screditare l’Ucraina come partner nel settore del gas”, tant’è che il vice amministratore delegato della russa Gazprom, Vitali Markelov, aveva precedentemente avvertito che “ci saranno altri incidenti sul sistema dei gasdotti ucraino se Kiev non investe sulla sua manutenzione”.
Tuttavia di incidente non si è trattato, bensì di una bomba piazzata sotto un pilone di cemento del gasdotto “Urengoy-Uzhgorod-Pomary” che ha fatto scoppiare un gigantesco incendio con fiamme alte fino a 200 metri, fortunatamente senza causare vittime ne’ conseguenze sul flusso di gas verso l’Europa.
Probabile la matrice nazionalista ucraina, anche perché, non essendo Kiev riuscita a pagare le rimanenti forniture di gas pregresse (quasi 2 mld di dlr) alla Russia entro la scadenza del 16 giugno, è subentrato il regime di pagamento anticipato delle forniture di gas ed è saltato il compromesso proposto dalla Commissione europea, accettato da Kiev ma non da Mosca, di due diversi prezzi, ovvero di 300 dollari per 1000 metri cubi per l’estate e 385 dollari per l’inverno: la Gazprom ha rifiutato, esigendo il pagamento per le forniture pregresse e un prezzo futuro di 385 dollari, senza sconti estivi.
Per quanto in Europa si possa stare tranquilli in quanto Kiev è obbligata a far transitare il gas in base ad accordi contrattuali e comunque solo il 15 per cento del gas russo diretto in Europa passa per l’Ucraina (altri paesi hanno da tempo adottato un sistema di approvvigionamento misto: per l’Italia il maggior fornitore è l’Algeria (32%), quindi la Russia (28%), i Paesi Bassi (5,3%), la Norvegia (3,3%), la Libia (5,1%) e il 25,6% da altri paesi), nel paese dell’Est europeo si teme per il prossimo inverno, e di certo nessuno tollererà i furti di gas che vi sono stati negli anni passati.

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