Mappa dei movimenti delle truppe russe in crimea

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02 marzo 2014

15mila soldati russi in Crimea. Kiev: "Sull'orlo del disastro"

I militari di Putin controllano il territorio. Il capo della Marina ucraina giura fedeltà alle autorità della Crimea. Premier ucraino Iatseniuk: "Ci hanno dichiarato guerra".

Nato a Russia: ritiro truppe e dialogo. Al termine delle riunioni del Consiglio Atlantico straordinario e del Comitato Nato-Ucraina, il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha spiegato che "molti Stati membri hanno chiesto" un Consiglio Nato-Russia, che può essere convocato anche a richiesta di uno solo dei 28 Paesi dell'Alleanza. Rasmussen ha precisato che "nessuno al momento" ha invocato l'articolo 4 del trattato, che implica l'attivazione dell'Alleanza militare. La Nato auspica una pacifica soluzione, da ricercare sotto l'egida del Consiglio di Sicurezza dell'Onu o dell'Osce anche con il dispiegamento di osservatori internazionali. Rasmussen ha espresso "grande preoccupazione per l'autorizzazione all'uso della forza in Ucraina da parte del parlamento russo" e che l'Alleanza Atlantica "resta al fianco" di Kiev. Rasmussen ha ribadito che l'azione di Mosca è contraria al diritto internazionale e ha chiesto alle truppe russe di ritirarsi.

I soldati russi in Crimea. Secondo il governo di Kiev, sono già 15 mila e muovono sul territorio senza resistenze. Prendendo il controllo dei luoghi strategici. E sequestrando le armi, come accaduto in una base radar e in un'accademia della Marina militare ucraina.

I russi hanno esortato il personale delle due strutture a schierarsi con quelli che hanno definito i "legittimi" leader della penisola. Dalla base radar di Sudak sono stati portati via fucili, pistole e munizioni, caricati su un'auto. Armi sono state prelevate anche dalla struttura per l'addestramento della Marina a Sebastopoli, la città sul Mar Nero che ospita una base della Flotta russa. Nella notte sono atterrati altri sette aerei militari russi per il trasporto delle truppe e 11 elicotteri.

Uomini armati e in mimetica, presunti militari russi, hanno circondato la caserma del reparto A-0669 della Marina militare ucraina vicino a Kerch (Crimea) e controllano gli ingressi della struttura. Secondo il vice comandante ucraino del reparto, Alexiei Nikoforov, i militari hanno detto di volere "sorvegliare la struttura assieme agli ucraini".

Attaccato prima solo da civili con giubbotto anti proiettile e caschi poi anche da militari russi il quartier generale della Guardia di frontiera ucraina a Simferopoli. L'edificio è ora sotto controllo di "uomini armati non identificati", rende noto l'agenzia ucraina Unian. Militari ucraini e russi si fronteggiano, oltre che alla base di Perevalnoe, a 25 chilometri da Simferopoli, anche in quella della marina ucraina di Feodosia, sempre in Crimea.

Intanto, dopo che Interfax aveva riferito di interi reparti dell'esercito ucraino in Crimea passati dalla parte delle autorità locali filorusse, arriva l'annuncio di una clamorosa defezione: il comandante in capo della Marina ucraina ha giurato fedeltà alle autorità filo-russe di Crimea. L'ammiraglio Denis Berezovski, in conferenza stampa dallo stato maggiore della base navale russa a Sebastopoli, ha giurato fedeltà "al popolo della Crimea" impegnandosi a "difenderlo".

Berezovski, nominato solo venerdì scorso al vertice della Marina ucraina dal presidente ad interim Olexandre Tourtchinov, ha inoltre giurato di "obbedire agli ordini del comandante supremo della Repubblica autonoma di Crimea". Parole che il primo ministro di Crimea, Sergey Axionov, ha salutato come un "evento storico", perché l'ammiraglio Berezovski accettava di porsi "agli ordini delle autorità legittime della penisola", che Kiev considera invece nominate in violazione della sua costituzione.

Kiev risponde alla defezione di Berezovski annunciando di averlo rimosso dall'incarico e di indagarlo per alto tradimento dopo essersi rifiutato di combattere i russi e di essersi invece arreso alla base russa di Sebastopoli. Il nuovo comandante in capo della Marina ucraina è Serhiy Hayduk.

La Russia "ci ha dichiarato guerra, siamo sull'orlo del disastro", lo ha detto il premier ucraino Arseni Iatseniuk, che ha ribadito: la Russia "non aveva, non ha e non avrà giustificazioni per l'aggressione armata nel territorio ucraino o nel territorio della Repubblica autonoma di Crimea, che fa e farà parte del Paese".

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