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31 gennaio 2014

Attivista ucraino: "Mi hanno rapito e crocefisso"

Il leader del movimento di opposizione ucraino denuncia: "Mi hanno lasciato a morire nel freddo dopo avermi torturato". La settimana scorsa, la denuncia della sua scomparsa

Kiev. Rapito, torturato, crocifisso e lasciato a morire nel freddo. A una settimana dalla sua scomparsa, Dmytro Bulatov parla in televisione e denuncia quanto accaduto in un profondo stato di prostrazione.

A 35 anni Bulatov è leader del movimento di opposizione ucraino 'Avtomaidan e in un'intervista con un'emittente critica nei confronti del presidente Yanukovich denuncia: "Le mie mani... Mi hanno crocefisso, me le hanno perforate", ha denunciato Bulatov, mostrando le profonde lesioni lasciate dai presunti chiodi su entrambi i dorsi prima di essere ricoverato in ospedale. "Mi hanno mozzato un orecchio, mi hanno sfregiato il viso. Sul mio corpo non c'è nemmeno più un solo punto vivo, ma grazie a Dio sono vivo io!", ha esclamato con i vestiti insanguinati.

L'attivista è uno di quelli che aveva organizzato le proteste a piazza Maidan. Ma la sua forma di protesta è particolare: si tratta di cortei  motorizzati in luoghi non autorizzati. Quella più clamorosa risale al 29 dicembre, quando circa duemila veicoli sono arrivati fino a 300 metri di distanza dalla residenza di campagna di Yanukovich a Mezhyhriya, alle porte della capitale. 

Bulatov non è l'unico a essere sparito. Molti altri attivisti sono svaniti, non perché arrestati ma perché, denunciano alcune associazioni, rapiti: uno, Yuriy Verbitzky è stato ritrovato cadavere nel fitto di una foresta. Un altro, Igor Lutsenko è scampato a stento a un pestaggio a sangue ed è ancora ricoverato. La moglie di Bulatov ne aveva denunciato la scomparsa il 23 gennaio, quando le forze di opposizione hanno proclamato una tregua temporanea per trattare con Yanukovich. 

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