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24 Feb 2014

Corsa contro il tempo per salvare l’Ucraina dal default
di Raffaella Cascioli

Kiev avanza all'Occidente la richiesta di 35 miliardi di dollari in due anni per salvare il paese dal default dei pagamenti. L'Ue prende tempo, la Russia minaccia

L’Ucraina ha bisogno di 35 miliardi di dollari nei prossimi due anni e per questo ha richiesto alla comunità internazionale l’organizzazione di una conferenza internazionale dei donatori.

Il grido d’allarme è stato lanciato stamattina dal ministro delle Finanze ad interim Iouri Kolobov ha in un comunicato ha fatto sapere di aver chiesto «ai nostri partner occidentali (Polonia, Stati Uniti) l’ottenimento di un credito da qui a una settimana o due» senza tuttavia precisare l’entità dell’ammontare degli aiuti richiesti. L’Ucraina ha proposto di organizzare una grande conferenza internazionale di donatori con l’Ue, gli Usa, il Fondo Monetario e altre organizzazioni finanziarie internazionali con l’obiettivo di ottenere fondi per la modernizzazione e le riforme nel paese.

Come si ricorderà appena ieri il presidente ad interim Olexandre Tourtchinov aveva anticipato che l’Ucraina è quanto mai vicina a un default dei pagamenti  denunciando il governo precedente di aver portato alla rovina il paese. E in queste ore l’alto rappresentante della diplomazia europea Catherine Ashton è arrivata a Kiev per incontrare i nuovi responsabili del paese per discutere le misure da prendere per stabilizzare l’economia ucraina. Infatti il paese si trova a dover affrontare difficoltà enormi a cominciare dal rischio di non essere più in grado di pagare i propri creditori.

Al riguardo mentre il ministro delle finanze britannico George Osborne ha sottolineato che l’Ue è pronta ad aiutare l’Ucraina, onorare i propri impegni finanziari e a negoziare un ricambio politico, l’Ue ha deciso di rinviare l’eventuale firma di un accordo di adesione con l’Ucraina alla formazione del governo che uscirà dalle elezioni anticipate del 25 maggio. Ma non è tutto visto la Commissione ha anche ricordato che tutti gli aiuti finanziari saranno condizionati alle riforme economiche che il Fondo monetario è pronto a indicare.

Se l’Ue in questo momento sembra prendere tempo, la Russia invece ha minacciato di staccare la spina a Kiev. Il ministro russo dell’economia Alexei Oulioukaev dalle colonne dell’Handelsblatt ha minacciato di aumentare i diritti di dogana sulle importazioni provenienti dall’Ucraina se Kiev si avvicinerà all’Unione europea firmando l’accordo di associazione. A rincarare la dose ci ha pensato il primo ministro russo Dmitri Medvedev che ha avanzato seri dubbi sulla legittimità degli organi di poteri in Ucraina che sabato hanno destituito il presidente Viktor Ianoukovitch nominando al suo posto un presidente ad interim.

Sui legami economici tra Mosca e Kiev, Medvedev è stato particolarmente criptico sottolineato che «le decisioni nel settore del gas che sono state prese hanno termini concreti di messa in opera. Ciò che accadrà una volta che questi termini scadranno sarà al centro di discussioni con i dirigenti delle imprese ucraine e il governo ucraino, se un giorno ce ne sarà uno».

Sul fronte diplomatico i paesi di Visegrad (Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia), i cosiddetti V4 dell’Ue, hanno richiamato a un dialogo responsabile tutte le forze politiche ucraine ricordando peraltro di essere sostenitori di un mantenimento della sovranità, dell’indipendenza, dell’unità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina e sollecitato un aiuto macroeconomico internazionale sostenendo che la stabilizzazione dell’economia ucraina sarà la chiave della stabilizzazione del paese.

Oggi intanto le nuove autorità ucraine hanno spiccato un mandato d’arresto per l’ex presidente Ianukovitch mentre il paese cerca di formare un nuovo governo passando dalla fase rivoluzionaria all’amministrazione della crisi economica, oltre che politica, del paese.

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