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21 Feb 2014

L’Europa mette alle strette Yanukovich
di Lorenzo Biondi

Ieri è stata l'apocalisse: decine di morti, sanzioni dalla Ue, trattative fino a tarda notte tra il presidente ucraino e la delegazione dell'Unione

Il giorno più sanguinoso della storia ucraina, e insieme il giorno delle prime speranze di soluzione della crisi. Nelle stime ufficiali sono trentanove i morti nella sola giornata di ieri, molti di più secondo alcune televisioni. Cadono i manifestanti, colpiti dal fuoco dei cecchini sui tetti e dei berkut, i reparti anti-sommossa forniti di armi automatiche per esplicita decisione del governo. Ma cadono anche i poliziotti, di fronte alle pistole e ai fucili di una ribellione che di pacifico non ha più nulla.

Nei palazzi assediati, però, la trattativa è andata avanti. Dopo le sanzioni americane della fine di gennaio, ieri si è mossa l’Europa. I ministri degli esteri dell’Unione, riuniti d’urgenza a Bruxelles, hanno approvato un primo pacchetto di misure, che includono il blocco dei visti e degli asset finanziari per i leader ucraini coinvolti nella repressione (la lista delle personalità cui si applicano le sanzioni verrà stilata a partire da oggi).

Alla riunione di Bruxelles tre sedie sono rimaste vuote: quelle di Laurent Fabius, Frank-Walter Steinmeier e Radoslaw Sikorski, ministri degli esteri di Francia, Germania e Polonia. Il “triangolo di Weimar”, lo chiamano. I ministri del “triangolo” erano a Kiev, a cercare, per conto dell’Unione, una mediazione tra il presidente Viktor Yanukovich e l’opposizione.

In contemporanea, la Casa Bianca minacciava nuove misure, e pure il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, intimava alle forze armate ucraine di «rimanere neutrali» nel conflitto. Le linee tra Washington, Mosca e Berlino sono state incandescenti per tutto il giorno, fino all’appello congiunto di Barack Obama, Vladimir Putin e Angela Merkel per una soluzione pacifica della crisi. Con la Germania che torna a fare da pivot tra Occidente e Russia.

Pare che la pressione congiunta stia portando frutto. Nella serata di ieri, mentre l’incontro tra gli europei e Yanukovich era ancora in corso, la delegazione polacca ha diramato un comunicato: il governo ucraino – dice Varsavia – accetta di far svolgere elezioni presidenziali e politiche entro il 2014 e di formare un esecutivo di unità nazionale entro dieci giorni. Le violenze degli ultimi giorni si erano scatenate con l’arrivo a Kiev di un pacchetto di aiuti economici russi, che aveva dato l’impressione che Yanukovich si preparasse a restare al potere ancora a lungo: l’accordo sulle elezioni anticipate potrebbe disinnescare il motivo principale della protesta. A tarda sera il negoziato è ancora in corso, con una riunione tra Yanukovich, gli europei e l’opposizione.

Ma rimane una grossa incognita: le feluche europee e americane hanno trattato con i leader dell’opposizione “moderata”. Non è chiaro se questi personaggi siano in grado di controllare la piazza. E di far accettare il compromesso a chi oggi invoca la rivoluzione.

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