Fonte: Strategic Culture Foundation.
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11/03/2014

Siria e Ucraina: un solo fronte antiterrorismo
di Boris Dolgov
Traduzione di Alessandro Lattanzio

Il colpo di Stato di febbraio in Ucraina ripete lo scenario siriano in una nazione sorella della Russia. Conseguenza di azioni pianificate in anticipo, utilizzando i poteri “morbido” e “duro” eterodiretti.  Lo stesso scenario è stato attuato dall’occidente in Jugoslavia e Libia. Da tre anni cerca di ripeterlo in Siria. Ogni volta interferisce dall’estero per rovesciare un governo e mettere un Paese sotto controllo estero. A Kiev il colpo di Stato è organizzato da militanti addestrati dalla CIA, molti provenienti dall’Ucraina occidentale unitisi a mercenari provenienti da Polonia, Stati membri dell’UE, Georgia e ad islamisti con esperienza di combattimento in Siria e in Libia. Utilizzando cecchini assunti dai capi di Maidan, ripetono l’esperienza siriana… Vi sono alcune migliaia di militanti provenienti dal Caucaso del Nord tra le forze antigovernative in Siria. Sono diretti a loro gli appelli del vicesegretario del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale dell’Ucraina, Dmitrij Jarosh, al terrorista ceceno Doku Umarov chiedendogli di unirsi alla lotta contro la Russia… Com’è noto, Jarosh ha espresso disponibilità alle presidenziali, “per liberare i territori ucraini occupati” tra cui Belgorod e altre regioni della Russia. Vuole anche che le formazioni armate di Pravý Sektor entrino nelle forze armate del regime, ricevendo armi dai depositi dell’esercito regolare.
Le formazioni armate di Pravý Sektor e di società private paramilitari cercano di occupare posizioni a Kharkov, Donetsk, Lugansk, Dnepropetrovsk e altre aree della parte sud-orientale dell’Ucraina. I militanti diffondono terrore (per esempio, persone sono state picchiate, uccise e rapite a Kharkov) contro gli attivisti anti-Maidan e le organizzazioni filo-russe. Vi sono stati casi eclatanti d’intimidazione. Ad esempio, i capi di un certo numero di regioni al confine con la Russia (Kursk, Belgorod e Brjansk) hanno ricevuto e-mail di minacce chiedendo di sospendere il sostegno alla politica della leadership russa e dichiarare il desiderio di aderire all’Ucraina. Per contrastare tali attività, a migliaia sono scesi nelle piazze di Kharkov e Donetsk per chiedere il referendum per l’autodeterminazione, come in Crimea. L’occupazione del potere da parte di gruppi antirussi ultranazionalisti e fascisti è stata pianificata dalla NATO. Ovviamente, il passo successivo è entrare nell’alleanza, un disegno di legge corrispondente è già stato presentato alla Rada (parlamento) “post-rivoluzionaria” per il voto. Il segretario generale della NATO ha dichiarato che l’adesione all’alleanza è aperta all’Ucraina. L’entrata dell’Ucraina consentirà alla NATO di avvicinarsi ai confini della Federazione russa, fornendole la capacità di colpire i missili strategici russi in volo, riducendo il tempo di volo dei missili della NATO sugli obiettivi vitali della Russia. Dopo l’adesione alla NATO, l’Ucraina chiederà di prendersi la base navale russa di Sebastopoli.
Dal punto di vista economico l’avvento al potere delle forze antirusse significa perdere i contratti con le imprese industriali della Russia, anche nell’industria militare (aerea, navale, missilistica, blindati e trasporti). Se il regime antirusso resta al potere a Kiev, l’Ucraina inevitabilmente diventerà terreno fertile per il terrorismo. Vi sono serie probabilità che verrà utilizzata per smembrare la Federazione russa com’è successo con l’Unione Sovietica. Le azioni avviate dalla leadership russa potrebbero impedire una tale situazione. Prima di tutto, supporto inequivocabile all’autodeterminazione della Crimea. La popolazione nelle regioni orientali e sud-orientali del Paese esigono il diritto di decidere del proprio destino.
Gli eventi in Ucraina hanno spaccato il blocco occidentale. Gli europei capiscono che trasformare il Paese in terreno fertile per gli islamisti comporterà la diffusione del terrorismo nell’Unione Europea. Mentre i terroristi ritornano dalla Siria, la situazione della sicurezza potrebbe seriamente aggravarsi. Il sostegno della Russia da parte della Cina e dalla maggioranza degli Stati arabi, in particolare Egitto e Siria, è particolarmente importante. La crisi ucraina è una tappa importante delle relazioni Russia-Ucraina in evoluzione, ponendo fine alle illusioni di coloro che percepiscono la società occidentale come esempio di democrazia, e l’élite politica occidentale come garante disinteressato dei diritti umani. Gli eventi in Ucraina mostrano l’irrefrenabile desiderio dell’occidente di avanzare ad est sempre ignorando il diritto umano fondamentale, il diritto alla vita. E’ un grave lezione che deve far riflettere e che la Russia deve imparare davvero bene.

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